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L’OMBRA DELLE ‘NDRINE SUI CANDIDATI DI FRATELLI D’ITALIA ALLE REGIONALI IN VENETO - NUOVO SCOOP DI "REPORT": IL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA DOMENICO MERCURIO RACCONTA CHE GLI ‘NDRANGHETISTI, NEGLI SCORSI ANNI, HANNO SOSTENUTO ALCUNI ESPONENTI DEL CENTRODESTRA, ORA NELLE LISTE DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI - ELIO NICITO, CONSIDERATO DALLA "DIA" VICINO ALLA FAMIGLIA VRENNA, CHIESE A MERCURIO DI SOSTENERE DAVID DI MICHELE, IL CANDIDATO PIÙ FORTE DI FRATELLI D’ITALIA A VERONA - LA PRESUNTA CENA DEL 2012 A CASA DEL CONSIGLIERE REGIONALE USCENTE STEFANO CASALI, VICINO A NORDIO, IN CUI SAREBBE STATO DEFINITO UN PATTO DI SOSTEGNO ELETTORALE CON LA 'NDRANGHETA: CASALI SMENTISCE CHE LA CENA SIA MAI AVVENUTA, MA UN TESTIMONE CONFERMA DI ESSERE STATO PRESENTE... - VIDEO

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REPORT, CASO FDI IN VENETO: “I CLAN DIETRO I CANDIDATI”

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

david di michele 3

La ’ndrangheta in Veneto esiste. E negli scorsi anni ha votato per alcuni esponenti del centrodestra, oggi candidati alle elezioni regionali con Fratelli d’Italia.

 

È il racconto che un collaboratore di giustizia, Domenico Mercurio, ha fatto a Report, che stasera su Rai 3 manderà in onda una lunga inchiesta di Walter Molino sulle infiltrazioni ’ndranghetiste nella politica veneta.

 

I punti attorno a cui si muove la puntata sono due. Il primo riguarda David Di Michele, il candidato più forte di Fratelli d’Italia a Verona: vicepresidente della Provincia, vicesindaco di Lavagno, uomo di fiducia di Ciro Maschio – deputato, presidente della Commissione Giustizia e coordinatore provinciale del partito. Mercurio, per la prima volta, ricostruisce il suo ruolo nella campagna del 2014.

 

CIRO MASCHIO

Racconta che fu Elio Nicito, considerato dalla Dia vicino alla famiglia Vrenna, a chiedergli di sostenere Di Michele. Dice di aver raccolto circa seicento voti, «sufficienti a farlo arrivare primo degli eletti». E aggiunge un dettaglio sulla contropartita: l’edificabilità di un suo terreno a Lavagno, nel Veronese: «Patti rispettati».

 

Nelle sue dichiarazioni compare anche l’imprenditore calabrese Nazzareno Salerno, ex assessore regionale arrestato e sotto processo per corruzione. Secondo Mercurio, fu grazie all’intercessione di Di Michele che Salerno riuscì a ottenere, a oltre mille chilometri di distanza dalla Calabria, l’appalto per la scuola Don Milani di Lavagno.

 

stefano casali 1

Il secondo capitolo riguarda Stefano Casali, consigliere regionale uscente, legatissimo al ministro della Giustizia Carlo Nordio, e di nuovo candidato. Da anni Casali nega l’esistenza di una cena del 2012 nella sua abitazione, alla vigilia delle amministrative di Verona. A quell’incontro avrebbe partecipato Mercurio e, soprattutto, sarebbe stato definito un patto di sostegno elettorale della ’ndrangheta.

 

Ora un testimone — identità protetta dalla trasmissione — conferma di essere stato presente. Racconta che fu quella la riunione in cui venne stabilito l’accordo, con Nicito come garante. In quella tornata Casali passò da 516 a 1704 voti e divenne prima assessore ai Lavori pubblici, poi vicesindaco.

 

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Nel corso dell’inchiesta anche Nicito risponde alle domande della trasmissione e, in qualche modo, conferma che Mercurio raccolse voti per Casali nel 2012. Lo stesso Mercurio aggiunge un’ultima immagine: dopo la vittoria — dice — andarono insieme a festeggiare nel ristorante di Giovanni Pascucci, che conferma di ricordare la serata. [...]

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