ursula von der leyen donald trump - accordo sui dazi - vignetta by osho

L’ACCORDO TRA USA E UE È IN VIGORE, MA NESSUNO L’HA FIRMATO – MANCA LA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI UNIONE EUROPEA E STATI UNITI, CHE DOVREBBE SANCIRE L’UFFICIALITÀ DELL’INTESA TRA URSULA E TRUMP, MA LE TARIFFE SONO VALIDE DA IERI - IL TYCOON GIOCA SPORCO: HA INSERITO ALL’ULTIMO UNA NUOVA CLAUSOLA SUL PETROLIO RUSSO E PREME PERCHÉ L’UE SMANTELLI LA LEGGE SUI SERVIZI DIGITALI. BRUXELLES PENSAVA CHE LA TARIFFA BASE DEL 15% VALESSE ANCHE PER AUTO, FARMACI E CHIP, MA IL PRESIDENTE USA NON CI PENSA NEMMENO… BELL’ACCORDO DI MERDA

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1. DAZI, PARTENZA AL VELENO

Estratto dell’articolo id Emanuele Bonini  per “La Stampa”

 

LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

L'accordo sui dazi non parte, riceve la bocciatura della Bce che avverte di incertezze nonostante un'intesa che si prefiggeva di eliminarle, gli Stati Uniti inseriscono all'ultimo momento la «clausola» del petrolio russo ancora oggetto di contratti e commesse europee mentre Washington non solo non mette a punto la dichiarazione congiunta sull'intesa ma preme perché l'Ue smantelli il Dsa, la legge sui servizi digitali.

 

La Commissione europea ora è nervosa e spazientita per un partner considerato come inaffidabile e per un accordo che rischia già di naufragare.

 

A partire da ieri alle auto europee vendute sull'altra sponda dell'Atlantico si sarebbero dovuto applicare tariffe del 15% anziché del 27,5%, e uguale dazio del 15% era previsto per farmaci e semiconduttori. Così non è stato, però. L'esecutivo comunitario ha dovuto ammettere di non avere più il controllo della situazione.

 

IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI

«Gli Stati Uniti si sono impegnati con l'Ue, e ci aspettiamo che attuino tale impegno il prima possibile», ma «non so dire quando» avverrà, scandisce il portavoce per il Commercio, Olof Gill, «A questo punto le domande vanno rivolte agli Stati Uniti», dice visibilmente contrariato alla stampa accreditata.

 

Manca tutto. Non solo non ci sono i dazi ridotti alle auto, non solo c'è l'incognita dei chip e dei farmaci, per cui l'amministrazione Usa ha avviato verifiche di mercato per capire se colpirli con tariffe più sostanziose, manca anche il testo di una dichiarazione congiunta Ue-Usa – in ogni caso «non vincolante», precisano a Bruxelles – e non ci sono ancora tempistiche per nulla di tutto ciò.

 

[…] Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha ordinato ai diplomatici Usa in Europa di avviare una campagna contro il Dsa, la legge sui servizi digitali che mira a contrastare discorsi d'odio e disinformazione, e considerata dalla Casa Bianca liberticida e costosa per gli operatori americani del web.

 

È questa un'entrata a gamba tesa sulla sovranità europea e le sue leggi che aggiunge tensioni a rapporti euro-atlantici sempre più tesi.

 

putin ursula von der leyen

Il sempre più delicato e complicato negoziato sui dazi si arricchisce di un nuovo elemento: il petrolio russo. Il presidente Usa Donald Trump ha già iniziato a minacciare dazi di ritorsione nei confronti di quei Paesi che acquistano energia dai fornitori del Cremlino, in particolare Lukoil (petrolio) e Gazprom (gas). L'India è già stata colpita, e la prossima potrebbe essere proprio l'Unione europea.

 

Per quanto poco che sia, l'Ue ancora si rifornisce in Russia. Nel 2024 ci sono state importazioni per 23 miliardi di euro (dati Commissione Ue), che sono l'85% in meno rispetto a prima della guerra con l'Ucraina, ma non sono zero. L'Ue non conta di arrivare a eliminare completamente gli acquisti energetici russi prima della fine del 2027, un problema di fronte agli Usa che chiedono di azzerate tutto subito. I dazi del 15% concordati con la Casa Bianca rischiano di essere modificati al rialzo di qui a breve.

L'accordo del 27 luglio è già stravolto prima ancora di essere stato attuato. […]

VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN

 

2. MA L’EUROPA NON CI STA: «MANCA LA SUA FIRMA E INVESTIRE NEGLI USA PER NOI NON È UN OBBLIGO»

Estratto dell'articolo di Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”

 

I dazi americani sull’import europeo sono entrati in vigore, però manca ancora la dichiarazione congiunta di Unione europea e Stati Uniti, che dovrebbe sancire l’accordo raggiunto a Turnberry il 27 luglio tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. «Il testo è sul tavolo della Casa Bianca, la palla è nel loro campo», ha detto ieri il portavoce della Commissione, Olof Gill, spiegando che l’Ue si attende «passi avanti» dagli Stati Uniti.

 

Bruxelles mantiene una posizione ferma: la tariffa base dei dazi Usa per l’Ue è stata concordata al 15%, e questo tetto deve applicarsi anche ai settori più sensibili. L’Ue insiste che i dazi Usa sulle auto, farmaci e chip scenderanno al 15%, una posizione che contrasta con le minacce di Trump di imporre tariffe del 100% su chip e semiconduttori e addirittura fino al 250% sui prodotti farmaceutici. «Per noi, l’accordo si applica anche a farmaci e chip», ha ribadito ieri la Commissione.

DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN

 

Ma l’ordine esecutivo statunitense firmato dal Trump il 31 luglio non prevede alcuna esenzione, lasciando aperto il rischio di misure unilaterali.

 

Sull’auto al momento grava un prelievo del 27,5%, perché soggetto a un dazio del 25% sotto la Sezione 232 in aggiunta all’ordinario 2,5% in vigore prima del Liberation Day. Secondo Bruxelles il taglio dovrebbe arrivare nei prossimi giorni con un nuovo ordine esecutivo. Una riduzione essenziale per un settore chiave dell’economia.

 

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