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IN ITALIA HA VINTO IL NAZIONAL-QUALUNQUISMO DEL “MELUSCONI” -C’E’ UN FILO CHE UNISCE GIORGIA MELONI E SILVIO BERLUSCONI: DAI RAPPORTI OSTILI CON LA MAGISTRATURA ALL’OCCUPAZIONE DELLE TV, DALLA POLITICA ESTERA GESTITA À LA CARTE (MEMORABILI GLI AMOROSI SENSI DI BERLUSCONI CON GEORGE W. BUSH E CON PUTIN; IDEM HA FATTO MELONI CON BIDEN E TRUMP) FINO ALLE RELAZIONI TURBOLENTE CON I CAPI DELLO STATO - BERLUSCONI ATTACCO’ SCALFARO E NAPOLITANO, NEL 2008 MELONI HA PAVENTATO LA MESSA IN STATO DI ACCUSA PER ALTO TRADIMENTO DI MATTARELLA PERCHÉ AVEVA OSATO IMPEDIRE A UN IMPENITENTE ANTIEUROPEISTA, PAOLO SAVONA, DI DIVENTARE MINISTRO DELL’ECONOMIA…

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Gianluca Passarelli per https://www.editorialedomani.it/

 

 

giorgia meloni silvio berlusconi

Giorgia Melusconi. Simili e speculari. Diversi in tutto e uguali per costituzione. Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni di primo acchito appaiono distanti, dicotomici e antitetici, ma sono anche simbiotici e in continuità. Rispetto a differenze, apparenti e sostanziali, che marcano le caratteristiche bio-politiche, ci sono sinuose sovrapposizioni che delineano netta omogeneità di cultura politica.

 

Oltre le specificità su ciascuna tematica, ciò che rende i due politici fungibili è l’essere profondamente qualunquisti: una crasi, una figura antropolitica descrivibile quale Melusconi.

 

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silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

Melusconi viaggia appaiato, mosso da congiunte idiosincrasie, parallele avversioni e comuni nemici. I rapporti con la magistratura nel solco di malcelata insofferenza, condita da attacchi sistematici. Del Cavaliere ne era la cifra distintiva, ma anche «io sono Giorgia», dal 2022, ha incrementato le dichiarazioni ostili ai togati.

 

Per quanto diverso siano il pedigree processuale e la fedina penale, politicamente Melusconi non lesina attribuzioni di responsabilità al potere giudiziario per intralcio nell’applicazione di norme, siano esse ad personam, televisive o progetti di gestione dei migranti, ma saldamente contraltare delle «toghe rosse».

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Strali di cui ha beneficiato il presidente dell’organo di autogoverno della magistratura: nel 2008 Meloni ha paventato la messa in stato di accusa per alto tradimento o attentato alla Costituzione (figurarsi) di Sergio Mattarella perché aveva osato impedire a un impenitente antieuropeista, Paolo Savona, di diventare ministro dell’Economia.

 

Intemerate sistematiche contro i giornalisti, con editti e sberleffi, perché curiosi, impertinenti, irriverenti, insomma liberi. Melusconi ha poi un gusto acceso per la battuta sagace (B. era più efficace con le barzellette), il dileggio degli avversari, la costruzione del nemico e il controllo pervasivo dei media. L’ex leader di FI, da monopolista, con sprezzo per il ridicolo, aveva sostenuto che l’opposizione guidava tv e quotidiani (anche esteri), e anche Meloni ha abilmente occupato caselle della tv di stato, enti e fondazioni culturali.

silvio berlusconi giorgia meloni

 

Il 2 giungo del 2025 Meloni ha annunciato che non ritirerà la scheda per i referendum, dileggiando la democrazia diretta dopo aver osannato il popolo. Berlusconi aveva invece partecipato attivamente al referendum del 2016: una divaricazione apparente perché Melusconi solletica l’antipolitica.

 

Melusconi mostra innata passione per il revisionismo storico, la banalizzazione del passato fascista, la riscrittura della Costituzione. Un profluvio di menzogne volte a minimizzare il duce e il codazzo di criminali, dal «fece anche cose buone» al «non ha mai ammazzato nessuno», fino alla «villeggiatura» del confino e al «no all’Europa di Ventotene».

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L’antieuropeismo è intercambiabile, sebbene l’ex Cavaliere fosse meno strutturato e più reattivo rispetto a presunte ingerenze di Bruxelles, mentre la capa di FdI rimanda al deliberato piano di scardinamento dell’Ue comune ai nazionalisti. E poi il socialista tedesco Martin Schulz, proposto da Berlusconi per il «ruolo di kapò» o la perenne tensione di palazzo Chigi con la Francia di Emmanuel Macron, fino al tentativo di disgelo di queste ore che cela permali simil adolescenziali.

 

La politica estera gestita à la carte, mutando rapidamente con il contesto in forma di realismo estemporaneo. Memorabili gli amorosi sensi di Berlusconi con George W. Bush e con Vladimir Putin; analoga dinamica di Meloni con Joe Biden e Donald Trump e, prima del 2022, con lo zar.

 

SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008

Per certi aspetti sul piano umano la premier e l’ex leader di FI mostrano assonanze: guasconi, maschilisti, temperamento fumino. Un imprenditore prestato alla politica e una donna politica, che uscita dalla marginalità con l’intento di ridare lustro a una rinnovata Alleanza nazionale che non varcasse l’abiura finiana del fascismo «male assoluto», ha mostrato di essere meno politica/partitica di quanto credesse. Una filigrana lega i due. In Italia oggi prevale il nazionalqualunquismo di Melusconi.

silvio berlusconi gianfranco fini giorgia meloni LA FACCETTA DI BERLUSCONI MENTRE MELONI PARLAVA DI COALIZIONE UNANIMEsilvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni al quirinale silvio berlusconi giorgia melonigiorgia meloni silvio berlusconi giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini