DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Gustavo Bialetti per “la Verità”
Il buon Gigi Marzullo, se avesse per le mani Laura Boldrini che abbandona Liberi e Uguali dopo appena 7 mesi di legislatura, le chiederebbe: «Era un viaggio nel nulla, o è il nulla che si mette in viaggio?».
Chi siamo noi, populisti, razzisti e spacciatori di fake news per rispondere a una domanda così pregnante sull' ex presidente della Camera? Mettiamo in fila i fatti. Lunedì la Boldrini, informata della sconfitta elettorale ed espletate le formalità di rito per l'occupazione del meritato seggio, ha statuito: «Il risultato del 4 marzo ha sancito un'inequivocabile sconfitta del centrosinistra, compresa la lista di Leu che ha superato a stento il 3%. Come si poteva pensare di trasformare una sconfitta di quelle dimensioni in un partito? Era un progetto senza futuro».
Da Milano, dove è stata eletta in 5 collegi plurinominali e in uno uninominale, i compagni le hanno risposto così: «Cara Laura Boldrini, speriamo che per te il detto "mi faccio eleggere, poi chi si è visto si è visto" oppure "le promesse che si fanno ai grulli, poi non si devono mantenere", almeno per te non valga. Speriamo insomma che la nostra comunità, per quanto piccola, sufficiente comunque per farti eleggere, non sia stata intesa solo come un autobus elettorale».
Pronta l'autodifesa di Donna Laura: «Da indipendente, non ho avuto nessun ruolo dirigenziale in Liberi e uguali». E ha assicurato (minacciato?) che lei continuerà a lavorare «per un'area progressista aperta». Qui si parla di partiti usati come taxi, di discese in corsa dopo essersi fatti gli affari propri: cose che con gli ideali di un'area progressista hanno poco a che fare. La sintesi migliore di questa vicenda migratoria è che la Boldrini è la scafista di sé stessa. Se invece ce l'ha mandata qualcuno, allora bisogna andarla a prendere.
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