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Mario Lavia per "Europaquotidiano"
Nella componente dei Giovani turchi, che nella attuale geografia del Pd occupa la zona più a sinistra ma che fa parte della maggioranza bersaniana, si fa strada l'opinione che se si andasse ad uno show down elettorale il candidato premier del Pd non sarebbe più Pier Luigi Bersani.
Ovviamente, siamo ancora nella fase in cui domina il piano A: l'incarico al segretario del Pd per formare un governo con il M5S. «Non facciamo discussioni premature - dice Stefano Fassina - noi siamo concentrati sull'obiettivo primario, poi caso mai parleremo del resto quando sarà il momento...». Però aggiunge subito: «Secondo me non ci devono essere automatismi, si deve ridiscutere anche il candidato premier». Insomma, Bersani ha vinto le primarie di una fase ormai chiusa, ora se si andasse di nuovo alle urne «è chiaro che la via maestra sarebbero nuove primarie».
à un punto di vista che molti bersaniani doc non condividono, legati all'idea che in caso di fallimento del tentativo-Bersani si tratterebbe comunque di andare ad un "secondo tempo", correggendo la linea del partito a sinistra, con il segretario ancora candidato a palazzo Chigi.
Ma anche Matteo Orfini ritiene che questa ipotesi sarebbe superata dai fatti e che si andrebbe a primarie («si organizzano in 15 giorni») alle quali dovrebbe partecipare Matteo Renzi, al quale si dovrebbe contrapporre un nome più profilato a sinistra, «Barca andrebbe bene, ma ci possono essere altre personalità esterne con un forte richiamo, magari una donna».
Chi, è inutile chiedere («certo non sarebbe uno di noi») ma è chiaro che contro un Renzi lanciatissimo bisognerebbe guardare fuori dai confini del partito.
Ma non è tutto. La novità che Orfini prospetta è che il candidato del Pd «potrebbe anche essere Renzi, scelto da tutti, ma se cambiasse linea. Lui ha scelto di fare le primarie di ottobre sulla linea Zingales-Ichino, ma è chiaro che se cambiasse impostazione la sua forza dentro il partito crescerebbe. Io lo conosco, Renzi è un ragazzo dai tanti volti, è uno capace di cambiare idea...».
Quella che non cambia è la linea che i Giovani Turchi hanno assunto nella vicenda della crisi. Che resta: o governo con Grillo o richiesta di elezioni. «Se, fallito il tentativo di Bersani, prendesse corpo l'idea di un governo appoggiato da Pd e Pdl - spiega Orfini -io mi batterei soprattutto nei gruppi parlamentari per far prevalere la proposta di ritorno alle urne. Nei gruppi parlamentari questa battaglia sarebbe del tutto aperta».
Resta da capire cosa pensi Pier Luigi Bersani, che tenta la carta del governo con i grillini non certo per difendere il ruolo personale (questo voleva dire la frase pronunciata a Otto e mezzo) ma per valorizzare al massimo il ruolo politico del suo partito. Quanto a eventuali passaggi di mano, è lui l'inventore dell'assunto che «la ruota deve girare»: concetto che probabilmente in cuor suo considera valido per la guida del partito ma anche per la candidatura alla premiership.
BINDI FASSINA BERSANI STEFANO FASSINA jpegMATTEO ORFINI RENZI Ministro Fabrizio Barca
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