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Paolo Lepri per “il Corriere della Sera”
È diventato un eroe della Germania alternativa, quella che teme il «grande orecchio» americano. Ma anche una parte del mondo politico e dell’opinione pubblica tedesca ha sempre giudicato con ammirazione il ruolo che ha svolto nel rivelare le attività di spionaggio statunitensi, non ultimi i controlli a cui è stato sottoposto il telefono portatile della cancelliera. Stiamo parlando di Edward Snowden, la «talpa» della Nsa, l’uomo che ha smascherato le illegalità dei servizi segreti di Washington.
Come ricorda il Wall Street Journal , l’occhialuto ex funzionario, attualmente in esilio a Mosca, è diventato una sorta di nuovo Che Guevara, a cui vengono dedicati graffiti e manifesti. Anche canzoni, magliette e performance politico-artistiche, come l’installazione luminosa che Olivier Bienkowski è riuscito a proiettare sui muri dell’ambasciata americana di Berlino, a fianco della Porta di Brandeburgo, sul cui tetto gli uomini della Nsa ascoltavano le telefonate della donna più potente del mondo.
Più in generale, Snowden è un simbolo per chi è legato ai valori della difesa della privacy , in un Paese che ha pesantemente sofferto, negli anni del Muro, l’ingerenza del regime tedesco-orientale nelle «vite degli altri». Ieri il fatto che al fuggiasco americano sia stato attribuito in Svezia il «Nobel alternativo» è stato accolto con molto favore. La richiesta di offrire asilo a Snowden in Germania è stata sostenuta con forza dall’opposizione e viene condivisa, secondo un sondaggio, da oltre il cinquanta per cento dei cittadini. La pensavano così anche i socialdemocratici, prima di entrare a far parte della grande coalizione guidata da Angela Merkel.
Parlare troppo di Snowden, forse, fa però dimenticare il vero nocciolo della questione, cioè la necessità di nuove regole nelle attività di controllo delle informazioni. Stati Uniti e Germania non hanno mai fatto sostanziali passi avanti su un possibile accordo di «non spionaggio» di cui si era parlato dopo lo scandalo del cellulare della cancelliera. Poi, più recentemente, la scoperta di alcuni agenti «doppi» nei ministeri tedeschi ha reso il problema ancora più difficile da gestire. In questo clima di confusione c’è il rischio che ognuno pensi solo a se stesso.
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