“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano”
Diversamente dai garruli politici italiani, Angela Merkel parla solo quando ha qualcosa da dire. L' altroieri, in visita privata all' Expo di Rho, non aveva nulla da dire e infatti nulla ha detto, a parte i soliti sorrisi, strette di mano e frasette di cortesia ("l' Expo mi piace","Italia very good") per il paese ospitante e i suoi rappresentanti, ampiamente prevedibili e catalogabili alla voce "diplomazia". Per evitare equivoci, non si è neppure detta "colpita e impressionata dalle riforme italiane", la frase standard che ripete macchinalmente dal 2005 al premier italiano di turno (Prodi, Monti, Letta e Renzi, con la comprensibile eccezione di B.).
Ma la stampa più provinciale del mondo, la nostra, è riuscita ugualmente a trasformare quella passeggiata senz' alcun peso politico in un evento epocale, anzi in una svolta storica. Repubblica: "Migranti, l' aiuto di Merkel a Renzi","Emergenza migranti, la Merkel volta pagina: 'Si muova tutta la Ue'. Ok alle riforme italiane'". Corriere della Sera: "Merkel all' Expo: bene l' Italia", " La sintonia Merkel -Renzi". L' Unità: "Renzi -Merkel a Expo: superiamo l' austerità", "Immigrazione, Merkel apre a una soluzione europea". Il resto lo fanno i cronisti al seguito, che appena vedono uno che non parla italiano diventano un incrocio fra gli scolaretti tremolanti all' esame di terza media e Totò e Peppino davanti alvigile di piazza Duomo, scambiando le cose più normali per avvenimenti di portata mondiale.
Stavolta li ha molto colpiti un fatto eccezionale: la Cancelliera "passeggia stanza dopo stanza, ascoltando le spiegazioni di Sala" (Corriere). Evidentemente s' aspettavano di vederla incedere fra i padiglioni abordo di un panzer della Wehrmacht sparacchiando a destra e a manca o sorvolare l' esposizione universale su un cacciabombardiere della Luftwaffe sganciando siluri qua e là. Niente di tutto questo: "Angela" cammina proprio con i suoi piedi e addirittura ascolta con le sue orecchie, "interessata a quello che vede" (con i suoi stessi occhi, che - per la cronaca - sono due, proprio come i nostri).
Chi l' avrebbe mai detto. Del resto è "Una Frau alla mano", titola il Corriere citando una turista che le ha stretto la mano, contandosi poi le dita e scoprendo che gliele aveva lasciate tutt'e cinque. Ma la frase storica destinata a lasciare il segno nei millenni a venire è un' altra, captata ancora dal Corriere: "Gli italiani sono molto bravi". Qui il cronista gonfia il petto di giusto orgoglio patriottico.
Già abbiamo scongiurato il pericolo che la Merkel dicesse "siete un popolo di merda", e non è poco. Ma soprattutto si temeva che, al Padiglione Italia, estraesse dalle tasche del tailleur bianco -azzurro qualche perlina colorata da gettare alla folla o da regalare a Renzi e signora, come i colonialisti del '7-'800 con i pigmei dell' Africa Nera, e invece niente, nemmeno un pezzo di vetro o una caramella mou. Sospiro di sollievo.
Ce n'è abbastanza per magnificare la "sintonia ormai totale" (Corriere), il "feeling rafforzato" fra Angela e Matteo che "l' ha corteggiata a lungo" (l' Unità), la grande "aspettativa che c'è nei confronti del lavoro del governo" (il ministro Martina, per il resto impegnato - assicura il Giornale - a "sfruttare la sua altezza per regolare il traffico").
AGNESE E MATTEO RENZI ALL'EXPO CON LA MERKEL
Se ancora tutto ciò vi sembra poco, sentite Dario Di Vico, del Corriere: "Con un pizzico di ironia potremmo chiamarlo il patto del Decumano, il lungo corridoio centrale dell' Expo". Un "asse preferenziale" destinato a soppiantare il famigerato Roma -Berlino -Tokyo: il Pontassieve-Berlino-Rho. Un asse "iniziato dopo le Europee 2014, quando Roma diede via libera ai commissari Ue voluti da Berlino" e "proseguito fino alla crisi greca quando il premier italiano è stato attentissimo a non prendere mai le distanze da Berlino".
Più che un asse, una genuflessione a 90 gradi: signorsì signora, si buana, ja frau. Ora però "un vero patto del Decumano ha bisogno che la Ue ci permetta di fare un po' di deficit spending" per non aumentare le tasse, anzi di più, per tagliarle e regalare miliardi a tutti. E figuriamoci se non l' otterremo da una frau così "alla mano".
Del resto Angela e Matteo "hanno concordato che l' Europa non può essere la fortezza del rigore e dell' austerità, ma la frontiera dell' innovazione" e Renzi "considera una vittoria l' aver convinto la Merkel a 'europeizzare' l' emergenza umanitaria" degli sbarchi: lei non ha detto nulla di tutto questo, ma l' ha fatto sapere una velina di Palazzo Chigi riportata paro paro da tutti i giornali, dunque dev' essere senz' altro vero.
Così com' è assodato che la Markel ancora si sbudella per una battutona di Renzi: "Ferma un attimo Angela che do un' occhiata allo spread". Da pisciarsi sotto.
Nulla trapela invece, almeno ufficialmente, sull' aumento vertiginoso del girovita del nostro premier che, a parte il triplo mento, dalle foto pare aver ingoiato un capodoglio di traverso. Ma sembra che la prosperosa Cancelliera l' abbia apprezzato, come segnale di solidarietà italo-tedesca, oltreché come rassicurante auspicio per la crescita: se quella del bilancio pubblico resta incerta intorno allo +0,2, quella della bilancia privata è in piena espansione verso un rotondo 2,0 più che congiunturale.
Un turista romano di passaggio avrebbe commentato: "A Matte', se vede che sei stato dar dietologo. E che te lo sei magnato". Manca però la conferma di Palazzo Chigi, quindi la stampa ha patriotticamente sorvolato.
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