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Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
«Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno grida più forte», cantava Francesco Guccini. Beppe Grillo lo cita in un post in cui parla di «aria pesante », di un «annuncio di fatti gravi». Non è la prima volta che lancia l'allarme sui pericoli che possono derivare dal clima generato nel Paese. Già in campagna elettorale, e nel libro scritto con Dario Fo e Casaleggio, sosteneva che sono proprio i 5 stelle a impedire che lo scontento degeneri in violenza.
Ora però li vede accerchiati: «Il Movimento è in apparenza circondato», scrive sul blog, i suoi eletti, gli attivisti sono continuamente attaccati come «eretici, deviati, violenti, terroristi». Lamenta gli attacchi di giornali e tv, «diventati senza alcuna vergogna un incrocio tra la Pravda di Stalin e Der Stürmer sotto il nazismo». Vede i suoi «"calpesti e derisi" dal Potere Costituito che sta muovendo ogni leva a sua disposizione per distruggere l'M5S». Nell'aria sente «un che di pesante, di torbido, annuncio forse di fatti gravi».
E predice: «Mentre l'opera di accerchiamento continua, un altro accerchiamento avviene intorno al Potere Costituito. Sono i cittadini italiani la cui rabbia conosce bene chiunque frequenti un bar o una pubblica via. Gli elettori del M5S sono tra loro, sono otto milioni e mezzo, primo partito, il cui voto non è stato preso neppure in considerazione». Infine: «Questione di tempo. Si accorgeranno in autunno di essere loro all'interno di un cerchio. Senza possibilità di fuga verso l'interno né verso l'esterno. Il confronto da politico economico diventerà sociale, incontrollabile».
Parole criptiche che pochi parlamentari hanno voglia di commentare. Il capogruppo al Senato Vito Crimi tiene però a sottolineare una differenza: «Vorrei che si capisse che c'è molta differenza tra il parlare di una cosa che potrebbe verificarsi, e l'auspicarla. Grillo ha descritto la situazione che vede in Italia in questo momento, parla di uno scenario possibile.
Come aveva fatto Paolo Becchi a proposito dei fucili». Il professore aveva parlato della possibilità che la gente imbracci i fucili se i 5 stelle non avranno quel che spetta loro in Parlamento. «à come dire: la situazione è tale che potrebbe succedere questo - spiega Crimi - il che non significa assolutamente augurarselo».
Grillo potrebbe spiegare meglio le sue parole domani o venerdì, quando tornerà a Roma a incontrare i parlamentari. «L'incontro era previsto - dicono dallo staff - non è stato deciso dopo le polemiche sulla diaria». Tra i parlamentari, però, sono tutti certi che di stipendi si parlerà .
Alcuni temono: «Ci farà pelo e contropelo» dopo il sondaggio interno in cui la maggioranza ha proposto di non avere l'obbligo di restituire quel che non viene rendicontato. Non si sa se ci sarà anche Casaleggio, che inizialmente avrebbe dovuto incontrare i deputati e senatori che si occupano di Economia.
All'ordine del giorno ci sono i problemi della piccola e media impresa, e - sottotraccia - il problema del rapporto con i giornalisti: «Troppe talpe», dice più d'uno. Nel frattempo, esponenti di peso come Roberta Lombardi, Roberto Fico, Vito Crimi hanno cominciato a render pubblico che loro, dello stipendio, oltre ai 5.000 euro lordi di base terranno solo quel che spenderanno.
Alessandro Di Battista, appena diventato vicepresidente della commissione Esteri, pubblica un video in cui dice che terrà 5.000 euro lordi che, per quanto riguarda il deputato celibe, senza figli e senza immobili, sono 2.990 netti al mese. Più 641 euro di rimborsi (la busta paga somma le competenze di marzo e aprile) su un totale di 19 mila. Tutto il resto (oltre 13mila euro), in attesa che si decidano le modalità di restituzione, lo verserà in un conto separato.
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