JAILHOUSE DIET! - IN CALIFORNIA TRENTAMILA DETENUTI IN SCIOPERO DELLA FAME PER PROTESTA CONTRO IL CARCERE DURO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Federico Rampini per "la Repubblica"

Ha la fama, in larga parte meritata, di essere uno stato progressista. Eppure la California ha uno dei sistemi penali più severi d'America: "Three strikes you're out", la regola per cui tre reati possono valere quasi automaticamente l'ergastolo. È anche uno Stato che privatizza e delocalizza gran parte del suo sistema carcerario: anche l'attuale governatore, il democratico Jerry Brown, ha rinnovato un accordo per mandare ottomila detenuti presso prigioni private gestite in altri Stati.

Ora i detenuti della California non ne possono più, e da quattro giorni 30.000 fra loro sono in sciopero della fame. È la più massiccia protesta nella storia dei penitenziari americani. Molti carcerati incrociano le braccia rifiutandosi anche di lavorare: soprattutto negli istituti privati, ma non solo, quella carceraria è una manodopera ad alto sfruttamento. La protesta dilaga in molte delle 33 prigioni californiane e si estende anche ad alcuni istituti penitenziari privati che si trovano in altri Stati Usa ma accolgono i condannati della California.

All'origine di questo movimento, c'è l'uso massiccio delle celle di isolamento. Circa 10.000 prigionieri sono sottoposti al regime più duro, a tempo indefinito: in celle solitarie, senza l'ora d'aria né la possibilità di usare il telefono.

Il regime dell'isolamento è usato molto verso i membri di gang. Ma la California è inadempiente di fronte alla Corte suprema, che due anni fa condannò i suoi sistemi penitenziari, ravvisandovi "condizioni disumane" in violazione dell'Ottavo Emendamento della costituzione.

I giudici della Corte suprema nel 2011 diedero anche un ultimatum alla California perché riduca di 10.000 detenuti la sua popolazione carceraria. Dopo essere andato al governo, Brown ha liberato anticipatamente i detenuti per reati minori, e tuttavia resta ben lontano dall'obiettivo di affollamento che gli era stato fissato dai giudici costituzionali.

Nel frattempo un altro tribunale, federale, ha accusato la California di esporre i carcerati a gravi rischi sanitari: le condizioni di sovraffollamento stanno contribuendo a un'epidemia di febbri micidiali. La protesta ha avuto inizio nel carcere di massima sicurezza di Pelican Bay già alcuni mesi fa. Quando la protesta è diventata massiccia, i detenuti hanno deciso di sovrapporla al Ramadan: questo rende più difficile per le autorità distinguere chi digiuna per motivi religiosi, e quindi adottare ritorsioni contro chi protesta.

I leader della protesta hanno fatto sapere, attraverso i propri legali, che stanno preparandosi a subire reazioni pesanti: le guardie avrebbero già annunciato perquisizioni delle celle, fino all'uso ulteriore dell'isolamento come castigo, com'è già accaduto in passato di fronte agli scioperi della fame. Deborah Hoffman, portavoce del "California Department of Corrections and Rehabilitation", ha descritto quelle punizioni come «parte della nostra politica normale».

 

CALIFORNIA SCIOPERA DELLA FAME DEI DETENUTI CALIFORNIA SCIOPERA DELLA FAME DEI DETENUTI CALIFORNIA SCIOPERA DELLA FAME DEI DETENUTI CALIFORNIA SCIOPERA DELLA FAME DEI DETENUTI CALIFORNIA SCIOPERA DELLA FAME DEI DETENUTI