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“I NUMERI CITATI DA NORDIO NON STANNO NÉ IN CIELO NÉ IN TERRA” – IL CONSIGLIERE LAICO DEL CSM, ERNESTO CARBONE, BOLLA COME “FALSI” I DATI SULLE ALTE PERCENTUALI DI ACCOGLIMENTO DEI GIP ALLE RICHIESTE DI INTERCETTAZIONI DEI PM, FORNITI DAL GUARDASIGILLI NEL TENTATIVO DI DIMOSTRARE LA “CONNIVENZA” TRA GIUDICI E PM (E QUINDI SOSTENERE L'URGENZA DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE IN VISTA DEL REFERENDUM) – GIÀ IL PROCURATORE DI BARI, ROBERTO ROSSI, AVEVA DENUNCIATO CHE QUEI DATI ERA FARLOCCHI – AVS CHIEDE CHE IL MINISTRO RISPONDA SUBITO IN AULA SUL CASO: NORDIO HA MENTITO? 

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Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

intercettazioni

È battaglia sui numeri dati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulle intercettazioni telefoniche: «Falsi» attaccano dal Csm. «Strumentali» rincarano dall'Anm. Avs, con Angelo Bonelli, chiede che il ministro ne risponda immediatamente in aula.

 

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Una nuova polemica si alza sulla giustizia, dopo le dichiarazioni del procuratore di Bari, Roberto Rossi, che aveva accusato il ministro Nordio di aver fornito dati sbagliati sulle percentuali di accoglimento dei gip alle richieste di intercettazioni dei pm.

 

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA IN SENATO - CARLO NORDIO

«Numeri che non stanno né in cielo né in terra», dice Ernesto Carbone, consigliere laico del Csm in quota Italia Viva, che – a quattro giorni dal duro scontro tra il procuratore Rossi e il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, andato in scena all'evento per i 25 anni di Repubblica Bari – spiega perché i dati utilizzati dal Governo per agitare lo spettro della connivenza tra giudici e pm, e quindi sostenere l'urgenza della separazione delle carriere in vista del referendum, siano «falsi».

 

Così li aveva definiti Rossi, così li bolla Carbone, convinto che la risposta data da Nordio il 14 novembre all'interrogazione del deputato forzista Enrico Costa sia stata «troppo veloce» e «non del tutto veritiera». Il guardasigilli, insomma, potrebbe aver mentito.

 

ernesto carbone

A quale scopo «lo dovrebbe dire lui», affonda l'avvocato calabrese. Che spiega tecnicamente perché quei dati – che raccontano di richieste dei pm accolte dai gip in merito alle intercettazioni con una forbice che va dall'84 al 100 per cento dei casi – non possano essere sintetizzati in quel modo.

 

«Ci sono almeno tre motivi – dice Carbone – Il primo è che la stessa richiesta di proroga può essere autorizzata per alcuni bersagli e non per altri. Il secondo è che, specie in indagini di mafia o narcotraffico, molte persone hanno più telefoni. Il terzo è che una persona può avere più utenze intestate e darle in uso ad altri».

 

il procuratore di Bari Roberto Rossi e il viceministro Francesco Paolo Sisto

Sarebbe insomma difficile ottenere dati statistici secchi partendo da tutte queste variabili. E lo sarebbe ancor di più considerando che il «modello 37» non è informatizzato: tutto avviene su registri cartacei, i cui dati non vengono messi a sistema. Del resto, sul sito del ministero della Giustizia si trovano solo report annuali senza specifiche; idem nelle relazioni degli anni giudiziari.

 

A contestare l'impianto dei numeri non è solo Carbone. Anche il presidente dell'Anm, Rocco Maruotti, parla di tempismo «stupefacente» nella risposta del ministro, ricordando però i ritardi nell'assicurare il funzionamento dei servizi di giustizia.

 

il pm rocco gustavo maruotti

Maruotti definisce le percentuali «letteralmente drogati» dal peso delle indagini sul narcotraffico. «Se il governo vuole che smettiamo di indagare sulla droga, lo dica chiaramente», afferma. [...]

intercettazioniernesto carboneil procuratore di Bari Roberto Rossi e il viceministro Francesco Paolo Sisto

 

carlo nordio - foto lapresse