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MATTEO BORGETTO per la Stampa
7 DICEMBRE 1981 - INCIDENTE STRADALE DI BEPPE GRILLO CON LA SUA CHEVROLET
"Into the wild" delle montagne di Limone Piemonte, profondo Cuneese, c'è un telaio di ferro e ruggine di una vecchia Chevrolet che il sindaco, Massimo Riberi, vorrebbe accompagnare al più presto verso il deposito di uno sfasciacarrozze. Come il Magic Bus del film di Sean Penn, rimosso da poco dal Parco nazionale di Denali, in Alaska, «attira troppa gente in un punto dove è fin troppo facile scivolare e farsi male».
Il motivo di tanta curiosità è presto detto: è il fuoristrada del famoso incidente che il 7 dicembre 1981 vide Beppe Grillo come protagonista e che causò la morte di tre persone e la successiva condanna dell'ex comico, futuro fondatore del Movimento 5 Stelle, per omicidio plurimo colposo.
«Quel rottame - racconta adesso il sindaco - non è un trofeo da mostrare ai turisti. Tanti continuano a fermarsi, per scattare fotografie come fosse un'attrazione. Invece bisogna avere rispetto delle persone che sono decedute in quella tragedia. Proverò a contattare Beppe Grillo, per collaborare insieme, trovare una soluzione condivisa e rimuovere definitivamente i resti del veicolo». Il rottame è una parte della carcassa del telaio di un fuoristrada Chevrolet che precipitò in un burrone ai primi chilometri della Via del Sale Limone-Monesi.
I RESTI DELLA CHEVROLET DI BEPPE GRILLO
Nell'incidente morirono tre persone: Renzo Giberti, 45 anni, la moglie Rossana Quartapelle, 33, il figlio Francesco, un bambino di 9. Assolto in primo grado dal Tribunale di Cuneo, Grillo fu poi condannato in Appello (1985) e in Cassazione (1988), a 14 mesi con sospensione condizionale della pena. Quasi 40 anni dopo, il relitto della Chevrolet è ancora lì, a ricordare l'accaduto.
E non sono pochi, ancora oggi, gli escursionisti a piedi, bicicletta, auto e moto che frequentano l'Alta Via del Sale, a trattenersi in quel punto dell'ex militare in quota tra Italia e Francia, sul versante italiano di Limone, appena sotto la Cabanaira, per riprendere con foto e video ciò che resta del fuoristrada: un cubo di lamiere arrugginite, incastrato tra due grandi speroni di roccia.
7 DICEMBRE 1981 - INCIDENTE STRADALE DI BEPPE GRILLO CON LA SUA CHEVROLET
«Ricordo che nel mese successivo all'incidente - prosegue Riberi -, giorno dopo giorno sparirono le componenti "di valore" dell'auto: pneumatici, carrozzeria, parti interne dell'abitacolo. Ora è rimasto soltanto un piccolo cumulo di rottami, tuttavia visibili a un centinaio di metri dalla strada. Niente di personale con Beppe Grillo, capisco che sia difficile per lui ricordare, ma ritengo che vadano rimossi per sempre, mettendo la parola fine a quella terribile vicenda».
Quel giorno Beppe Grillo si trova a Limone, ospite dell'amico Giberti, ex calciatore del Genoa. Finito il pranzo, decidono di raggiungere Baita 2000. La Range Rover di Giberti è ingolfata e non parte, mentre Grillo ha una nuova Chevrolet, così i famigliari dell'ex calciatore accettano il passaggio. Con loro salgono altri tre amici: Andrea Mambretti e Carlo Stanisci con la fidanzata Monica e il loro cane. Sull'ex strada militare c'è poca neve. A poche centinaia di metri dall'arrivo, il cane inizia ad abbaiare, così Carlo e Monica scendono per fargli fare una breve passeggiata. Lo schianto pochi istanti dopo.
All'altezza di una curva vicino alla roccia Cabanaira, la sterrata è un lastrone di ghiaccio. Grillo prosegue, ma il veicolo inizia a scivolare all'indietro, urta la roccia con il posteriore, carambola in avanti e precipita nel burrone. Il comico si salva, lanciandosi subito fuori dall'abitacolo. «Ho cercato di assecondare la marcia dell'auto all'indietro, come quando si fa retromarcia - dichiarò Grillo nel 1984 - puntando verso una sporgenza di roccia del monte, dove speravo di fermarmi. Per disgrazia ho colpito quella sporgenza con la ruota di scorta esterna, la macchina ha ruotato verso il burrone. Istintivamente, ho spalancato la portiera e mi sono lanciato, mentre la Chevrolet precipitava».
Contuso, in stato di choc, Grillo riesce a chiamare i soccorsi. I coniugi Giberti e il bambino perdono la vita, Mambretti si salverà dopo una lunga degenza in ospedale a Cuneo. «In questo momento il ricordo struggente va ai poveri Renzo, Rossana, Francesco, i miei cari amici che non ci sono più - concluse Grillo nell'84 -. Anche se non mi sento, e anche per la magistratura non lo sono, colpevole della loro morte, l'immagine spaventosa di quel che è accaduto a Limone non mi abbandonerà mai»
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