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Se Alessandro Pansa non è finito ai giardinetti a leggere la Settimana Enigmistica deve ringraziare solo Giorgio Napolitano. L’ex capo dello Stato, partenopeo come l’ex capo della polizia, ha premuto su Mattarella e Renzi, ripetendo in sostanza la stessa operazione che portò alla conferma di Gianni De Gennaro alla presidenza di Finmeccanica (avversata da Renzi). E così Pansa – che fu nominato superprefetto di Napoli da Re Giorgio, ha evitato di finire al Consiglio di Stato, come il capo delle Fiamme Gialle Capolupo, dove come pensionato non avrebbe incassato un euro di compenso; al Dis, invece, dove prende il posto del povero Massolo, guadagnerà molto di più.
La storia di Pansa nominato per pressioni di Alfano è solo una storiella messa in giro dal portabugie di Renzi, Ciccio Sensi (Angelino e Pansa non sono mai andati d’accordo, con il capo della Polizia che andava in giro a dire che il ministro dell’Interno lo faceva in realtà lui).
Ovviamente il cazzone toscano ha saputo ben approfittare di aver “ceduto” su Pansa, dopo aver promesso due mesi fa a Massolo che sarebbe stato rinnovato per altri due anni (ha ottenuto come contentino la presidenza di Fincantieri), imponendo a Mattarella la nomina di Toschi a capo della Guardia di Finanza. La mummia sicula era favorevole piuttosto alla nomina del rigido Luciano Carta, molto vicino al dracula del Pd Vincenzo Visco. Napolitano, infine, ha ricambiato il favore ricevuto per la nomina di Pansa concedendo l'intervista al Cazzullo del Corriere della Sera in gloria di Renzi e del referendum costituzionale.
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