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Ilaria Venturi per www.repubblica.it
MATTEO SALVINI GIUSEPPE VALDITARA
Un ministro "sovranista" alla scuola, o meglio al ministero ridenominato "Istruzione e Merito". Giuseppe Valditara, 61 anni, ex senatore di An (finiano) e leghista della prima ora: con Miglio, suo maestro, ha contribuito scrivere la bozza di Costituzione federale della Lega. Milanese di origine - papà ex partigiano e mamma insegnante - liceale al Berchet, poi laureato in Giurisprudenza attualmente è docente di diritto romano all'Università di Torino. E dunque torinese d'adozione.
Studioso del federalismo, direttore di Logos, un progetto vicino alle posizioni della Lega e Noi con Salvini, e presidente del think tank nato durante il lockdown Lettera 150, suo il libro "Sovranismo. Una speranza per la democrazia" e il più recente "L'Italia che vogliamo, (firmato con Alessandro Amadori e con la prefazione di Matteo Salvini), portato in tour dal segretario leghista, costituendo una sorta di programma del salvinismo: il "Manifesto della Lega per governare il Paese", è il sottotitolo.
Il suo profilo è gradito a Fratelli d'Italia e corrisponde alla volontà della Lega di "riprendersi" la scuola dopo la parentesi di Marco Bussetti, che durante il governo Conte 1 nominò Valditara capo dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca al Miur (Università e Istruzione erano insieme). Per lui, dunque, un ritorno a Viale Trastevere, ma stavolta da ministro.
Dopo gli esordi nel partito di Bossi, Valditara viene eletto senatore di An nel 2001 per tre legislature. Per An è responsabile del dipartimento Scuola e Università. Poi un passaggio in Fli, con Gianfranco Fini. Infine il riavvicinamento alla Lega di Salvini, di cui è tra i consiglieri più vicini. Prima ancora Valditara era stato vicepresidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e, nel 2000-01 assessore provinciale all'Istruzione e all'Edilizia scolastica della Provincia di Milano. E nel 1998 aveva collaborato con Pinuccio Tatarella alla redazione di uno statuto di autonomia particolare per la regione Puglia.
I sindacati sono già pronti a presentare al neoministro tutti i nodi da affrontare per la scuola, dal contratto da rinnovare al reclutamento dei precari e certo non lo seguiranno sull'ipotesi di autonomie differenziate. I prof lo temono perché si presenta con il biglietto da visita di "relatore della legge Gelmini", i cui tagli rappresentano ancora una ferita per il mondo della scuola. Nel governo Berlusconi infatti è stato relatore di maggioranza della riforma Gelmini, per la parte dell'università, il dicastero che avrebbe preferito guidare. Le sue prima parole? Affidate a un tweet: "Aver coniugato Istruzione e merito è un messaggio politico chiaro".
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