no trade is free di robert lighthizer trump

“IL LIBERO COMMERCIO NON ESISTE” – PER CAPIRE LA POLITICA DAZISTA DI DONALD TRUMP, BISOGNA LEGGERE “NO TRADE IS FREE” DI ROBERT LIGHTHIZER, IL SUO GURU PER IL COMMERCIO. LIGHTHIZER SOSTIENE (NON A TORTO) CHE DA QUANDO LA GLOBALIZZAZIONE È INIZIATA GLI STATI ECONOMICAMENTE PIÙ FORTI, A COMINCIARE DA CINA E GERMANIA, SI SIANO IMPOSTI VARANDO SOVVENZIONI E AIUTI STATALI GRAZIE AI QUALI HANNO SISTEMATICAMENTE FAVORITO LE PROPRIE AZIENDE, FACENDOSI BEFFA DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO (WTO). A QUESTO PUNTO, PERCHÉ GLI STATI UNITI NON DOVREBBERO RISPONDERE CON I DAZI?

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Estratto da “La scossa globale. L’effetto-Trump e l’età dell’incertezza”, di Maurizio Molinari (ed. Rizzoli)

 

IL GURU DEI DAZI

no trade is free di robert lighthizer

Per capire da dove viene la decisione di Trump di iniziare la guerra globale dei dazi bisogna partire da Robert Lighthizer, il suo guru sul commercio. Nato nel 1947 ad Ashtabula, Ohio, avvocato ed esperto di commercio nell'amministrazione Reagan e poi alto rappresentante durante il primo mandato di Trump, Lighthizer mette nero su bianco ciò in cui crede nel libro No Trade is Free, pubblicato nel 2023, nel quale afferma che il «libero commercio non esiste».

 

Per il semplice motivo che da quando la globalizzazione è iniziata gli Stati economicamente più forti - a cominciare da Cina e Germania - si sono imposti sugli altri varando ogni sorta di sovvenzioni e aiuti statali grazie ai quali hanno sistematicamente favorito le proprie aziende, violando le regole della libera concorrenza e facendosi beffa dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

 

Davanti a tali e tante violazioni della concorrenza, Lighthizer ritiene che i dazi facciano crescere il Pil nazionale aiutando le manifatture a difendersi e prosperare. Furono i dazi, a suo avviso, a consentire il boom economico americano fra fine Ottocento e inizio Novecento, e afferma che a conti fatti quelle tariffe arrivarono al 40 per cento.

 

donald trump - dazi

Le tariffe, a suo avviso, non servono solo a fare crescere l'economia Usa e ad aumentare i posti di lavoro ma anche - e questa è la novità più strategica - a ottenere risultati politici.

 

Da qui l'offerta a Messico e Canada di sospenderli in cambio del blocco dei flussi di migranti illegali e del traffico del fentanyl, la nuova droga. Ma soprattutto, per Lighthizer il nemico da battere è la Cina: da quando è entrata nell'Organizzazione mondiale del commercio nel 2001, a suo dire viola ogni regola possibile, con il risultato di crescere a scapito degli altri, contribuendo a far decollare il deficit commerciale Usa fino a sfiorare i settantanove miliardi di dollari.

 

donald trump - dazi

In ultima istanza, il consigliere che pensa ciò che poi Trump dice e fa sui dazi ritiene che le tariffe possano essere lo strumento grazie al quale l'America può riaffermare il proprio status di superpotenza, guadagnando prosperità e sicurezza. E alla moltitudine di economisti americani e leader stranieri, a cominciare dagli alleati, che mettono in guardia sui pericoli, anche per gli Stati Uniti, conseguenti a un ritorno del protezionismo su scala globale, lui risponde: «La storia dell'America mi dà ragione, sono i dazi che portano al benessere».

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