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ISRAELIANI E AMERICANI BOMBARDANO E L’UE RACCOGLIE LE MACERIE – IL RUOLO DELL’EUROPA, PRIVA DI UN ESERCITO COMUNE, È QUELLO DELLE CHIACCHERE E DEGLI INUTILI APPELLI ALLA DE-ESCALATION – GLI EUROPEI PUNTANO A RIAVVIARE GLI SFORZI DIPLOMATICI CON IL FORMATO E3 (FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA): STARMER È L’UNICO AD AVERE UN FILO DIRETTO CON TRUMP. MERZ PUÒ SFRUTTARE LA SUA VICINANZA A ISRAELE E MACRON DIALOGA CON I PAESI ARABI. E LA MELONI? RESTA A ROMA E AL MASSIMO DIALOGA CON ELLY SCHLEIN...
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
L'attacco americano all'Iran ha colto di sorpresa le cancellerie europee, impegnate fino a 30 ore prima con l'Iran per trovare una soluzione diplomatica che ora rischia di sbriciolarsi sotto le bombe sganciate dai B-2 statunitensi.
Soltanto Keir Starmer era stato informato e infatti il premier britannico è stato l'unico ad aver in qualche modo giustificato l'azione di Trump che «ha preso provvedimenti per attenuare la minaccia» dell'arma nucleare di Teheran.
Un po' più cauto il tedesco Friedrich Merz, avvisato soltanto ad attacco in corso, mentre la Francia di Emmanuel Macron non ha nascosto la sua «preoccupazione» […]
Ma gli europei non intendono abbandonare gli sforzi avviati nei giorni scorsi e concordano sulla linea espressa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha trascorso la domenica a Palazzo Berlaymont seguendo gli sviluppi da lontano: «Il tavolo dei negoziati è l'unico luogo in cui porre fine a questa crisi».
Per farlo, ha sottolineato von der Leyen, è necessario che l'Iran «si impegni in una soluzione credibile». Ma prima, come ha ricordato l'Alto Rappresentante Kaja Kallas, «tutte le parti devono fare un passo indietro».
DAN CAINE ILLUSTRA L OPERAZIONE MIDNIGHT HAMMER
Ancor più esplicito il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa: «Invito tutte le parti a dar prova di moderazione e di rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare».
Messaggi implicitamente rivolti anche a Israele e agli Stati Uniti, che dovrebbero evitare l'escalation anziché favorirla, anche alla luce del rischio nucleare. Oggi è prevista una riunione dei ministri degli Esteri Ue alla quale avrebbe dovuto partecipare anche il direttore dell'Agenzia internazionale per l'agenzia atomica, Rafael Grossi, ma con ogni probabilità dovrà rinunciare per seguire la situazione sul campo.
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
Al di là dei contatti bilaterali che hanno coinvolto anche la premier italiana Giorgia Meloni, il format con il quale si muove la diplomazia europea è quello dell'E3, vale a dire i Paesi che hanno partecipato ai negoziati sul nucleare iraniano a partire dal 2013 e che venerdì erano a Ginevra al tavolo con il ministro degli Esteri di Teheran, Seyed Abbas Araghchi.
Ieri c'è stata una call a tre tra Keir Starmer, Friedrich Merz ed Emmanuel Macron. Al termine della riunione a distanza, i leader hanno diffuso una nota per «invitare l'Iran a impegnarsi in negoziati che portino a un accordo che affronti tutte le preoccupazioni relative al suo programma nucleare» e per dirsi «pronti a contribuire a tale obiettivo».
donald trump nella situation room durante i bombardamenti americani sull'iran
I tre hanno inoltre aggiunto: «Siamo sempre stati chiari sul fatto che l'Iran non potrà mai possedere un'arma nucleare e non potrà più rappresentare una minaccia per la sicurezza regionale».
I leader stanno però cercando di interpretare anche le prossime mosse di Trump, che al G7 – secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche presenti al vertice in Canada – aveva dato l'impressione di essere molto indeciso sul da farsi. Oggi la sensazione, o forse la speranza, è che Trump possa limitarsi a questo atto di forza senza andare troppo oltre, anche perché frenato dalla posizione del movimento Maga.
mahmoud pezeshkian foto lapresse
Se Starmer è forse il leader europeo che in questo momento riesce ad avere un filo più diretto con Washington, Merz potrebbe sfruttare la sua vicinanza a Israele per dialogare con Netanyahu, mentre Macron si sta occupando dei rapporti con il mondo arabo.
Ieri il capo dell'Eliseo ha parlato con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian per chiedergli «la ripresa delle discussioni diplomatiche», poi ha chiamato il principe ereditario dell'Arabia Saudita, il sultano dell'Oman, il presidente degli Emirati Arabi Uniti e l'Emiro del Qatar «per esprimere la nostra solidarietà».
KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV
Per analizzare la situazione nel Medio Oriente, von der Leyen ha invocato per mercoledì una riunione del collegio dei commissari nel nuovo formato "Sicurezza" durante il quale ci sarà un briefing dell'intelligence europea.
La presidente non intende invece accelerare con il passo successivo alla revisione dell'accordo di associazione Ue-Israele, quello che dovrebbe mettere sul tavolo le opzioni per una sospensione parziale o totale dell'accordo. Il report che l'Alto Rappresentante Kaja Kallas presenterà oggi ai ministri degli Esteri certifica di fatto che Tel Aviv ha violato e sta violando i diritti umani a Gaza, ma il nuovo fronte con l'Iran ha ridotto ulteriormente la possibilità di sanzioni nei confronti di Israele.
Sulla carta, spiegano fonti Ue, ci sono diverse opzioni: una sospensione totale dell'accordo (che nemmeno i Paesi come Spagna e Irlanda sostengono realmente) o una sospensione parziale (che può riguardare lo stop al dialogo politico, agli accordi commerciali oppure alla cooperazione nel campo della scienza e dell'istruzione).
Von der Leyen vuole che siano i ministri degli Esteri e poi i leader al Consiglio europeo di giovedì a indicare la direzione di marcia, ben sapendo che la maggioranza qualificata per adottare le misure non c'è. Né tantomeno c'è l'unanimità per adottare un embargo sulle armi o le sanzioni ai ministri del governo israeliano: l'opposizione ungherese non ha permesso nemmeno di colpire con misure restrittive i coloni responsabili di violenze.
BENJAMIN NETANYAHU AL MURO DEL PIANTO PREGA PER TRUMP DOPO L ATTACCO AMERICANO ALL IRAN
immagine satellitare del sito nucleare di fordow dopo l attacco usa
attacco usa all iran foto satellitari del sito nucleare di isfahan
foto satellitari del sito nucleare di isfahan dopo l attacco usa
volodymyr zelensky rafael grossi
vladimir putin rafael grossi
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