RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 - «BENE SUPER MARIO, UN PERICOLO SE LASCIA»
Le «potenziali» dimissioni di Draghi da premier per salire al Colle e il voto anticipato, «rischierebbero di ritardare le riforme strutturali e gli investimenti legati al recovery fund della Ue per la pandemia». Il Financial Times saluta il varo della manovra italiana come una «spinta» per Draghi. Ma torna a sottolineare i rischi di un suo trasloco al Quirinale.
mario draghi sergio mattarella
2 - DRAGHI AL COLLE E OMICRON, I MERCATI IN ALLARME PER L'ITALIA TORNA LO SPETTRO DEL RISCHIO-PAESE
Fabrizio Goria per “La Stampa”
Il 2022 potrebbe sancire il ritorno del rischio-Paese, finora neutralizzato dalla politica monetaria accomodante delle banche centrali globali. In un contesto del genere, l'Italia non sarà più vulnerabile come anni fa.
A patto che riesca a focalizzarsi su crescita e investimenti, come affermato dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in un'intervista a La Stampa. I mercati però guardano ancora al mix di bassa crescita, alto debito e scarsa produttività. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbe stabilizzare i conti pubblici e la credibilità del Paese. Tuttavia, il timore che qualcosa possa andare storto esiste. Specie in relazione al capitolo Quirinale.
Il combinato disposto fra ritiro degli stimoli monetari finora introdotti per fronteggiare la pandemia di Covid-19 e l'incertezza politica sul destino del governo potrebbe tramutarsi in un mix poco roseo per l'Italia. Da un lato gli operatori dei mercati finanziari continuano a preferire Mario Draghi come presidente del Consiglio, invece che al Colle.
Dall'altro le difficoltà globali, dalla lotta alla variante Omicron all'inflazione galoppante e il ricalibramento delle misure straordinarie. In mezzo un Paese, l'Italia, che ha di fronte a sé l'occasione di mettere a terra il più ambizioso programma europeo di ricostruzione, il Next Generation Eu. Che porterà a Roma 191,5 miliardi di euro, da qui al 2026. La certezza è che negli ultimi tre mesi ha iniziato a sussultare lo spread, il differenziale di rendimento fra i Btp decennali italiani e i corrispettivi tedeschi, i Bund. Non solo.
sergio mattarella e mario draghi
Se si osserva il rendimento puro, si può notare una tensione crescente. Lo scorso 12 febbraio, alla vigilia del giuramento di Draghi, il Btp a dieci anni rendeva lo 0,427 per cento. Alla chiusura di ieri era a quota 1,175%, con un incremento da inizio anno di 62,9 punti base. A determinarlo, secondo la banca statunitense Morgan Stanley, oltre alle incognite legate alla pandemia e alle crescenti tensioni sul fronte del commercio internazionale, c'è un ulteriore fattore. Non è chiaro cosa accadrà all'Italia premiata dal settimanale britannico The Economist come sorpresa dell'anno.
A crescere sono le domande degli investitori. Quale sarà il futuro di Draghi? E come prezzarlo? Una parziale risposta l'ha fornita Goldman Sachs, che ha calcolato il rischio politico in Italia. «Grandi cambiamenti nel nostro indice sono associati a un aumento tra il 5% e l'11% della probabilità di due variazioni di prezzo nella deviazione standard, a seconda delle classi di attività», spiegano gli economisti della banca newyorkese.
In altre parole, qualora si cambino gli elementi in gioco, come appunto la stabilità dell'esecutivo, allora ci potrebbero essere ripercussioni sui titoli di Stato italiani. A oggi, secondo Goldman Sachs, il rischio politico in Italia rimane «contenuto», ma lo scenario può cambiare «rapidamente» in vicinanza dell'elezione presidenziale.
Ciò che accadrà nel 2022 dipenderà dunque da elementi sia esogeni, come l'evoluzione epidemiologica, sia endogeni, come il risiko del Quirinale. Non ha dubbi che la partita sia di complicata lettura il senior strategist di IG Markets, Filippo Diodovich. Per il mercato italiano, dice, «lo scenario migliore è il proseguimento del governo Draghi fino a fine legislatura ». Viceversa, il possibile esito, come rimarcato anche dalla tedesca Deutsche Bank, è una crisi politica per la scelta per il Colle. Che, se unita al quadro macroeconomico in evoluzione, rischia di porre sotto cattiva luce il Paese sui mercati finanziari mettere sotto pressione i conti pubblici.
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