DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
L'operazione di dispiegamento di truppe russe in Bielorussia, unite a quella del dittatore Alexandr Lukashenko, è sostanzialmente una manovra ingannevole, per stornare l'attenzione dagli altri fronti a Sud e a Est. Le manovre nucleari con cui la Russia cerca di spaventare il mondo, se ci fossero, sarebbero individuate con una rete di intercettazioni e contatti sul campo che è probabilmente in quell'area la più vasta in possesso del mondo occidentale. La guerra non sta finendo, anzi: il Cremlino prepara una nuova fase per l'inizio del 2023.
Per ricavare queste tre informazioni bisogna andare in Polonia, a Varsavia. La Polonia è il secondo Paese occidentale per forniture di aiuti militari diretti alla Russia, dietro soltanto agli Stati Uniti, e davanti al Regno Unito (resto dell'Europa non pervenuta o quasi, in termini strettamente militari). Forse non c'è nessuno, in Europa, che conosce Putin e i russi meglio dei polacchi. Purtroppo, per esperienza diretta.
vladimir putin volodymyr zelensky
La stessa amministrazione presidenziale è ospitata in un palazzo bianco dove si era acquartierato nel secolo scorso il governatore russo della Polonia, e che dunque è esso stesso un simbolo di riconquista. Poi ci sono stati settant' anni di dittatura sovietica.
La "maskirovska", le operazioni di inganno tipiche della politica russa anche post-sovietica, qui è decifrata in tempo reale con una guerra alla disinformazione di Mosca che pone Varsavia all'avanguardia nella Nato.
Una delle persone con cui abbiamo parlato si chiama Stanisaw Zaryn, è il segretario di Stato presso la Cancelleria del primo ministro polacco ed è il ministro responsabile dei servizi segreti.
Quanto pensa sia probabile un nuovo attacco all'Ucraina da Nord, dalla Bielorussia, con il coinvolgimento delle truppe di Lukashenko? «Fin dall'inizio abbiamo visto che la Bielorussia è stata coinvolta nell'aggressione contro l'Ucraina. Mosca usa il territorio bielorusso come base per lanciare attacchi e vi dispiega anche attrezzature militari e truppe», spiega Zaryn.
bombardamento russo su zaporizhzhia 2
Che si riferisce sia all'operazione si trasportare migranti iracheni al confine polacco, da usare per esasperare le tensioni interne in Polonia e quelle tra Varsavia e Minsk, sia al recente dispiegamento di unità militari russe in Bielorussia. «I russi sono consapevoli delle gravi perdite subite durante gli attacchi a Kiev. Un attacco da Nord è possibile, ma per il momento lo giudichiamo improbabile. Ciò che dobbiamo considerare ora è che la direzione Nord potrebbe essere utilizzata per distogliere l'attenzione dell'Ucraina dai territori orientali».
Zaryn pensa che, nel caso in cui ci fossero spostamenti russi di materiale nucleare, o intenzioni di usare una bomba tattica o sporca l'intelligence polacca sarebbe in grado di accorgersene?
«La comunità occidentale monitora attentamente ciò che accade al Cremlino e il tipo di manovre intraprese dalle truppe russe. Abbiamo un'ottima rete di contatti e anche le nostre capacità di analizzare gli sviluppi delle azioni della Russia. Qualsiasi preparazione per effettuare un attacco con un'arma nucleare tattica sarà sicuramente notata dall'intelligence occidentale. È uno scenario improbabile, ma possibile».
Lo stato dell'esercito bielorusso è in condizioni quasi ridicole e di poco aiuto sul campo, e Lukaskenko si trova nel classico scenario lose-lose: se la Russia vince, e Lukashenko sta con loro, è finito. Se la Russia perde è finito lo stesso, perché l'esercito bielorusso in primis non accetterebbe.
Zaryn cosa intende quando ci parla di «una nuova fase della guerra» che la Russia sta preparando a partire dal 2023? «La Russia si sta mobilitando. Sappiamo che di recente ha subito delle perdite, ma una nuova ondata di soldati indicano che il Cremlino si sta preparando a una nuova fase della guerra.
La guerra non sta finendo. Vediamo attacchi alle infrastrutture critiche, comprese quelle energetiche, tentativi di provocare crisi umanitarie. Anche la nomina di un nuovo comandante annuncia una nuova, crudele parte di questa guerra».
Altri, nell'amministrazione, lo dicono ancora più crudamente: la Russia può attaccare i Paesi dell'Est Europa. Ma di una cosa sono certi, a Varsavia: che Giorgia Meloni è un'alleata solidissima, e d'altra parte non le conviene più seguire le sirene di Orban, una «ungarizzazione» dell'Italia non avrebbe senso per il semplice fatto che significherebbe andare con chi sta perdendo, e contare infinitamente di meno sullo scacchiere.
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