"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Amedeo La Mattina per la Stampa
Sarà una notte piena di preoccupazione. Forse Matteo Salvini si è accorto che Christian Solinas non era il migliore candidato possibile. Se i voti reali, che sapremo solo oggi, confermassero gli exit poll, vincerebbe per una incollatura, di uno o pochissimi punti in più. Tra l' altro Christian Solinas otterrebbe una percentuale inferiore alla coalizione di centrodestra. L' effetto trascinamento delle undici liste a suo sostegno lo ha spinto ad un gracile primo posto per il momento solo virtuale.
Anche la Lega, con un dato tra il 12 e il 16 per cento, non può certo festeggiare come ha fatto alle ultime regionali d' Abruzzo dove è diventato il primo partito con il 26 per cento. Matteo Salvini si era reso conto che la scelta di Solinas non era eccellente ma il patto tra il Carroccio e il Partito Sardo d' Azione, di cui Solinas è il segretario, ha consentito ai leghisti di mettere piede nell' isola già il 4 marzo.
Alle politiche il candidato del centrodestra, in vantaggio sulla carta, è stato eletto senatore sotto le bandiere del Carroccio. Ora il leader leghista deve sperare che le urne diano la vittoria alla persona che ha scelto e indicato ai suoi alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Solinas è stato soprannominato «l' uomo invisibile». Salvini ma non lo ha mai citato nei comizi e il suo nome non compariva nei manifesti della Lega.
È comparso solo a Cagliari l' ultimo giorno della campagna elettorale: era sul palco con il ministro del' Interno, per dire poche parole. Insomma, quella del leader leghista non è stata una cavalcata trionfale nonostante si fosse speso anima e corpo per queste elezioni regionali. Ha battuto palmo per palmo la Sardegna, è rimasto nell' isola una settimana, ha riempito le piazze, ha fatto migliaia di selfie.
Alla fine chi vince (se Solinas vincerà) ha sempre la ragione dalla sua parte, ma il segretario del partito Sardo d' Azione non ha brillato e se dovesse vincere per uno o due punti di vantaggio si rivelerebbe un mezzo flop per gli obiettivi che Salvini si era prefissato. Il vicepremier leghista è deluso. Toccava ferro negli ultimi giorni, era scaramantico perchè è sempre una cabala centrare un buon risultato in una Regione dove la Lega non ha mai avuto un insediamento tradizionale, fuori da quel nord pieno di consensi leghisti.
Ma l' Abruzzo gli aveva dato grandi soddisfazioni. Ora era il turno di un candidato indicato da lui sull' onda di una crescente e straripante crescita registrata da tutti i sondaggi. E invece il nuovo, ennesimo successo potrebbe non esserci o essere deludente. Salvini pensava di uscire dalla Sardegna con una forte spinta propulsiva per le europee. E invece la Lega sarebbe terza dopo i 5 Stelle e il Pd.
Salvini sapeva che Solinas non era una personalità carismatica, anzi era una candidatura spenta. Ma sperava di compensare lui da solo, con la sua presenza in Sardegna. Ora spera che le urne diano un risultato più rotondo, magari una vittoria più netta. Ma sarà una notte piena di preoccupazione perchè l' esito potrebbe ribaltare la situazione a favore di Massimo Zedda. «Noi abbiamo fatto una campagna elettorale tutta in salita», dice ora il viceministro leghista Riccardo Rixi. Sarebbe mancato il radicamento territoriale. La Lega e il centrodestra però si sono affidati alla leadership di Salvini che potrebbe per la prima volta registrare una battuta d' arresto.
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