
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
“L'OCCIDENTE NON DEVE LASCIARSI SPAVENTARE DALLE PAROLE DI PUTIN” - L’AMBASCIATORE STEFANINI: “LA NOVITÀ DEL DISCORSO DI PUTIN CONSISTE NELL'AVER AMMESSO CHE LA RUSSIA È IN GUERRA E AGGIUNTO CHE LO È CON L'OCCIDENTE. E RICHIAMANDO 300MILA RISERVISTI, HA APERTO IL FRONTE INTERNO: I RUSSI DELLE CITTÀ COMINCIANO AD AVERE PERCEZIONE DELLA GUERRA - IN ASIA CENTRALE STA GUADAGNANDO TERRENO LA CINA, SUL PIANO ECONOMICO. ABBIAMO VISTO A SAMARCANDA IL KAZAKHSTAN SPOSTARSI VERSO PECHINO…”
Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”
«L'Occidente non deve lasciarsi spaventare dalle parole di Putin». Secondo l'ambasciatore Stefano Stefanini, ex consigliere diplomatico del presidente Napolitano e rappresentante italiano presso la Nato, la novità del discorso dello Zar «consiste nell'aver ammesso che la Russia è in guerra e aggiunto che lo è con l'Occidente. E richiamando 300mila riservisti, ha aperto il fronte interno: i russi delle città cominciano ad avere percezione della guerra»
È concreta la minaccia nucleare?
«[…] La Russia difenderà quello che considera suo territorio, pure le zone occupate in Ucraina, con tutti i mezzi possibili. […] La minaccia indiretta è di usarla se le forze di Kiev avanzeranno».
[…] Se lancia l'atomica che succede?
«[…] Tra gli scenari di risposta, dal non far niente alla Terza guerra mondiale nucleare, una delle meno distruttive sarebbe una risposta militare forte, ma non nucleare»
Anche la Cina invoca il dialogo.
«L'intangibilità dei confini statuali è un principio scolpito nel titanio per la Cina, che ha anche interesse a far vivere la gallina dalle uova d'oro della globalizzazione.
Ma finora Putin non le ha dato retta. Alza la posta con l'escalation pur di uscire da questa situazione da lui stesso creata, e salvare faccia. […]».
Come deve reagire l'Occidente?
«Continuando a sostenere l'Ucraina coi limiti già imposti nella risposta militare[…] ».
E nell'Asia centrale?
«Sta guadagnando terreno la Cina, sul piano economico. Abbiamo visto a Samarcanda il Kazakhstan spostarsi verso Pechino. La resistenza ucraina fa venir meno la dimensione slavofila, lo smottamento ai confini quella imperiale».
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