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1. LIBERI E UGUALI SI È GIÀ SCIOLTA LA SINISTRA CHIC SCEGLIE L' EUTANASIA
Carlo Tarallo per ''la Verità''
Leu fu. È finita così, dolcemente, nel sonno: la storia di Liberi e uguali è durata poco meno di un anno. Non hanno fatto in tempo a festeggiare il loro primo anniversario, Laura Boldrini e Pietro Grasso, gli ex presidenti di Camera e Senato che avevano coronato il loro sogno d' amore (per le poltrone) lo scorso 3 dicembre.
stefano fassina paolo savona giorgio la malfa (3)
Dalla loro unione politica era nato Leu, partito già dipartito, di cui nessuno ha capito obiettivi e programmi, al di là della riconferma in Parlamento di Grasso (leader e candidato premier del movimento), Boldrini e di un manipolo di parlamentari (14 deputati e 4 senatori in totale) sopravvissuti alla catastrofe elettorale del 4 marzo, quando la grande forza progressista, democratica, popolare, riformista e post (ma molto post) comunista raccolse appena il 3,3% dei voti.
ROBERTO SPERANZA - PIERO GRASSO - PIPPO CIVATI - NICOLA FRATOIANNI
Gli spietati elettori italiani separarono nella culla i gemellini della «nuova» sinistra: Pier Luigi Bersani fu eletto alla Camera; Massimo D' Alema, invece, fu clamorosamente bocciato al Senato. Fu l' inizio della fine di una (dis)avventura nata dall' unione di tre luminose esperienze politiche: Mdp (i fuoriusciti dal Pd, guidati appunto da Bersani e D' Alema), Sinistra italiana (capeggiata da Nicola Fratoianni) e Possibile, la creatura di Pippo Civati.
Il primo ad abbandonare la nave fu proprio Civati, innervosito dalla mancata rielezione alla Camera: appena 13 giorni dopo il voto criticò aspramente la strategia di Leu e se ne andò, sperando forse che qualcuno gli chiedesse di restare, cosa che ovviamente non accadde.
PIPPO CIVATI E NICOLA FRATOIANNI
Liberi e uguali è andato avanti a fatica, nel mare in tempesta, fino a quando il comandante Pietro Grasso ha preso saldamente in pugno il timone: lo scorso giugno ha messo nero su bianco il percorso costituente, ma nessuno dei suoi ne ha compreso l' alto valore civile, morale e politico; il 12 ottobre ha vergato di suo pugno gli 8 punti programmatici del «Manifesto di valori di Liberi e uguali», con lo stesso risultato: nessuno, ma proprio nessuno, ne ha colto la portata rivoluzionaria.
Risultato: tra Mdp e Sinistra italiana sono volati gli stracci, e ora i bersanian-dalemiani veleggiano verso il ritorno nel Pd, se Nicola Zingaretti ne assumerà il comando, mentre quelli di Sinistra italiana, ancora per un po' fedeli al subcomandante Grasso, fanno l' occhiolino alle formazioni di sinistra più radicale.
E la Boldrini? Laura non c' è, è andata via, ma già da un po': ottenuta la riconferma alla Camera, ha iniziato a pontificare contro Leu già pochi giorni dopo la disfatta del 4 marzo; recentemente ha annunciato l' imminente formazione di una lista progressista e europeista, ma il progetto è ancora fermo al palo. La «presidenta» formalmente fa ancora parte del gruppo di Leu, e la sua principale attività politica consiste nel rispondere polemicamente ai tweet di Matteo Salvini.
Chi invece ha fatto della coerenza il suo stile di vita è Stefano Fassina, ex giovane promessa della sinistra italiana: eletto con Leu alla Camera, ha fondato un suo movimento, sobriamente battezzato «Patria e costituzione».
Fassina è diventato un esponente di punta (anche perché è l' unico) del «sovranismo di sinistra» e condivide alcune battaglie antieuropeiste del governo Lega-M5s. «La Commissione europea», ha scandito pochi giorni fa, «continua a ignorare, a difesa dell' insostenibile estremismo mercantilista made in Germany, i risultati delle politiche di austerità, in Italia, in Grecia e ovunque». Manca solo l' attacco al «turbo capitalismo» e Fassina potrà fregiarsi del titolo di Diego Fusaro della sinistra.
2. MDP SI FA ROSSO-VERDE, IL 16 DICEMBRE A ROMA
pierluigi bersani silvia velo roberto speranza
Il 24 novembre trenta comitati territoriali guidati da Piero Grasso avvieranno Leu verso la trasformazione in partito. Ma Mdp prenderà un’altra strada. Lo annuncia Roberto Speranza lanciando un’assemblea a Roma il 16 dicembre. «Il nostro impegno è sempre stato dare all’Italia una forza autonoma della sinistra e del lavoro, ecologista e popolare capace di costruire un’alternativa alle destre.
Per questo ci rimettiamo in cammino. Il congresso di Leu per noi serviva a questo: dare finalmente al paese quella forza ecosocialista che oggi non c’è. Noi andiamo avanti. La costruiremo con chi ci sta», spiega alla fine della riunione del coordinamento nazionale di Mdp. Sul sito (articolo1mdp.it) le tesi alla base della discussione «di tutti quanti vorranno partecipare all’assemblea».
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