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Sara Menafra per il Messaggero
Si chiude senza neppure un vero e proprio processo, il filone arrivato a Roma dell'inchiesta sugli affari della Cpl concordia, indagine che molti, in questo periodo, hanno collegato al caso Consip (i pm, anche allora, erano Henry John Woodcock e Celeste Carrano, delegato alle indagini il capitano Gianpaolo Scafarto e anche in quel caso avenne una grave fuga di notizie).
Il Gup del Tribunale di Roma ha emesso sentenza di non luogo a procedere, per insussistenza dei fatti contestati, nei confronti di Roberto Casari, ex presidente di Cpl Concordia, un ufficiale della Guardia di Finanza in servizio all'Aise, Paolo Costantini, l'amministratore delegato della società White star snc, e per la società Cpl.
LA VICENDA
A darne notizia è stato lo studio legale Grande Stevens, che nel procedimento ha difeso Casari. L'inchiesta originata a Napoli nel tempo è stata divisa in tre filoni e a Roma è arrivato un solo episodio. Al tribunale Napoli è rimasta la sola vicenda relativa al sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino. Il filone principale dell'indagine, quello per associazione a delinquere, è stato trasmesso per competenza territoriale a Modena, dove, a distanza di due anni il processo è ancora alle battute preliminari (dopo l'apertura, nel 2015, tutto è stato rinviato al prossimo novembre).
A Napoli Nord si discute la pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per le pesanti accuse riguardanti gli accordi tra la stessa Cpl e il clan dei Casalesi: sentenza attesa ad ottobre. A Roma era dunque rimasto un unico episodio: l'ipotesi di corruzione da parte dei vertici della cooperativa nei confronti di un ufficiale dell'Aise in servizio a Dubai che, però, si occupa di antiterrorismo.
Quelle accuse, scrivono i difensori di Casari, Luigi Sena, Luigi Chiappero, Massimo Vellani e Stefano Nubile, «nasceva dalle rivelazioni di Francesco Simone, responsabile relazioni istituzionali di Cpl e dalle intercettazioni telefoniche eseguite dai Carabinieri del Noe, al comando del capitano Scafarto», facendo un riferimento indiretto alle accuse di falso di cui il capitano risponde ora nell'inchiesta Consip.
Scafarto è stato poi indagato per il falso dossier su Tiziano Renzi. La difesa dice anche di essere molto soddisfatta «per questa sentenza che si aggiunge al proscioglimento ottenuto solo pochi mesi fa per l'affare del fotovoltaico e demolisce un'altra parte delle accuse mosse al proprio assistito».
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