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Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
L'antecedente storico, per quanto fallito, degli esperimenti politici collegati al lavoro di Gianroberto Casaleggio è stato l'Italia dei Valori: un partito, poi ridimensionato per varie ragioni, guidato da quello che era allora il pm più in voga, Antonio Di Pietro. Il Movimento Cinque Stelle, nell'idea di Casaleggio, non doveva né poteva ripercorrere quella strada, di «partito di un pm e tanti poliziotti», ma non per questo ha smesso di corteggiare i magistrati e amare le divise. Tutt'altro.
Poiché il candidato premier del Movimento non è affatto scontato, e passerà dalla «procedura» del voto online (sui server dell' azienda), una fonte ci racconta che un' idea è circolata, nei vertici del mondo cinque stelle: convincere Piercamillo Davigo ad accettare una candidatura. O, in subordine, una «chiamata» dopo una eventuale vittoria col proporzionale; opzione che, per un servitore dello Stato, potrebbe essere più difficile da rifiutare.
Naturalmente è un' idea molto difficile da realizzare. Ma non dissimile, come schema, dal tentato coinvolgimento di Stefano Rodotà, o di Nino Di Matteo, nel biennio 2013-2014. Abbiamo interpellato ieri l' ex presidente dell' Anm per chiedergli lumi su questa indiscrezione, ci ha detto che preferisce non commentare, e non fare interviste.
beppe grillo davide casaleggio
Ma il suo pensiero fino a oggi è stato chiaro: Davigo ha appena lasciato la guida dell' Anm dicendo che le carriere di magistrato e di politico è meglio rimangano separate. Poi ha anche detto questa frase sui passaggi dalla toga alla politica: «È un reato a concorso necessario. Se (i magistrati, ndr.) si candidano c' è qualcuno che li candida. Smettano di candidarli».
Insomma, ha ricordato, i casi sono pochi (sei magistrati su novemila) e soprattutto, sono voluti dai partiti. Una ritrosia che non fermerà i grillini. Che i capi del Movimento (Milano, e mondo milanese) stiano cominciando ad avvertire sinistri scricchiolii nella credibilità dei suoi giovani leader, è innegabile. L'unica a brillare davvero, nella considerazione, è la sindaca torinese Chiara Appendino. La leadership di Di Maio non ha affatto messo d' accordo un gruppo di parlamentari-guida che, nonostante i proclami, sono assai divisi.
APPENDINO ALLA CHIUSURA DEL RAMADAN 7
La Casaleggio anche per questo si muove con discrezione per allargarsi a pezzi di valore della società, con un' attenzione speciale al mondo dei magistrati, in primis. Al convegno inaugurale della neonata Associazione Casaleggio, anticipato dalla Stampa , che si terrà l' 8 aprile, era stato invitato anche Francesco Greco, il procuratore di Milano. E ha da poco confermato la sua presenza Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina, un fuoriclasse della magistratura, assai stimato da Davigo, e coautore con lui dell' ultimo libro, Giustizialisti .
Ardita ha spiegato al Corriere di non aver mai conosciuto Gianroberto Casaleggio (di cui l' 8 si ricorda appunto la figura, scomparsa un anno fa), ma qui possiamo raccontare una curiosità, cioè che Casaleggio conosceva bene lui, perché uno dei suoi più capaci collaboratori del tempo, Nicola Biondo, gliene aveva parlato regalandogli un libro di Ardita che il cofondatore del M5S apprezzò tantissimo, dal titolo Ricatto allo Stato (sottotitolo: La trattativa tra Cosa nostra e le istituzioni ), edito da Feltrinelli. Un libro per tanti aspetti illuminante.
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