DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
jon ossoff raphael warnock joe biden
(ANSA) - WASHINGTON, JAN 6 - Di giorni neri ne ha avuti tanti, Donald Trump, nei suoi quattro anni tumultuosi da presidente. Mai però come questo 6 gennaio in cui ha perso clamorosamente tutto.
Dopo la Casa Bianca, oggi deve dire addio anche al Senato, consegnando ai dem le chiavi dell'intero Congresso e spianando la strada all'agenda dell'odiato rivale Joe Biden. A nulla sono serviti i suoi comizi e i suoi tweet per sostenere i due senatori uscenti in Georgia. E adesso si ritrova cucito addosso l'insopportabile marchio del 'looser', lui che ha sempre conosciuto e vantato solo il successo.
Come un moderno Re Lear shakespeariano, non gli resta che inveire contro le elezioni truccate nel disperato tentativo di lasciare una macchia sulla vittoria di Biden e di mantenere mobilitata la sua base. Ma ora rischia di ritrovarsi ancora più solo e che il partito gli volti definitivamente le spalle, dopo l'audace prova di fedeltà chiesta ai parlamentari per ribaltare al Congresso l'esito del voto.
La guerra civile nel Grand Old Party è già cominciata, e anche quelli che avevano scommesso su Trump e sul suo appoggio elettorale, oggi rivelatosi perdente, dovranno riflettere se non sia il caso di fare un passo indietro. Alcuni esponenti hanno già cominciato ad accusarlo della sconfitta al Senato per aver diviso il partito, per averlo imbarazzato con le sue indebite minacce al segretario di Stato repubblicano della Georgia, per aver scoraggiato l'afflusso dei sostenitori con le sue accuse di brogli.
donald trump unico senza mascherina alla partita west point vs annapolis
La sconfitta al Senato segnerà il futuro del partito di Abraham Lincoln ma anche quello dello stesso Trump, minando le sue ambizioni di ricandidarsi nel 2024. The Donald comunque non è tipo da gettare la spugna, se non altro perché se non resta al centro del ring avrà molte più difficoltà a gestire gli ingenti debiti finanziari della sua holding e lo spettro di una mezza dozzina di inchieste.
Uno dei suoi ultimi atti potrebbe essere la grazia preventiva ai suoi famigliari e a se stesso, direttamente o cedendo temporaneamente i poteri a Mike Pence. Sempre che il vicepresidente si presti, dato che pure lui ha nuove ambizioni per la Casa Bianca e non vuole compromettersi oltre il necessario. Ma la clemenza presidenziale non gli farebbe da scudo contro i reati statali, come quelli su cui sta indagando la procura di New York per accertare se la Trump Organization abbia commesso frodi bancarie, assicurative e fiscali.
donald trump sulla golf car con il caddy aggrappato sul retro
Per questo, dicono i maligni, ha già pronto un Boeing 757 militare che lo porterà all'estero il 19 gennaio, il giorno prima del giuramento di Biden: tra le destinazioni la Scozia, dove ha un club di golf. Anche se la premier scozzese Nicola Sturgeon ha già fatto sapere che non farà eccezioni alle restrizioni anti Covid durante il lockdown: "Al momento noi non permettiamo a nessuno di venire dall'estero salvo che per viaggi essenziali, una regola che si applica a chiunque. E venire a giocare a golf non è una ragione che io considererei essenziale".
mike pence donald trumpfabio wajngarten donald trump MIKE PENCEdonald trump nomina mike pence responsabile per l'emergenza coronavirus
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