1- SABATO SCORSO, LA FRIVOLISSIMA RUBRICA SUL “FOGLIO” DI CARLITO ROSSELLA NASCONDEVA UNA BOMBA: ESSÌ, DIETRO UN RICEVIMENTO AL CIRCOLO DELLA CACCIA SI E’ ATTOVAGLIATO IL GOTHA AL GRAN COMPLETO DEI PORPORATI TEDESCHI, COMPRESO IL SEGRETARIO BELLIMBUSTO DI RATZINGA, L’AITANTE PADRE GEORG. UNA SORTA DI CONCLAVE “KARTOFFEN” CHE, TRA UN INCHINO E UN SECONDO PIATTO, HA ABBASSATO DEFINITIVAMENTE LA LAMA DELLA GHIGLIOTTINA SUL COLLO DI TARCISIO BERTONE. AMEN 2- ALMENO UN CORVO DEL VATICANO È STATO TROVATO. LA GOLA PROFONDA CHE HA SVELATO GLI SCANDALI DELLA CHIESA APPARIRÀ STASERA A GIANLUIGI NUZZI SU LA7 ALLE 21 3- RIVELA DI NON ESSERE AFFATTO SOLO. UN'ALTRA VENTINA DI “CORVI” SVOLAZZANO E LANCIA MESSAGGI SU LA MORTE DELLE GUARDIE SVIZZERE E LA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI

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1- DAGOREPORT
Sabato scorso, la frivolissima rubrica di Carlito Rossella nascondeva una bomba: essì, dietro il ricevimento messo su dal giovane principe Alberto II di Thurn und Taxis, con la madre Gloria e la "camerlenga" Alessandra Borghese, si sono attovagliati all'aristocratico Circolo della Caccia, la combriccola al gran completo dei porporati tedeschi, compreso il segretario bellimbusto di Ratzinga, l'aitante padre Georg.

Col pretesto di festaggiare l'uscita di un libro papalino, è andato in scena una sorta di conclave "kartoffen" che, tra un inchino e un secondo piatto, ha abbassato definitivamente la lama della ghigliottina sul collo di Tarcisio Bertone. Amen.

2- ALTA SOCIETÀ
Carlo Rossella per "il Foglio" - Weekend a Roma. Alta aristocrazia tedesca. Grande sfarzo nei saloni della Caccia. Invita il giovane principe Alberto II di Thurn und Taxis, con la madre Gloria. Ricevimento in onore del reverendo monsignor Wilhelm Imkamp autore della miscellanea "Signum in Bonum" dove si esalta, fra l'altro, la figura del grande papa Innocenzo III. Quaranta gli invitati, soprattutto principi della chiesa in visita al Santo Padre. Solo dieci i laici. Signori tutti in frac con decorazioni. Il più elegante? "Lillio" Sforza Ruspoli, in un abito usato con insuperabile charme.

3- IL CORVO DEL VATICANO ‘SIAMO IN VENTI'
M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Almeno un Corvo del Vaticano è stato trovato. E apparirà stasera in tv nel corso di un'intervista di Gianluigi Nuzzi che verrà messa in onda nella trasmissione Gli Intoccabili di La7 alle 21. Dopo aver rivelato la lettera inviata al Papa da monsignor Carlo Maria Viganò, ora nunzio a Washington, sugli appalti in Vaticano, Nuzzi ha rintracciato «la fonte».

In forma anonima, cioè irriconoscibile, con cappello, sciarpa e occhiali e la voce alterata, come si fa per i «pentiti», il Corvo (che non si sente tale) spiega di «lavorare in Vaticano da vent'anni» e di essere attualmente in forza «alla Segreteria di Stato» e si autoaccusa di essere stato la causa di almeno una delle «perdite» di documenti della «Vaticanleaks».

Anche se rivela di non essere affatto solo: un'altra «ventina» di «corvi», assicura, hanno agito come lui. Non è chiaro se in un'azione preventivamente organizzata.
Il Corvo si dice pronto a subire le conseguenze delle sue azioni di «testimone della verità», fino a un possibile «martirio, ma è difficilissimo qui da noi in Italia», e sollecita le autorità vaticane a impegnarsi non solo a cercare «le gole profonde» della fuoriuscita di documenti riservati, ma a indagare «con lo stesso zelo» «su una vicenda che mi fa pensare in maniera costante, la scomparsa di Emanuela Orlandi».

In proposito aggiunge: «Forse non è stato fatto tutto quello che si poteva o forse si va a toccare cose troppo scottanti, troppo delicate». Il Corvo (cattolico, praticante) parla dell'atmosfera di paura e omertà che ci sarebbe Oltretevere («un Paese dove uno fa una strage e sparisce nel nulla», alludendo alla morte del capo delle Guardie svizzere, Alois Estermann).

Sostiene che c'è un altro tipo di «martirio» possibile, oltre quello fisico, e lo chiama «il martirio della pazienza». Una definizione che però non sembra casuale visto che questo è proprio il titolo del libro di memorie sulla Ostpolitik (la diplomazia vaticana prima della caduta del Muro di Berlino), scritto dal cardinale Agostino Casaroli (pubblicato postumo nel 2000), che era il segretario di Stato al momento della scomparsa della Orlandi, nel giugno 1983.

