DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti
È solo Marina Berlusconi ad essere «più vicina alla sinistra sui diritti» o tutta Forza Italia? La domanda tiene sulle spine gli alleati nella canicola d’agosto. E la sortita degli azzurri a favore di un alleggerimento delle regole sulla cittadinanza per gli stranieri nati e cresciuti in Italia apre un varco ai sospetti a destra. Perché è il Pd, con la segretaria Elly Schlein, ad avere riaperto il fronte ius soli.
E perché i forzisti si mostrano dialoganti. «Sullo ius soli no – spiega Raffaele Nevi, braccio destro di Tajani nel partito e portavoce nazionale di FI – ma noi siamo disposti a ragionare con tutti, anche col Pd, se converge verso la nostra proposta, lo ius scholae, che poi è sempre stato il pensiero di Silvio Berlusconi ed era d’accordo anche Meloni...».
Seguono frecciate all’indirizzo di Matteo Salvini: «Sostiene ogni volta di essere il più berlusconiano di tutti, ma la verità è che su certi temi la pensa all’opposto». Ma è possibile una maggioranza trasversale, su un tema come la cittadinanza agli stranieri di seconda generazione? Spiragli: «Lo ius scholae non è nel programma di governo del centrodestra – risponde ancora il portavoce di FI – e poi sui temi etici c’è sempre stata libertà di coscienza».
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
Lo stesso Antonio Tajani, che ieri pubblicamente ha scelto di non intervenire in prima persona, ma lo farà nelle prossime ore, ha sentito i colonnelli di San Lorenzo in Lucina, annunciando che FI sui diritti «farà la sua parte». Tanto che «a settembre apriremo un tavolo tra Camera, Senato e dipartimento Scuola del partito, per scrivere la nostra proposta di legge».
Il famoso asso però, a questo punto, è nella manica di Schlein.
(...) Se dunque il Pd accettasse di cedere qualcosa rispetto al suo testo, chiedendo anche agli azzurri di fare lo stesso, una maggioranza alternativa si potrebbe creare, nelle Camere, se anche i rossoverdi, oltre ai centristi, saranno della partita. A votare contro resterebbero solo Lega e FdI. In realtà Giorgia Meloni non ha ancora formalizzato la linea della fiamma. Ministri come Daniela Santanché, che dello ius soli hanno sempre detto peste e corna, ora si trincerano dietro a un insolito no comment: «Mi occupo solo dei temi del mio dicastero», fa sapere la titolare del Turismo, dalle vacanze al suo Twiga. Anche Eugenia Roccella, ministra della Famiglia e solitamente loquace su questi argomenti, rimane in silenzio. Tutti i Fratelli aspettano un segnale dalla masseria di Ceglie Messapica, dov’è in villeggiatura la premier.
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
Nel Pd comunque l’ala riformista già fa intuire che a un compromesso si può arrivare: «Tajani e FI ci facciano capire se la loro è solo una boutade agostana o se vogliono davvero confrontarsi, in Parlamento», è la linea di Alessandro Alfieri, responsabile Riforme nella segreteria di Schlein.
Ancora più dritto il capofila dei cattolici dem Graziano Delrio, che presiede il Comitato parlamentare sull’Immigrazione: «Prontissimo a discutere su una proposta sullo ius scholae, quella di Forza Italia è un’apertura molto positiva». Ovvio, ragiona l’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni, oggi senatore, «si tratterebbe ancora di una soluzione intermedia, ma sarebbe comunque un passo avanti». Schlein per il momento non interviene.
(...)
LA CITTADINANZA DIVIDE IL CENTRODESTRA LA LEGA ATTACCA FI “NON SERVE UNA LEGGE”
Matteo Pucciarelli per la Repubblica - Estratti
Forza Italia per una riforma in senso inclusivo del diritto di cittadinanza, la Lega invece contraria ad ogni avanzamento: il Ferragosto del centrodestra è scandito dalle polemiche tra le due diverse anime della coalizione, ed è un argomento che, col suo carico simbolico (e propagandistico), può davvero spaccare il governo.
Ad alzare il tiro è il Carroccio, che sulla battaglia dei migranti ha costruito la proprio fortuna elettorale. Lo fa con una card social che è un messaggio diretto agli alleati forzisti: «La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di ius soli o scorciatoie». Allegata c’è un’immagine dove compaiono i volti della segretaria del Pd Elly Schlein e del leader azzurro Antonio Tajani, accompagnata dal titolo di Repubblica «il Pd rilancia lo ius soli. FI apre un varco a destra». Per com’è congegnata la macchina social leghista, è un attacco vero e proprio.
MEME SU MAURIZIO GASPARRI CHE LEGGE ROBERTO VANNACCI
E infatti, al di là del merito, il portavoce forzista Raffaele Nevi replica: «La nostra strategia è colpire gli avversari, non gli alleati. Noi abbiamo ribadito quella che è la nostra linea da sempre, ma non fa parte del programma di governo ovviamente.
Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo ius soli ma siamo invece aperti allo ius scholae . Come disse Berlusconi, noi siamo per favorire l’integrazione. E la scuola è il motore di questa integrazione». Anche Renata Polverini, forzista di antica provenienza missina, invita il Parlamento e i suoi a «portare a compimento lo ius scholae ».
(...)
L’altro segnale di questo scontro ormai aperto è la querelle pubblica che si protrae da giorni tra Maurizio Gasparri (Fi) e Roberto Vannacci, eletto con la Lega. Il generale diventato famoso per la sua fissazione sul colore della pelle della campionessa del volley Paola Egonu «ha preso voti dicendo cose condivise in tutti i bar e in tutti gli autobus, un po’ di demagogia è facile seminarla, tutti siamo incorsi in questo peccato.
maurizio gasparri alla partita del cuore
Dopodiché — secondo Gasparri, ospite ieri mattina di Agorà, su Rai 3 — uno che dice certe cose va mandato a casa ». Le sortite del militare sanno un po’ di appiglio ideologico per chi ha deturpato il murales dedicato a Egonu (il cui colore è stato trasformato da nero a rosa), lui al Corsera ha preso le distanze dal gesto con il ma incluso: la colpa sarebbe di chi «fa interpretare il ruolo di Giulietta o della regina d’Inghilterra a attrici nere».
Insomma, siamo alle solite. Da via Bellerio, le “fonti Lega” — cioè Matteo Salvini — lo difendono a spada tratta: «Continuare ad attaccare una persona che ha preso più di 500 moli voti per difendere l’Italia dalla burocrazia europea e dai danni di Ursula e compagni non serve a nessuno». “Ursula e compagni”, cioè Fi.
Coalizione sì, ma di fratelli coltelli.
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