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Francesco Lo Dico per “il Messaggero”
Ci sono più di 76 miliardi di euro nella cassaforte di Barbara Lezzi. A tanto ammontano secondo le prime stime del ministero del Mezzogiorno le risorse che l' Europa ha destinato all' Italia per il periodo di programmazione 2014-2020. Ma mettere a frutto un budget così sostanzioso non sarà facile. Nel dossier del ministro ci sono due autentici paradossi, cerchiati di rosso. Il primo è che dopo la Polonia, l' Italia è il Paese membro che ha ricevuto da Bruxelles più soldi di tutti.
Ma insieme a Malta, è anche il Paese che è stato finora meno capace di spenderli. A due anni e mezzo dalla chiusura dei giochi, il Belpaese è riuscito a utilizzare soltanto il 9% delle risorse: appena 6,5 miliardi su 76. Rischiamo dunque di bruciare i restanti 70 miliardi messi nel nostro portafoglio dall' Unione. A oggi sono stati allocati in progetti 31,6 miliardi, che però galleggiano ancora nel pantano della burocrazia.
Ai quali ne vanno sommati altri 38 ancora in cerca d' autore, non vincolati cioè a progetti specifici. La linea d' azione tracciata dal ministero del Mezzogiorno dopo i primi colloqui con i governatori è pertanto a forbice: si punta a fluidificare le strozzature che bloccano i progetti già finanziati da una parte, e a pianificare rapidamente con le Regioni gli investimenti non ancora decisi dall' altra.
GLI INCONTRI
«Il tempo stringe, per questo ho voluto incontrare subito i presidenti delle Regioni - spiega il ministro del Mezzogiorno Barbara Lezzi - al fine di ricevere un quadro esaustivo sullo stato dell' arte e ho intenzione di potenziare l' azione di sostegno e supporto da parte dell' Agenzia per la coesione territoriale. Quelle risorse per il Sud sono fondamentali, anche alla luce degli ultimi dati dell' Istat sulla povertà nel Mezzogiorno, che ci obbligano a fare presto e bene». E siamo qui al secondo paradosso.
Se è vero che l' Italia gode del secondo budget più generoso in fatto di versamenti dall' Europa, è anche vero che negli ultimi tre anni Bruxelles si è rivelata un pessimo affare per lo Stivale. Che ha versato sul conto dell' Unione 44 miliardi di euro, per vedersene restituire soltanto 35: una perdita secca di 9 miliardi. In termini pro-capite non si tratta di una differenza da poco. Come annota il rapporto sull'«Europa bicefala» di Demoskopika, ciascun italiano ha elargito nell' ultimo triennio all' Europa 875 euro, ma ne ha riottenuti soltanto 585.
Perché mai? La risposta è nei divari territoriali fotografati dallo studio: emerge un' Italia a doppia velocità. Nel Meridione, le regioni meno sviluppate incassano di più di quanto versano all' Ue, con un saldo positivo che è nel complesso di 7 miliardi. Ci guadagna la Calabria, che riceve dal bancomat Ue 1097 euro pro-capite a fronte di 408 elargiti.
Ma anche la Puglia (che dà all' Ue 452 a persona in cambio di 756) la Campania (454 euro in cambio di 840), e la Sicilia (448 in cambio di 790). Regioni, le ultime due, che dal sistema ricavano un surplus pari a 4 miliardi di euro. Abruzzo a parte (che ci rimette 90 milioni), il saldo delle sette Regioni meno sviluppate o in transizione è tuttavia in positivo per forza di cose.
Si tratta infatti di quei territori maggiormente bisognosi di investimenti, già individuati dall' Europa nel programma di sviluppo dell' Obiettivo convergenza. Opposta la situazione delle regioni del Nord più sviluppate (ex Obiettivo competitività). I lombardi, primi d' Italia nella classifica di chi con l' Ue ci ha rimesso (dati 10 miliardi, incassati 4,5), hanno infatti sborsato 1003 euro a persona per riaverne 451, gli emiliano romagnoli 900 (per riceverne in cambio 467) e i veneti 855 euro per riaverne indietro 471.
Fondi Europei per il mezzogiorno
Saldo negativo anche per il Trentino (-510 euro), il Veneto (-385 euro), il Friuli (-299) il Piemonte (-287), la Liguria (-285) e la Toscana (-284). Da notare - evidenzia Demoskopika - come Lombardia, Veneto ed Emilia, insieme al Lazio (che ha versato un totale di 4.711 milioni di euro, 799 pro-capite a fronte di soli 472 incassati), hanno immesso nelle casse europee ben 23 miliardi, ossia la metà del finanziamento complessivo italiano.
L'OBIETTIVO
Mettere a frutto i fondi europei, che in regioni come la Campania sono stati spesi solo al 3,7% (255 milioni su 6,7 miliardi, di cui la metà allocati), e che in Basilicata sono fermi a 95 milioni di speso (ossia il 5,3% degli 1,7 miliardi disponibili), significherebbe pertanto valorizzare l' obiettivo di risanare le diseguaglianze che i fondi europei si prefiggono. Ma anche sedere al tavolo europeo più titolati nel reclamare nuovi margini di spesa. È questa, in fondo, la vera posta della doppia sfida che il ministro del Mezzogiorno Barbara Lezzi sta per ingaggiare con l' Unione.
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