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LA CAZZIMMA DI MATTARELLA VERSO LA MELONI: OGNI OCCASIONE, UNO SGANASSONE - IL CAPO DELLO STATO DIALOGA DI COSTITUZIONE CON 12 CREATORI DI CONTENUTI DIGITALI E FA CAPIRE CHE LA CARTA GLI PIACE COSÌ COM'È, NON LA CONSIDERA OBSOLETA O DA RISCRIVERE (UN SILURO AL PREMIERATO BY DUCETTA) - "LA NOSTRA CARTA È GIOVANE, DUTTILE E SANCISCE CHE LA REPUBBLICA È UNA, NON UNA SOMMA E NEANCHE UNA FEDERAZIONE DI REPUBBLICHE” (STILETTATA ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA CARA ALLA LEGA)

Ugo Magri per "la Stampa" - Estratti

 

MELONI MATTARELLA

Una dozzina di comunicatrici e comunicatori web (non chiamiamoli "influencer", che porta male) hanno offerto suggerimenti al presidente della Repubblica su come rendere la Costituzione più «pop», anzi «virale». Sergio Mattarella ha promesso di far tesoro dei consigli ricevuti nell'incontro, coordinato dall'artista Fabio Rovazzi, e ha colto l'occasione della diretta streaming trasmessa su YouTube per mandare a sua volta alcuni messaggi politicamente importanti perché segnalano un ruolo ancora più attivo e propositivo del Quirinale nella difesa della Carta.

 

L'anno scorso era stato a Sanremo per la prima serata del Festival dedicata appunto alla Costituzione con l'aiuto di Roberto Benigni. Quella visita (una prima volta) ebbe un forte impatto mediatico. Ma adesso si annuncia un salto di qualità, specie con riferimento ai giovani: con l'aiuto degli "youtuber" Mattarella vorrebbe renderli più coinvolti e partecipi dei valori repubblicani. Più attivi e presenti.

 

MATTARELLA ROVAZZI E I CREATORI DI CONTENUTI DIGITALI

Nessun riferimento polemico - e ci mancherebbe - alla riforma costituzionale messa in cantiere dal governo, tantomeno al premierato su cui Giorgia Meloni intende giocarsi la partita della vita, magari passando attraverso l'anello di fuoco referendario. Mattarella si tiene rispettosamente fuori dalle scelte del Parlamento.

 

Ma pur senza entrare nel merito dei possibili rivolgimenti nell'equilibrio tra i poteri, il capo dello Stato fa intendere che questa Costituzione a lui piace così com'è; non la considera affatto obsoleta o da riscrivere, e a questo proposito è stato piuttosto esplicito. «Estremamente giovane», definisce infatti la Carta, a dispetto dei 75 anni compiuti. Tuttora valida, nel suo giudizio, in quanto capace di mostrarsi «elastica e duttile» ogni qualvolta le circostanze lo hanno richiesto, in grado di «adattarsi a condizioni non prevedibili» nel momento in cui venne scritta grazie a un sistema flessibile di norme (compresi i poteri del Quirinale, si capisce) che fu molto ben pensato e frutto di «tanta saggezza», annota Mattarella con malcelata ammirazione per le madri e i padri costituenti. Di più il presidente non aggiunge; però l'invito implicito che sembra di cogliere nelle sue parole è a rifletterci bene prima di rottamare ciò che finora ha dato ottima prova di sé. Le regole non si improvvisano, sono di tutti.

GIORGIA MELONI - LAURA E SERGIO MATTARELLA

 

Secondo messaggio veicolato tramite YouTube: bisogna battere l'astensionismo, riportare gli italiani alle urne. 

 

(...)

 

Dunque il presidente si augura «che torni a crescere la partecipazione al voto, perché quello è il momento in cui più di ogni altro i cittadini diventano protagonisti» e prendono in mano il loro destino. Non è un allarme legato alle ultime elezioni regionali, o perlomeno non solo a quelle: Mattarella è preoccupato da un trend che viene da lontano e continua, purtroppo. Nel suo colloquio al Quirinale con i giovani "creator" il presidente ha domandato loro come mai tra i ragazzi c'è così poco interesse per la politica, che cosa determina questo distacco. Il motivo è che si sentono esclusi, impotenti, gli hanno risposto.

 

GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLA

Mattarella ha preso nota. Forse i manganelli, avrà pensato chissà, non sono stati di aiuto. Interrogato a sua volta sui momenti più tosti dei nove anni trascorsi sul Colle, Mattarella ha girato al largo («Sono stati così tanti che non me li ricordo più»); in compenso ha insistito sul bisogno di «sentirci sempre più comunità con un futuro comune, disponibili ad ascoltarci l'un l'altro e a procedere insieme».

 

Un Paese che non prova questo sentimento collettivo «non fa strada», ha precisato il concetto. Restare uniti è il suo appello, anche in questo caso rivolto a tutti, senza destinatari specifici nei palazzi romani dove certamente il podcast dell'incontro sarà visto con attenzione.

 

E a proposito di unità d'Italia, Mattarella ha fatto un riferimento tutt'altro che casuale.

 

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

La Repubblica «è una», ha sottolineato sempre a proposito dell'articolo 1, «non una somma e neanche una federazione di Repubbliche». Se qualcuno la intendesse in questo modo, come nazione da smembrare, da fare a pezzi, sarebbe fuori del seminato. Occorrere piuttosto correggere le diseguaglianze, accrescere la solidarietà sociale e anche quella territoriale.

 

Un esempio? Il "digital divide", come viene chiamato, vale a dire l'accesso a internet che in alcune parti d'Italia, denuncia il presidente, non è ancora garantito appieno; manca una copertura completa della rete proprio mentre il pianeta si basa sempre di più sul web e sviluppa nuova forme di intelligenza artificiale. Se non si rimedia in fretta, segnala Mattarella, si rischia di avere «cittadini di serie B», poco connessi, male informati su quanto accade, inevitabilmente ai margini della democrazia.

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