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Carlo Tarallo per Dagospia
1- "Se alla Regione Sicilia finisce come al Comune di Palermo Alfano dovrà dimettersi per forza": nel Pdl il ritorno in campo di Silvio Berlusconi restituisce il sorriso, anzi il ghigno, ai fedelissimi del Patonza, che sperano (non si può dire ma è proprio così) in una tragica sconfitta elettorale nel prossimo autunno per dare il benservito definitivo ad Angelino Jolie e al suo "cerchietto magico", che in questi ultimi mesi ha tentato invano di pensionare molti dei pretoriani di Silvio.
Lo spiffero del dirigente pidiellino parte-nopeo e parte-romano è liberatorio, e del resto c'era da aspettarselo. "Da sempre - aggiunge la fonte - Palermo è un termometro politico importante che fotografa la situazione italiana. Se nella sua Regione Alfano collezionerà un altro insuccesso, dovrà trarre le conseguenze. Ma lui lo sa benissimo: avete visto che faccia pallida che aveva ieri mentre fingeva di gioire della ricandidatura di Berlusconi?". Conto alla rovescia scattato? Why not!
2- Questa è talmente incredibile che vale la pena riportare integralmente la trascrizione del dialogo via sms con una fonte romana che di solito non ne sbaglia una. "Tieni d'occhio i segnali di avvicinamento tra Roberto Saviano e Beppe Grillo" "Ma dai..." "Sì!"
3- Luigi De Magistris querela tout le monde! Incazzato per come i media stanno seguendo la (molto presunta a dire il vero) invasione di scarafaggi arancioni a Napoli, Giggino si incazza e annuncia "azioni civili nei confronti di tutti coloro che stanno danneggiando l'immagine della nostra città , a cominciare da alcuni articoli apparsi sulla stampa francese". Il riferimento è al reportage di Le Monde sul proliferare degli immondi insetti sotto 'o Vesuvio. Della vicenda si è occupato anche il Tg1: "Deve essere stato un gesto di affetto da parte del nuovo cda della Rai che ringraziamo". Tarantola avvisata...
4- "La finanza! La finanza all'Unione Industriali!": il grido ha percorso le redazioni di Napoli e non solo. L'arrivo delle Fiamme Gialle a Palazzo Partanna, ieri pomeriggio, ha fatto pensare subito al peggio (o al meglio, a seconda dei punti di vista). E invece no! Non si trattava di acquisire carte relative alle inchieste della Procura sulla Coppetta America, ma delle conseguenze di un vecchio scazzo sui giornali tra Antonio D'Amato, ex presidente di Confindustria, e il suo nemico giurato Gianni Letta-Lettieri, ex leader degli industriali napoletani.
"La vicenda - spiega al Velino il procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli - parte da una querela per diffamazione di Gianni Lettieri contro Antonio D'Amato in merito alle valutazioni espresse da quest'ultimo sulla gestione dell'Unione degli industriali negli anni di presidenza Lettieri. Successivamente - aggiunge Zuccarelli - D'Amato ha sostenuto la veridicità di quanto affermato su organi di stampa, di qui la necessità di approfondire e verificare...".
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