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Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”
al smith dinner donald trump hillary clinton 7
La campagna di Hillary ha già organizzato la serata della vittoria per l'8 novembre e ha fatto arrivare ai giornalisti accreditati presso il Foreign Press Center di New York l'invito a iscriversi perché «i posti sono limitati». Il problema, per la Clinton, è che per allora rischiano di «essere limitati i voti», vista la traiettoria dei sondaggi delle ultime ore che indicano il progressivo calo del vantaggio. Quello medio calcolato da RCP, che tra quelle di ottobre conta ancora le rilevazioni di AP (+14 punti per Hillary), di Quinnipiac (+7) e di USA Today (+9), vede la DEM davanti per 45.8 a 40,4.
I sondaggi nazionali più recenti, però, segnalano una rincorsa che sta riportando Trump nel margine statistico della parità: Hillary è davanti 42,6 a 41,4 per IBD/TIPP e 44 a 43 per Rasmussen, ma dietro a Trump, 44,5 a 45,2, secondo il Los Angeles Times.
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Queste rilevazioni sono quotidiane e volatili, ma il messaggio comune è che da una Hillary superfavorita di metà ottobre si è passati alla prospettiva d'un finale al fotofinish fra 12 giorni. Per la FOX, il vantaggio di 6 punti di 10 giorni fa è dimezzato ora a 3.
I sondaggi nazionali, peraltro, possono prevedere quale candidato avrà più voti in assoluto nel Paese, una vittoria che può essere platonica come fu per Al Gore contro George W.Bush nel 2000. A pesare sono i 538 Grandi Elettori, assegnati stato per stato sulla base degli abitanti, che formano il Collegio Elettorale.
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È necessaria la maggioranza di 270 voti per vincere, e l' attenzione è quindi sulla decina scarsa di Stati «ballerini» che non sono storicamente dominati dal GOP o dai DEM. Anche in alcuni di questi stati Trump ha guadagnato posizioni, riaprendo i giochi. In Florida, la media di RCP vede la DEM a 46,4 e Trump a 44,8, ma il sondaggio di ieri di Bloomberg ha Trump davanti per 45 a 43.
In Ohio, Trump supera la Clinton per 44,8 a 43,7 nella media RCP e per 46 a 42 secondo Remington Research (società vicina al GOP). In Iowa Trump è primo per 41,7 a 38 nella media RCP, e batte 43 a 39 Hillary (Des Moines Register). In Nevada la media RCP premia ancora la Clinton, 45,3 a 43,3, ma l' ultimo NBC/WSJ vede la coppia appaiata a 43, e il Remington dà a Trump un vantaggio di 3 punti (47 a 44).
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Sui sondaggi futuri, e sull'esito, pesano tre incognite. La prima è quanto «effetto Brexit» si nasconda nelle risposte degli interpellati: esiste un serbatoio coperto di trumpisti che non ammettono di esserlo per non incorrere nella «scomunica» di un'opinione pubblica plasmata dai media al 90% pro Hillary?
La seconda è l' incidenza crescente, negativa per i DEM, che stanno avendo le email diffuse da WikiLeaks, quotidianamente, sui traffici loschi della campagna di Hillary. Lo scandalo di oggi è la rivelazione che gli «amici» dei Clinton di una società di PR, la Teneo, hanno procurato finanziatori che davano milioni alla Clinton Foundation, e contemporaneamente tanti milioni a Bill per i suoi discorsi, anche quando Hillary era segretaria di Stato.
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«Dal 2001, gli accordi arrangiati a favore di Bill gli hanno procurato personalmente 30 milioni, con altri 66 che saranno pagati nei prossimi 9 anni se lui sceglierà di continuare a mantenere gli stessi accordi», si legge in un memo di Doug Band, aiutante di Bill e fondatore della Teneo con l' ex inviato del Dipartimento di Stato Declan Kelly. Lo spettacolo piace sempre meno e può erodere fino alla fine il rating di Hillary.
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