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Rodolfo Sala per "la Repubblica"
Adesso che tutto sta crollando qualcuno nella Lega comincia a dirlo mettendoci la faccia: è ora che Bossi faccia un passo indietro. Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, è quello che si spinge più avanti, fino a chiedere il passaggio graduale delle consegne. Muraro non usa giri di parole: «Figure di indubbio riferimento per i militanti, come Roberto Maroni, hanno la capacità e la forza per rendersi interpreti del momento e per aiutare in modo decisivo a guidare la difficile gestione del partito e la transizione fino al congresso federale».
Avanti Bobo, insomma. Ma Bossi? «Il segretario - prosegue il presidente della Provincia di Treviso - rappresenta la storia e l´essenza stessa del movimento e merita rispetto da tutti». Però e meglio che si faccia da parte: «Non è più tempo di gestioni personalistiche o di investiture dall´alto, la stagione dei congressi è fondamentale perché quella è la sede dove possono esprimersi le idee e dove si arriva alle scelte».
Questo il clima in cui si è tenuta ieri, a Milano, la segreteria politica della Lega. Dove si è deciso di convocare per oggi il consiglio federale, massimo organo decisionale del movimento. All´ordine del giorno la sostituzione di Francesco Belsito, il tesoriere indagato e fresco di dimissioni. Via lui, e azzerato il comitato amministrativo che lo affiancava, composto da Roberto Castelli e Piergiorgio Stiffoni.
Per il nuovo tesoriere girano i nomi di Bruno Caparini e della parlamentare Silvana Comaroli, segretaria amministrativa del gruppo alla Camera. Ma nulla è scontato, potrebbero emergere altre candidature. L´importante, e questo lo dicono soprattutto i maroniani, è cominciare da lì per fare pulizia nella Lega.
«Quello che ho letto sui giornali - scrive l´ex ministro dell´Interno sul suo profilo Facebook - è sconcertante, sono accuse molto gravi che portano un attacco senza precedenti alla Lega e alla sua storia gloriosa; dobbiamo fare subito pulizia, chi ha tradito la fiducia nel militanti dev´essere cacciato».
à qualcosa di più di un appello. E suona come una chiamata alle armi per rovesciare gli equilibri interni, in nome del rinnovamento: «La Lega è un grande movimento, patrimonio di tutti i militanti onesti; troviamo subito in noi la forza per rinnovarci e per ripartire più forti di prima». Gli fa eco Matteo Salvini, che si dice «arciconvinto» della buona fede di Bossi, ma anche deciso ad allontanare le tentazioni auto-assolutorie: «Se qualcuno ha sbagliato e ha usato solo un centesimo della Lega e dei contribuenti italiani, sarà cacciato fuori a calci; prima dei giudici arriviamo noi».
E il deputato Gianluca Pini: «Lasciamo che la magistratura attesti eventuali responsabilità , ma noi vogliamo fare chiarezza all´interno del partito; sugli investimenti all´estero ci avevano detto che c´era la massima regolarità ». Insomma, qualcuno ha mentito. Facendosi scudo di Bossi.
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