DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mara Gergolet per il Corriere della Sera - Estratti
Il giorno dopo, meno di 24 ore dopo la sfiducia a Olaf Scholz, i tre principali partiti tedeschi quasi in contemporanea presentano il proprio programma. Lo fanno di buona mattina, quasi a mostrare come la politica tedesca — quella che avrà possibilità e ambizioni di governo — sia una pratica ristretta a un terzetto: la Cdu (al 31% nei sondaggi), la Spd (17%) e i Verdi (13%).
Chi governerà la Germania dipenderà in ultima analisi dalla combinazione dei risultati elettorali. Per essere più precisi: potrà la Cdu (i cristiano-democratici), che si appresta a tornare al governo dopo il breve esilio seguito alla fine dell’era Merkel, scegliere tra due partner? O sarà invece costretta a riformare una grande coalizione con la Spd, perché i numeri non consentiranno altre maggioranze? L’elezione del 23 febbraio — dove il vincitore è preannunciato, e porta il nome del leader della Cdu, Friedrich
Merz — si gioca quasi tutta su questo dilemma.
Ieri mattina, Friedrich Merz e l’alleato bavarese Markus Söder, grande capo della Csu, hanno presentato il programma. In 79 pagine spiegano la «controproposta al Semaforo fallito», invocano il «cambiamento politico» e una «inversione di fondo». Tre modi per indicare che la Cdu/Csu a guida Merz sarà più conservatrice di quella di Angela Merkel. Centrale sarà per Merz il rilancio economico, che punterà sugli sgravi fiscali alle aziende: Merz è più liberista degli altri capi della Cdu, ha anche scritto un libro, Osare più capitalismo .
Ma siccome Merz insiste che la Schuldenbremse (il freno al debito) non si tocca e che il bilancio dello Stato deve essere in pareggio, molti economisti hanno già cominciato a domandarsi come farà a far quadrare il cerchio. Più lineare invece il programma sulla sicurezza: qui ha prevalso nettamente la politica della Csu, che da anni vuole ridurre l’immigrazione e riprendere il controllo dei confini. In sostanza, rovesciare la Willkommenskultur (la cultura dell’accoglienza) di Angela Merkel. E ieri Markus Söder, che ha il dono della sintesi efficace, l’ha spiegato così: “È tornato — ha detto — il law and order”.
Può questo programma coesistere con la Spd e anche con i Verdi, che lanciano l’idea di un «fondo per la Germania» che spinga grandi investimenti pubblici e privati? Si negozierà dopo il voto, quel che i numeri consentiranno.
Ma se nelle dichiarazioni ufficiali la Csu bavarese ritiene un’alleanza con i Verdi innaturale e continua ad attaccarli, in privato molti nella Cdu la ritengono preferibile a quella con la Spd. Più moderna, perfettamente compatibile sulla politica estera (filo-Usa, anti-russa): però con il grosso scoglio dei temi sociali.
Esiste, ovviamente, il convitato di pietra di queste elezioni: l’estrema destra dell’Afd.
Ma per quanto il partito abbia radicalizzato e cambiato la politica tedesca, importando tesi dalle quali la Germania si credeva immune, è bene ricordare che il suo impatto resta limitato. Viaggia in seconda posizione, al 20% dei consensi, ma non ha nessuna possibilità di condizionare il prossimo governo.
Friedrich Merz olaf scholz al bundestag
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