DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Gianfranco Ferroni per “Il Tempo”
DON VINCENZO NON MOLLA: “GUAI A TOGLIERSI LA MASCHERINA”
Vincenzo De Luca non è Emmanuel Macron: e così ieri il governatore della regione Campania ha pronunciato il suo ennesimo intervento a favore dell’utilizzo della mascherina, oggetto che invece è stato messo da parte dal presidente della repubblica francese.
"Da tre, quattro giorni c'è stato l'aumento di ingressi in terapie intensive", ha detto ieri De Luca, “abbiamo la riapertura delle attività economiche e culturali come è giusto che sia e questo determina un rimescolamento della società e in più dobbiamo avere una prudenza maggiore sull'arrivo di migliaia di profughi dall'Ucraina.
Dobbiamo avere il dovere di accoglierli ma anche pretendere che si controllino per evitare che si spanda il contagio. Bisogna essere prudenti per poter aprire tutto, perché se prendiamo decisioni a metà ricreiamo i problemi, quindi no angoscia ma l'uso della mascherina deve essere ritenuto. Lo ripeto perché l'elemento di base è la protezione".
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LA PIANISTA GRIMAUD ATTIRA BINI SMAGHI
Si chiama Hélène Grimaud ed è una delle più affermate pianiste contemporanee di musica classica.
Ha suonato a palazzo Colonna per “Domus Artium”, circuito internazionale di concerti ed eventi nelle dimore patrizie del Lazio e della Capitale, ideato da Barrett Wissman.
Tra i primi a confermare la presenza per un suo concerto ecco Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale, appassionato di arte come pochi altri, dai quadri al mondo delle sette note. E numerosi esponenti dell’aristocrazia romana hanno prenotato un posto per ammirare Grimaud.
Per Patrizia Piergiovanni, direttore della Galleria del palazzo, "per la prima volta con Domus Artium ospitiamo concerti accessibili al grande pubblico mediante l'acquisto di biglietti e non esclusivamente su inviti come è stato in passato.
Questo permette di ridar vita a quella vocazione plurisecolare di accoglienza della cultura e dell'arte ospitando artisti contemporanei della grande musica internazionale e permettendo così al pubblico di vivere esperienze dal vivo di rara suggestione e bellezza in un contesto monumentale. Un connubio non certo frequente".
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FRANCESCHINI RINGRAZIA CASINI (LORENZO)
Franceschini ringrazia Casini: si sa che il ministro della Cultura è un vecchio democristiano, ma l’uomo che ha raccolto le felicitazioni di Dario si chiama Lorenzo, e non Pier Ferdinando.
Capo di gabinetto del Mic, Lorenzo Casini ha rassegnato le dimissioni dopo l’elezione alla presidenza della Lega Calcio Serie A. Per Franceschini quello di Casini è stato un “lavoro prezioso e determinante che ha consentito al ministero di rinnovarsi e riformarsi in profondità.
Un impegno straordinario e costante che, a partire dal 2014, ha permesso di realizzare importanti riforme, dai musei al cinema, e che, negli ultimi due anni, ha anche consentito al ministero di gestire al meglio la fase emergenziale”. E ora, avanti un altro.
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ROSY BINDI E LA MORTE DELLA DC
Sono passati tanti anni ma a Venezia e dintorni chi militava nella Democrazia cristiana non vuole dimenticare come è stato distrutto quel partito.
Un politico munito di memoria, Gian Pietro Favaro, intervistato dal Corriere del Veneto, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: dopo essere stato deposto per via giudiziaria dalla carriera politica, ricorda che il suo ruolo di segretario regionale “avrebbe dovuto prenderlo Tina Anselmi, ma Bernini (Carlo, detto il doge, ndr) disse no (perché puntava sul padovano Candido Tecchio, ndr) e alla fine arrivò Rosy Bindi, quarantenne toscana eletta in Europa qui a Nordest.
La sua relazione, all’assemblea di Abano del 10 luglio 1993, fu durissima nel suo impeto moralizzatore. Bindi sosteneva che dovessimo ‘morire’ tutti per far nascere un partito nuovo dalle ceneri della Dc”. Poi tutti hanno visto come è andata a finire.
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