DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Marco Liconti per "La Stampa"
BARRIERE INTORNO ALLA CASA BIANCA E AL CONGRESSO
Transenne nei luoghi caldi, droni, cecchini sui tetti, Guardia Nazionale in allerta. L'America affronta l'Election Day con un eccesso di precauzioni. È l'onda lunga del 6 gennaio 2021, il giorno dell'assalto al Congresso da parte della folla pro-Trump che voleva impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden.
Ed è una conseguenza del timore che le teorie complottiste e il negazionismo elettorale, la retorica dell'"elezione rubata" riemersa con forza in questa campagna, possano compromettere la sicurezza del voto e (nuovamente) la pacifica transizione dei poteri.
dibattito tra donald trump e kamala harris 6
Del resto, lo stesso Trump, sollecitato più volte durante la campagna, si è rifiutato di impegnarsi ad accettare l'esito del voto in caso di sconfitta. La mappa delle misure messe in campo parte dalla stessa capitale, Washington, dove downtown i negozi più lussuosi hanno messo delle barriere a protezione delle vetrine, temendo disordini (e saccheggi). Protezione rafforzata anche attorno a Capitol Hill e, naturalmente, la Casa Bianca.
Strade chiuse e transenne anche attorno alla Howard University, l'ateneo black dove Kamala Harris ha allestito il suo quartier generale per la notte elettorale. In tutto, nella capitale federale, saranno oltre 3mila gli agenti chiamati a lavorare su turni di 12 ore, ha annunciato la capa della polizia, Pamela Smith. A Phoenix, in Arizona, l'edificio dove vengono elaborati i tabulati dei voti è protetto come una fortezza, con tanto di droni e monitoraggio costante dei social media per percepire eventuali minacce.
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La Guardia Nazionale è stata posta in standby per un periodo di 48 ore in almeno tre Stati: Nevada, Oregon e Washington. Non solo a tutela dell'ordine pubblico, ma anche a protezione di seggi e centri elettorali, dopo gli episodi di vandalismo che sono stati registrati negli ultimi giorni ai danni dei contenitori dove vengono depositati i voti per posta, come in Oregon e nello Stato di Washington, appunto, dove centinaia di schede sono state date alle fiamme. [...]
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