IN DEBITO D'OSSIGENO - LA GRECIA AVREBBE USATO LE SUE RISERVE AL FONDO MONETARIO PER RIPAGARE... IL FONDO MONETARIO - SCHAEUBLE APPOGGIA IL REFERENDUM DI ATENE (COSÌ, SE VOGLIONO, SI IMPICCANO DA SOLI), DIJSSELBLOEM È CONTRARIO

  1. GRECIA: STAMPA, USA RISERVE FMI PER PAGAMENTO A STESSO FONDO

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 (ANSA) - La Grecia avrebbe utilizzato 650 milioni di euro di riserve Sdr (diritti speciali di prelievo) detenute presso il Fondo Monetario Internazionale per pagare allo stesso Fondo la tranche di 750 milioni di euro in scadenza oggi. E' quanto scrive il quotidiano ellenico Kathimerini secondo cui le riserve tenute nel conto Fmi devono essere ricostituite entro un mese e che l'organismo con sede a Washington avrebbe acconsentito data la situazione di liquidità difficile di Atene.

 

  1. GRECIA: STAMPA, FMI VUOLE SFILARSI DA NUOVO SALVATAGGIO

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 (ANSA) - Il Fondo Monetario Internazionale non vuole partecipare a un terzo salvataggio della Grecia. Lo scrive il quotidiano spagnolo El Mundo secondo cui all'Eurogruppo di ieri il Fmi avrebbe manifestato le proprie riserve a mettere mano a nuovi aiuti, stimati in 50 miliardi di euro, per la scarsa volontà di Atene ad attuare i correttivi richiesti. Atene ha appena rimborsato al Fmi il prestito da 750 milioni, ma avrebbe attinto 650 milioni dalle riserve Sdr (diritti speciali di prelievo) detenute proprio presso il Fmi.

 

  1. GRECIA, DIJSSELBLOEM CRITICA OPZIONE REFERENDUM, CHIEDE PROGRESSI

 (Reuters) - Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, critica la possibilità che la Grecia possa indire un referendum su un nuovo accordo con i creditori internazionali: Fmi, Bce e Commissione europea.

 

Jeroen Dijsselbloem Jeroen Dijsselbloem

Parlando al termine del vertice tra i ministri finanziari della zona euro, Dijsselbloem precisa che Atene potrebbe iniziare ad ottenere parte dei fondi previsti dal programma di salvataggio in cambio di una parziale implementazione delle riforme promesse all'Europa.

 

"Presumibilmente se si indice un referendum non si può iniziare ad implementare le riforme se prima non si è concluso il referendum e questo non sembra avere molto senso", ha detto Dijsselbloem.

 

A mostrare apertura verso la consultazione popolare è stato oggi il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.

 

 

  1. GRECIA; BERLINO APRE SUL REFERENDUM

Ivo Caizzi per il “Corriere della Sera

 

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L’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari «apprezza i progressi» nella trattativa per il salvataggio della Grecia, ma ritiene necessari «più tempo e sforzi per superare le distanze sui punti ancora aperti». Nella riunione a Bruxelles la principale sorpresa è arrivata così dalle posizioni negoziali dei due «nemici», i ministri delle Finanze della Germania e della Grecia Wolfgang Schäuble e Yanis Varoufakis, che si sono improvvisamente invertite: quando il tedesco si è espresso positivamente sul ricorso a un referendum per far decidere ai greci se accettare o meno le misure di austerità imposte dai creditori per sbloccare i prestiti di salvataggio. 

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In passato era stato Varoufakis a ventilare provocatoriamente la possibilità di indire una consultazione popolare, qualora a Berlino e a Bruxelles avessero continuato a insistere sulla richiesta di riforme penalizzanti per le fasce più deboli. Nel 2011, nel pieno della crisi finanziaria, l’allora premier socialista Georges Papandreou, aveva fatto sobbalzare i governi dell’eurozona ipotizzando il ricorso al referendum. Subito la cancelliera tedesca Angela Merkel e l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, entrambi di centrodestra, richiamarono Papandreou a eliminare quella proposta, sostenendo che gli altri governi europei erano decisamente contrari. 

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«Se il governo greco pensa di dover tenere un referendum, allora lasciamogli tenere un referendum — ha dichiarato Schäuble —. Potrebbe essere una misura perfino utile per il popolo greco per decidere se è pronto ad accettare quello che è necessario o se vuole qualcosa di diverso». Varoufakis ha mostrato di non ritenersi spiazzato.

 

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Al termine dell’Eurogruppo ha dichiarato che il referendum è una «opzione», ma «al momento non è necessario» perché «abbiamo un mandato chiaro» dal popolo greco. Ha specificato che la Costituzione di Atene attribuisce la decisione di indire una consultazione popolare al presidente della Repubblica e non al premier Alexis Tsipras, che può solo proporla. «Le differenze si stanno riducendo», ha aggiunto Varoufakis, che ha auspicato un accordo «entro due settimane» perché la liquidità è un «problema terribilmente urgente». Ha però difeso il rispetto delle promesse elettorali del suo governo di estrema sinistra a favore dei poveri e dei disoccupati, affermando che «avremo un accordo» se i creditori «non attaccano quelli che sono troppo deboli per replicare». 

ALEXIS TSIPRAS DEL PARTITO SYRIZAALEXIS TSIPRAS DEL PARTITO SYRIZA


Il commissario Ue per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, ha indicato come criticità «pensioni e mercato del lavoro». Il capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha confermato che la Grecia finora ha pagato i debiti alle scadenze. I ministri finanziari hanno ricordato che l’accordo del 20 febbraio concede tempo per trovare un compromesso solo entro giugno prossimo, se ad Atene vogliono ricevere i 7,2 miliardi di prestiti necessari per evitare l’insolvenza in estate. Ieri fonti del governo greco hanno fatto sapere di aver rimborsato con un giorno di anticipo all’Fmi i 750 milioni di euro di prestito in scadenza oggi. 
 

PIERRE MOSCOVICIPIERRE MOSCOVICI