Ce n'è abbastanza per suscitare l'interesse della Procura della Repubblica di Roma, non fosse altro perché il funzionario è reo confesso della rivelazione di segreti ai danni di uno Stato estero, come denunciato ufficialmente dal portavoce della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

«Anche se la sicurezza vaticana è molto efficace ed efficiente» e quindi chi volesse rendersi protagonista di nuove fuoriuscite di notizie «non avrebbe facoltà nel farlo», il Corvo è sicuro che «questa storia lascerà il segno», «farà del bene alle coscienze di chi è responsabile», anche se nell'immediato forse nulla cambierà. «Ma i tempi della Chiesa sono, diciamo così, biblici».

2- PARLA IL CORVO DEL VATICANO: «ALTRI 20 CON ME» -: «PARLO PER RABBIA, C'È TROPPA OMERTÀ... PRONTO A PAGARE LE CONSEGUENZE»
Gianluigi Nuzzi per "Libero"

Ho incontrato chi ha diffuso alcuni documenti del Vaticano. Oltretevere lo chiamano il «corvo», la talpa. Da vent'anni la sua attività lo porta fuori e dentro i Sacri Palazzi. Qualcuno lo ricollega a giochi di potere, a scontri tra cordate. L'impressione è che voglia far conoscere fatti taciuti, alzando un velo sulle ipocrisie, grandi e piccole, che proteggono quasi ogni potere. L'intervista integrale andrà in onda stasera agli Intoccabili, dalle 21.10 su La7 con Corrado Augias che commenterà le parole.

Ma c'è un primo dato, un numero che impressiona. Il corvo non è da solo. Le «manine» so- no tante. Quante? L'uomo ne indica in tutto venti. Venti persone, non si sa se collegate e in che termini tra loro, persone che lavorano nei vari enti, e che avrebbero passato di recente indiscrezioni, carte ai media.
Ecco una breve anticipazione:

Lei è cattolico?
«Sì, assolutamente e leggo il Vangelo».

Qual è la frase più bella del Vangelo che ricorda?
«Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Da questo riconosceranno che siete miei discepoli e non da altro».

Però fa anche altro. Quante persone di sua conoscenza stanno contribuendo a rendere pubblici documenti del Vaticano?
«Diciamo così approssimativamente, calcolando i vari organismi, potrebbero essere una ventina».

Ma perché i documenti escono? C'è un gioco di potere?
«Credo sia un po' un gesto rabbia».

Rabbia?
«Di rabbia perché forse c'è una sorta di omertà, a non fare emergere la verità delle cose. Non tanto per lotte di potere, forse, per paura, per timore. Il nostro è un paese dove si può entrare, fare una strage e andarsene indisturbati e dopo 24 ore nessuno può mettere bocca su quello che è successo. Oppure sparisce una ragazzina e per 30 anni non si riesce a trovare una persona che dica qualcosa su come può essere».

C'è un filo rosso che collega tutto. Le storie emergono e riportano indietro anche negli anni se il Corvo nel suo coraggio mostra anche un passato sul quale non è stata fatta tutta chiarezza. La morte delle guardie svizzere e la scomparsa di Emanuela Orlandi. «La verità ufficiale su quegli omicidi - afferma Augias agli Intoccabili - è un falso».
Di certo, le frasi di questo uomo che ha deciso di rendere pubblici storie sommerse sono da interpretare con un messaggio nitido però che emerge quando gli chiedo se ha coraggio: «Prima vediamo cosa vuol dire coraggio..».

Cos'è il coraggio allora?
«Non aver paura di testimoniare la verità, di essere pronto a pagarne le conseguenze».

Sarebbe pronto a pagare?
«Io mi sento tranquillo, sento di avere una grande fede e di questo rendo grazie a Dio e cerco di testimoniare la mia fede innanzitutto con l'esempio. Perché il martirio è la più alta forma di testimonianza della verità. Ovviamente da noi questo è un pericolo che ormai non esiste perché è difficilissimo trovare in Italia uno che viene ucciso perché è cristiano».

Però ci sono anche forme di martirio diverso?
«Certo. C'è il famoso martirio della pazienza».

Una pausa, una frase. Qualcuna criptica, qualcuna forse che nasconde un messaggio? Il «martirio della pazienza» di sicuro è un saggio firmato dall'ex segretario di Stato Agostino Casaroli, figura non proprio vicina all'attuale numero due, il cardinale Tarcisio Bertone. Perché questo riferimento? Non è qui il caso di aprire a strumentalizzazioni,
azzardare interpretazioni e lasciare spazio a dietrologie.

Di certo si è rotta una tradizione di impermeabilità delle mura leonine. I corvi hanno fatto conoscere a tutti la vicenda di monsignor Carlo Maria Viganò, raccontata proprio su Libero e agli Intoccabili che, altrimenti, sarebbe rimasta chiusa nei cassetti delle scrivanie, degli archivi segreti vaticani. Un monsignore che dopo aver denunciato casi di corruzione e spese pazze (oltre 550 mila euro solo per il Presepe di piazza San Pietro) è stato mandato a Washington come nunzio apostolico.

A fare quindi il diplomatico nella sede, nell'ambasciata degli Stati Uniti, uno dei Paesi che costituiscono gli insostituibili polmoni finanziari della Chiesa. Sulla vicenda la Santa Sede e il governatorato sono intervenuti con diverse note per ribadire la trasparenza nella gestione, vecchia e nuova, e nell'amministrazione di appalti e forniture.

Da una parte ribadendo la fiducia in Viganò, rimasto in assoluto silenzio sino a oggi, dall'altra smentendo però le sue affermazioni sui casi di corruzione e sulla congiura che l'avrebbe messo alla porta. Ma anche su questa vicenda rimangono ancora oggi zone d'ombra che prima o poi verranno di certo chiarite.

 

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