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Francesca Basso per “Il Corriere della Sera”
I signori dell’energia, in Europa, parlano inglese e tedesco. Dopo l’ex cancelliere Gerhard Schröder e l’ex sindaco socialdemocratico di Amburgo Henning Voscherau nominati un paio d’anni fa da Gazprom presidenti rispettivamente dei gasdotti Nord Stream e South Stream (per il trasporto del gas dalla Russia all’Europa), e dopo l’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer scelto come consulente speciale dell’archiviata pipeline Nabucco (dal Caucaso all’Austria), ora è l’ex premier britannico Tony Blair a essere arruolato come «lobbista» dalle compagnie energetiche.
Blair siederà nell’advisory panel del consorzio internazionale Shah Deniz 2, che ha come capofila l’inglese Bp e la norvegese Statoil e sta operando nel secondo campo del giacimento gigante di gas al largo delle coste dell’Azerbaigian. La sua consulenza contribuirà a portare il gas naturale dal Caspio all’Europa, più precisamente in Italia: il gasdotto Tap (Trans adriatic pipline) dovrebbe approdare sulla costa del Salento, ma la popolazione locale e gli ambientalisti stanno protestando vivacemente.
Il governo italiano ha però confermato che gli impegni presi con la firma del 17 dicembre scorso a Baku dall’allora esecutivo Letta saranno rispettati. Tanto più che si tratta di un progetto sostenuto con forza anche dall’Unione europea, che lo giudica una delle soluzioni da percorrere per diversificare gli approvvigionamenti e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Comunque, se anche non ci saranno intoppi, il primo gas azero arriverà in Europa solo nel 2019. Il consorzio Shah Deniz 2 e i soci del Corridoio Sud (sempre Statoil e Bp più l’azera Socar, la turca Botas, la belga Fluxys, la svizzera Axpo e la tedesca E.on) hanno ingaggiato oltre a Blair anche l’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher e il presidente di Goldman Sachs International (ed ex presidente di Bp) Peter Sutherland: «Il panel è chiamato a dare consigli — ha detto una fonte di Bp al Financial Times — sulle sfide politiche, ambientali, di reputazione e sociali che potrebbero dover essere affrontate nei primi anni».
Blair è stato scelto — ha proseguito la fonte — per la sua esperienza e in modo particolare per i suoi rapporti con le istituzioni europee. C’è anche chi ha detto no alle compagnie petrolifere: a differenza dei suoi colleghi, a suo tempo l’ex premier ed ex numero uno della Commissione europea Romano Prodi rifiutò la nomina a presidente del South Stream offertagli dall’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller.
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