“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Conchita Sannino per repubblica.it - Estratti
Comincia come una festa di tutta l’Associazione nazionale magistrati: per le elezioni che segnano un’affluenza all’82 per cento, per la vittoria di Mi, corrente di destra, per la complessiva forte affermazione delle due liste di sinistra, Area e Md, e anche per la “rinascita” di Unicost.
Ma subito vira in trincea, nuovo corpo a corpo con la politica: contro le affermazioni piovute dalla presidente Meloni “indagata”. Contro le insinuazioni su presunti complotti orditi– ovviamente dagli asseriti pm fuori controllo – a danno del governo. Contro una riforma sventolata, ancora, come punizione: di fronte alla «reazione sproporzionata dei magistrati», avverte il viceministro Sisto, FI, «mercoledì 29 gennaio alle 8.30 noi incardiniamo la separazione delle carriere in Commissione Affari costituzionali al Senato».
Addirittura il procuratore di Roma, (peraltro di area moderata) Francesco Lo Voi, indicato dalla premier come autore del già «fallimentare processo contro Salvini» – si stupiscono i colleghi – solo per aver «fatto il suo dovere».
Lo ripete, in venti righe, in serata anche l’Anm: «La politica ha frainteso. Nessun avviso di garanzia, solo la comunicazione, a tutela dell’indagato, di una trascrizione dovuta». Un procedimento che la Procura «doveva subito girare al Tribunale dei ministri».
francesco lo voi avviso di garanzia con saluto alla premier meloni
Silvia Albano, la presidente di Magistratura democratica già nel mirino del governo come “toga rossa”, è sorpresa. «Non posso credere che nessuna abbia spiegato alla presidente del Consiglio che il procuratore che riceva una denuncia circostanziata a carico di uno o più ministri deve, in applicazione di una legge costituzionale iscrivere nel registro e trasmettere al Tribunale dei Ministri. Senza fare alcuna indagine e senza avere altra scelta», spiega a Repubblica. Aggiunge Albano: «Dopodiché, sentiamo spesso evocare complotti, avvenne anche la scorsa estate, non se n’è saputo più nulla».
Tullio Morello, togato di Area al Consiglio superiore, riflette: «Stupisce che dopo aver contestato per anni, ai pm, la ricerca dell’effetto mediatico sulle indagini, oggi siano le istituzioni a voler accendere la massima risonanza su un atto dovuto, che era stato comunicato con il massimo e rispettoso riserbo. Una procedura che, in teoria, potrebbe risolversi in poche ore con un’archiviazione.
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L’immagine chiave di giornata? È nel rovesciamento di stato d’animo di Giuseppe Santalucia. Da presidente ormai scaduto dell’Anm, «libero», che si congratula con i colleghi (che l’8 febbraio eleggeranno il nuovo presidente e la nuova giunta) alle telefonate dei media che lo tempestano. Al telefono c’è il Washington Post: «Sorry, ma volete far cadere la premier?». Fronte compatto, di nuovo. Non, non è finita. Altro comunicato. «Non dobbiamo neanche concentrarci sui toni usati dalla presidente del Consiglio». Ma «solo spiegare». A rischio d’essere «gelidi». Ed ecco la nota ufficiale Anm: «Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla Procura di Roma.
giorgia meloni avviso di garanzia
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giorgia meloni avviso di garanziasantalucia nordio
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