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1. L'EUROPA DICE NO AL GOVERNO SUI MIGRANTI DELLA DICIOTTI, IL PREMIER CONTE SI SCAGLIA CONTRO "L'IPOCRISIA" DEI PARTNER UE E MINACCIA: "CI SARANNO CONSEGUENZE” - SI APRE UNA CREPA NEL GOVERNO, DI MAIO IPOTIZZA LA STOP AI PAGAMENTI ALL’UE MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI MOAVERO SI SMARCA: “VERSARE I CONTRIBUTI E’ UN DOVERE LEGALE" - BRUXELLES AVVISA ROMA: "NO AI RICATTI, IN EUROPA LE MINACCE NON SERVONO A NIENTE"
Marco Ventura per il Messaggero
Duello a suon di schiaffi (poco) diplomatici tra l' Europa, che non trova l' accordo sulla richiesta italiana di redistribuire i migranti della Diciotti, e il premier Conte, Salvini e Di Maio, che minacciano conseguenze.
In dissenso il titolare degli Esteri Moavero, che dà invece ragione a Bruxelles sui 20 miliardi di contributi al bilancio Ue condizionati da Luigi Di Maio all' aiuto effettivo sui migranti. Doppio lo schiaffo dall' Europa all' Italia.
Il primo arriva da un portavoce della Commissione, Alexander Winterstein: «C' è un chiaro obbligo legale a pagare il contributo. In Europa le minacce non servono a niente e non portano da nessuna parte. Il ricatto aggiunge - è una categoria di nessuna rilevanza quando si tratta di trovare soluzioni. La Ue funziona sulla base di regole, cooperazione e buona volontà, non minacce. E poi sarebbe la prima volta che uno Stato membro non versa il contributo, scenario del tutto ipotetico». Posizione rafforzata dal calcolo di quanto l' Italia riceve da Bruxelles: «Dieci miliardi di euro nel 2017, quasi 12 nel 2016, oltre 12 nel 2015, benefici monetari che sono soltanto una piccola parte dei benefici che derivano dall' appartenenza alla Ue e al mercato interno». Altri portavoce ricordano gli oltre 200 milioni in assistenza di emergenza per i migranti e i più di 650 fra 2014 e 2020 per programmi nazionali. E per finire, il contributo dell' Italia al bilancio Ue non sarebbe di 20 miliardi stando al sito della Commissione, ma 12. Dura la risposta Ue, anche perché di solito i portavoce della Commissione non commentano opinioni.
Winterstein assicura che Bruxelles sta lavorando per ottenere una ripartizione dei migranti della Diciotti, solo che i tempi sono lunghi. Peccato che arrivi, puntuale, il secondo schiaffo con la bocciatura da parte degli sherpa di 12 governi convocati a Bruxelles, del documento che avrebbe dovuto gettare le basi per risolvere il caso Diciotti e avviare la riforma dei Trattati di Dublino sullo status dei rifugiati nel segno della solidarietà. Invece niente.
Nessun accordo su chi debba accoglierli. A parte il Belgio che dichiara di non volere i migranti clandestini dall' Africa (Non è questa la soluzione), solo la Germania è morbida con l' Italia che non va lasciata sola.
Il Commissario bavarese europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, ipotizza tuttavia che se gli italiani non verseranno i contributi, «pagheranno gli interessi»
Silenzio da Parigi e Madrid, mentre il presidente di turno, l' austriaco Sebastian Kurz, dà «poco conto alle minacce». Tocca al premier Conte ribattere alla indisponibilità europea e alla bocciatura del documento voluto dall' Italia: «L' Europa non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà che pure vengono declamati. Ne trarremo le conseguenze».
PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
E insiste: Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. E se per Salvini la bocciatura degli sherpa dimostra che «l' Europa non esiste» (incontrerà martedì a Milano il premier ungherese Orban leader del Quartetto di Visegrad anti-migranti e già ieri il ministro degli Esteri di Budapest si è detto in sintonia con lui), Di Maio non arretra sul budget Ue: «A questo punto l' Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione». Una fonte anonima di uno Stato Ue fa sapere che «l' Italia è isolata e i ricatti del governo hanno peggiorato il clima». Mentre da noi c' è chi si distingue. Da un lato, per il ministro degli Esteri Moavero (interprete delle posizioni del Quirinale) è triste che l' Unione non collabori, tuttavia «pagare i contributi all' Unione è un dovere legale», dall' altro il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, chiede e ottiene che i forestali vadano a controllare i confini con la Slovenia per spezzare la rotta balcanica. Intanto il segretario del Pd, Maurizio Martina dice: «O Conte risolve il problema o è meglio che vada a casa».
la nave diciotti a catania 5
PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
GUNTHER OETTINGER
migranti a bordo della diciotti
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
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