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DA ISRAELE AGLI USA: IL MONDO È NELLE MANI DEGLI ESTREMISTI MESSIANICI – ETTORE SEQUI: “GLI EVANGELICI AMERICANI VEDONO ISRAELE COME PARTE DI UN DISEGNO DIVINO IN CUI LA RESTITUZIONE DELLA TERRA PROMESSA AGLI EBREI È CONDIZIONE PER LA SECONDA VENUTA DI CRISTO. IN QUESTA VISIONE, UNO STATO PALESTINESE È INACCETTABILE SPIRITUALMENTE. PER TRUMP, ROMPERE CON QUESTO BLOCCO SIGNIFICHEREBBE RISCHIARE LA COESIONE DELLA PROPRIA BASE” – “COME USCIRE DAL VICOLO CIECO? È POSSIBILE CHE GLI STATI UNITI RILANCINO UNA VERSIONE DEL 'PROSPERITY PLAN' DEL 2020: INVESTIMENTI NEI TERRITORI PALESTINESI E AMPIA AUTONOMIA MA SENZA UNO STATO SOVRANO. IL RUOLO DELL'ARABIA SAUDITA SAREBBE CRUCIALE…”

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Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “la Stampa”

 

ETTORE SEQUI

L'incursione guidata ieri dal ministro israeliano Ben-Gvir sulla Spianata delle Moschee non è un episodio isolato. È […] una sfida diretta e una dichiarazione di sovranità su uno dei luoghi più sensibili del conflitto israelo-palestinese. […]

 

La destra messianica israeliana non si limita a normalizzare l'occupazione: la trasforma in rito politico. Sventolare la bandiera della sovranità ebraica nel cuore conteso di Gerusalemme equivale a svuotare in anticipo ogni ipotesi di compromesso.

 

Le parole del ministro della Difesa Katz, che annuncia l'intenzione di rafforzare la sovranità israeliana su Gerusalemme, incluso il Monte del Tempio, spostano il conflitto dal piano militare a quello della sacralità geopolitica: chi impone la propria narrativa religiosa conquista lo spazio politico.

 

itamar ben gvir e i coloni fanno incursione sulla spianata delle moschee a gerusalemme 5

[…] È una dichiarazione esplicita di disinteresse per ogni processo diplomatico. Mentre si dibatte su tempi e modalità di un futuro negoziato, la destra messianica al governo vuole dimostrare che il presente è già irreversibile.

 

[…] Il nodo resta immutato: Hamas condiziona il disarmo - richiesto da Israele, Usa, Ue e Lega Araba - al pieno riconoscimento dello Stato palestinese. Ma finché Hamas resta armato, la creazione di uno Stato, sempre più ostacolata dalla guerra a Gaza e dagli insediamenti in Cisgiordania, resta irrealizzabile. Un circolo vizioso che paralizza ogni soluzione.

 

DONALD TRUMP E BENJAMIN NETANYAHU ALLA CASA BIANCA

Intanto, Hamas mostra segni di logoramento interno. Accanto a una crisi crescente di legittimità, emergono milizie locali che controllano parti della Striscia e, per la prima volta, dichiarano un coordinamento con Israele. Si tratta di reti tribali semi-criminali, ormai fuori dal suo controllo. Non è ancora un'alternativa politica, ma l'unità di comando è visibilmente incrinata.

 

Dopo sei mesi di presidenza, Trump mostra segni d'impazienza e irritazione, ma non è in grado di proporre una strategia efficace. Ogni ipotesi d'iniziativa si scontra con due vincoli strutturali: la fragilità del governo Netanyahu e il peso politico della base evangelica americana.

 

Il governo Netanyahu è sempre più ostaggio della destra messianica e indebolito dal ritiro di due partiti, in rotta sul tema della coscrizione degli ultraortodossi. Anche Trump è vincolato da un asse, spesso invisibile ma influentissimo, tra messianici israeliani ed evangelici americani.

 

miliziani di hamas in tiro per la cerimonia di rilascio degli ostaggi

Gli evangelici non vedono Israele solo come alleato politico, ma come attore teologico, parte di un disegno divino in cui la restituzione della Terra Promessa agli ebrei è condizione per la seconda venuta di Cristo. In questa visione, uno Stato palestinese è inaccettabile spiritualmente, prima ancora che politicamente.

 

La destra religiosa americana condivide con Smotrich e Ben-Gvir la visione della terra come spazio sacro, indivisibile, non negoziabile. Israele diventa una bandiera identitaria della destra cristiana, e sostenerne l'integrità è parte della battaglia politica interna.

 

MIKE HUCKABEE NEL 2018 ALLA POSA DELLA PRIMA PIETRA DELL INSEDIAMENTO DI EFRAT IN CISGIORDANIA

Per Trump, rompere con questo blocco significherebbe rischiare la coesione della propria base. Non a caso, l'ambasciatore Usa in Israele, Huckabee, è un evangelico e pastore battista con una lunga storia di attivismo pro-Israele.

 

Come uscire da questo vicolo cieco? È possibile che gli Stati Uniti rilancino una versione aggiornata del Prosperity Plan, presentato da Trump nel 2020: investimenti nei Territori palestinesi e ampia autonomia ma senza uno Stato completamente sovrano. Sarebbe uno strumento tattico per aggirare lo stallo.

 

In questo quadro, il ruolo dell'Arabia Saudita sarebbe cruciale. Riad ha tessuto una tela diplomatica efficace, senza un approccio conflittuale verso Israele, riuscendo a spostare vari Paesi su posizioni più filo-palestinesi. Una fase intermedia di autonomia - che nella visione saudita dovrebbe evolverse verso due Stati - sarebbe un compromesso temporaneo.

DONALD TRUMP CON MOHAMMED BIN SALMAN

 

L'equilibrio è instabile. Il riconoscimento dello Stato palestinese è importante, ma non basta. I vincoli interni e internazionali dei principali attori sono molti. Senza un percorso credibile e pragmatico verso un'autonomia palestinese "evolutiva", ogni riconoscimento resterà simbolico, ogni tregua precaria, ogni impegno inefficace.

MIKE HUCKABEE NEL 2018 ALLA POSA DELLA PRIMA PIETRA DELL INSEDIAMENTO DI EFRAT IN CISGIORDANIA mike huckabee itamar ben gvir e i coloni fanno incursione sulla spianata delle moschee a gerusalemme 2