giorgia meloni

IN NOMINE GIORGIA – MENTRE LA MELONI STA PER TAGLIARE CON I RAMI SECCHI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CON IL MACHETE, NEI MINISTERI LA COMPOSIZIONE DEGLI STAFF È STATA COMPLETATA – LA MAPPA DEI GRAND COMMIS DI STATO BY “MILANO FINANZA”: I DICASTERI DA TENERE D’OCCHIO SONO MEF, POLITICHE EUROPEE E TRASPORTI - L’ATTIVISMO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO A PALAZZO CHIGI…

Andrea Pira per “Milano Finanza”

 

GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO

I toni non hanno raggiunto gli epiteti ingiuriosi con i quali, correva settembre 2018, Rocco Casalino aveva attaccato i tecnici del ministero dell'Economia in un audio circolato nella schiera dei giornalisti parlamentari.

 

Non di meno nel corso della conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio l'inaspettata filippica di Giorgia Meloni contro i modi con i quali è stato finora gestito l'affaire Monte dei Paschi di Siena è stato letto un po' da tutti gli osservatori come una critica, neppure troppo indiretta, all'operato del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, quando manca circa un mese alla scadenza entro la quale il nuovo governo deve decidere se confermare o cambiare le figura chiave della Pubblica amministrazione.

 

ALESSANDRO RIVERA

Da tempo, infatti, circola l'ipotesi che al suo posto possa essere chiamato l'attuale presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, incaricato di gestire la cessione della compagnia aerea nata dalla spoglie di Alitalia.

 

Nel frattempo nel palazzone di Via XX Settembre c'è già stato un avvicendamento al vertice della direzione generale Finanze. Giovanni Spalletta, stimato dirigente del'Agenzia delle Entrate ha preso il posto di Fabrizia Lapecorella, trasferitasi a capo del dipartimento per le politiche europee, nel ministero guidato da Raffaele Fitto, diventato il centro dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il cui capo di gabinetto è Ermenegilda Siniscalchi.

 

ANTONINO TURICCHI 2

A poco a poco, trascorsi due mesi dall'insediamento del governo, si è composta la squadra degli staff ministeriali. Non tutti i ministri sono stati rapidi come Matteo Salvini, che appena accasato alle Infrastrutture ha nominato suo capo di gabineto Alfredo Storto.

 

Soltanto all'inizio di dicembre Umberto Maiello è stato nominato a capo dell'ufficio legislativo delle Finanze. Nelle serate concitate dell'approvazione della manovra, quando i relatori discutevano con i rappresentanti dell'opposizione la riformulazione degli emendamenti, nei corridoi di Montecitorio, invece, era atteso l'arrivo di Daria Perrotta, capo del dipartimento legislativo dell'Economia, per discutere la limatura delle norme.

 

ALFREDO STORTO

Il ministro Giancarlo Giorgetti l'ha voluta con sé in Via XX Settembre chiamandola da Palazzo Chigi, dove da marzo 2021 era capo di gabinetto per il sottosegretario alla presidenza della Repubblica, Roberto Garofoli. Dal ministero dello Sviluppo economico, oggi delle Imprese e del Made in Italy, il numero due leghista ha portato al Mef come capo di gabinetto Stefano Varone, nelle ultime settimane impegnato assieme al su omologo dell'ex Mise, Federico Eichberg, nel tavolo di lavoro su Tim.

 

Il tutto in stretto coordinamento con Gaetano Caputi, voluto da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi come suo capo di gabinetto, dopo aver ricoperto lo stesso incarico al ministero del Turismo ed essere stato tra gli altri incarichi segretario generale della Consob. Con il segretario generale Carlo Deodato e il capo del legislativo Francesca Quadri, Caputi è al centro del team che sostiene il lavoro della premier.

CARLO DEODATO

 

È il mondo dei grand commis, gli uomini e le donne macchina, spesso di provenienza dalla Corte dei conti o dal Consiglio di Stato, che fanno da raccordo con le strutture dei ministeri ,«preposti a coadiuvare l'attività di indirizzo politico-amministrativo del ministro». Perciò nominati in base a un rapporto fiduciario con il ministro stesso. Un fortunato libro del 2020, molto in voga tra gli amanti della politica, riassumeva i loro compiti nel titolo Io sono il potere.

 

Come ricorda l'osservatorio Openpolis, capita di frequente che i ministri si affidino a figure che già hanno ricoperto il ruolo in passato (spesso in modo bipartisan). Nel governo Meloni se ne contano nove, mentre sono 14 quelli che già avevano ricoperto posizioni di spicco negli uffici di diretta collaborazione negli anni passati.

 

I GRAND COMMIS DEL GOVERNO MELONI

Alfonso Celotto, chiamato al ministero per le Riforme istituzionali da Maria Elisabetta Alberti Casellati aveva già prestato servizio con Fabrizio Barca alla Coesione e con Giulia Grillo alla Salute.

 

Allo stesso modo Caro Lucrezio Monticelli, capo di gabinetto di Eugenia Maria Rocella, ministra per la Famiglia, lo era stato per Maurizio Sacconi alle Politiche sociali. Anche l'ex dg di Confindustria, Marcella Panucci, prima di approdare all'Università ha ricoperto l'incarico nel ministero per la Pubblica amministrazione con Renato Brunetta, durante il governo Draghi. Così Massimiliano Atelli.

 

GAETANO CAPUTI

Oggi allo Sport aveva già collaborato con Andrea Orlando, quando l'esponente dem era ministro dell'Ambiente. Sempre in seno al ministero dell'Ambiente (adesso anche della Sicurezza energetica) il magistrato della Corte dei conti è presidente della commissione Via Vas, capace nell'ultmo anno di approvare (record) 7,1 GW di rinnovabili. Ci sono poi Giuseppe Recinto all'Istruzione, che già aveva ricoperto il ruolo per l'Università, Giacomo Aiello all'Agricoltura e in passato al ministero per il Sud e alle Infrastrutture; Vincenzo Nunziata alla Pa.

GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO

 

I primi 26 giorni di gennaio saranno ora il banco di prova per capire come il governo affronterà l'eventuale spoil system nell'amministrazione. Sarà la prima vera tornata di nomine in vista della partita per le partecipate attesa in primavera. In ballo ci sono i direttori delle agenzie fiscali: Entrate, Dogane e Monopoli, Demanio.

 

Per le Dogane a lungo si è parlato di una discreta possibilità per Marcello Minenna di rimanere in sella, benché il ministro Giancarlo Giorgetti guardi con favore a un ritorno a Piazza Mastai di Benedetto Mineo. Non è invece esclusa una conferma di Ernesto Maria Ruffini alle Entrate.

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