DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Il rapporto con la Cina e i finanziamenti alla difesa. Sono i temi su cui l' Italia deve aspettarsi di aver discussioni col presidente Trump, durante il vertice Nato a Londra, secondo autorevoli fonti dell' amministrazione che stanno preparando l' appuntamento del 3 e 4 dicembre. In Libia gli Usa sono intervenuti per fare pressioni sul generale Haftar, affinché chiuda la porta alla Russia. È uno sviluppo che va incontro agli interessi di Roma, ma ripropone anche il problema delle nostre relazioni con Mosca, troppo sbilanciate quando Salvini e la Lega erano al governo.
Trump poi accoglierà la sfida di Macron per la riforma dell' Alleanza, a patto che non preveda la creazione di una struttura parallela europea, mentre riprenderà il negoziato con Erdogan perché la scelta di installare i missili russi S-400 è incompatibile con la presenza nella Nato. Le fonti spiegano che il rapporto con la Cina, e la possibile assegnazione del network delle telecomunicazioni 5G a Huawei, torneranno sul tavolo perché le rassicurazioni fornite finora da Roma non sono bastate.
Il problema si lega alla Nato perché consegnare ai cinesi il controllo del 5G metterebbe a rischio la sicurezza delle comunicazioni dell' Alleanza e di infrastrutture strategiche. Ciò potrebbe portare all' emarginazione o l' esclusione dell' Italia dai processi legati in particolare all' intelligence. Ma in discussione ci sarà in generale il nostro rapporto con Pechino, anche perché ad esempio il silenzio su Hong Kong non è più tollerabile, dopo che Trump ha messo a rischio il negoziato commerciale firmando la legge di sostegno alle proteste.
I finanziamenti alla difesa
Con Roma poi si parlerà dei finanziamenti alla difesa. Finora Trump aveva risparmiato al premier Conte le critiche più severe, durante i vertici precedenti, ma l' Italia resta fra i fanalini di coda, con gli investimenti limitati all' 1,2% del pil, e questo non può durare a fronte degli impegni presi dagli altri europei. Sulla Libia Trump aveva sorpreso Mattarella, quando durante il loro incontro alla Casa Banca gli aveva chiesto come mai l' Italia favorisse Haftar.
L' amministrazione però ha le idee chiare, e il 24 novembre scorso una delegazione composta dalla vice consigliera per la sicurezza nazionale Victoria Coates, l' ambasciatore Richard Norland, il vice assistente segretario di Stato per l' energia Matthew Zais, e l' ufficiale di Usafricom Steven deMilliano, ha incontrato il generale. L' assistente segretario di Stato David Schenker è andato a Roma e ha chiarito che l' obiettivo era mettere in guardia Haftar dalla collaborazione con Putin: «Si tratta delle forze regolari russe e dell' organizzazione Wagner, schierate in numeri significativi sul terreno per aiutare Lna. Noi pensiamo che ciò sia incredibilmente destabilizzante».
xi jinping giuseppe conte a villa madama
Quindi Schenker ha chiesto agli europei di bandire Wagner. Sono mosse che vanno incontro agli interessi dell' Italia, ma ci obbligano anche a fugare i dubbi sui nostri rapporti con Mosca.
vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 2
Negli ultimi tempi sono circolate voci riguardo la possibilità che gli Usa accettino l' annessione della Crimea alla Russia in cambio del via libera all' indipendenza del Kosovo, ma non trovano conferma. Hanno molto colpito invece le dichiarazioni di Macron sulla «morte cerebrale» della Nato. Gli americani pensano che il presidente francese abbia voluto attirare attenzione sulla necessità di riformare l' Alleanza, e su questo Trump concorda, però si opporrà all' idea di costituire una struttura di difesa parallela europea, a cui peraltro è contraria anche la Germania.
Il capo della Casa Bianca insisterà sul tema dei finanziamenti, ma stavolta userà toni più positivi, per sottolineare i progressi fatti dall' Alleanza da quando lui è in carica. Riprenderà poi il negoziato con Erdogan, appena iniziato con la visita alla Casa Bianca. Gli Usa riconoscono le esigenze di sicurezza della Turchia, ma considerano lo schieramento dei missili S-400 incompatibile col programma F-35 3 la presenza nella Nato.
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