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da www.dailybeast.com
A quasi venti mesi dagli attacchi di Bengasi, Al-Qaida e terroristi alleati si sono radunati in Libia, rendendo la fragile zona nordafricana il centro di reclutamento per chi intende intraprendere la Jihad.
Al-Qaida ospita al suo interno Ansar al-Sharia, il gruppo islamico responsabile dell'uccisione dell'ambasciatore statunitense Christopher Stevens a Bengasi e di altri tre connazionali. Ma l'intelligence americana ora asserisce che sono almeno tre gli affiliati stabilitisi in Libia, nei paradisi non controllati dal governo centrale: Al-Qaida del Maghreb Islamico, Al-Qaida della Penisola Arabica, e membri dell'organizzazione Al-Mulathameen Brigade, leali al terrorista algerino Mokhtar BelMokhtar.
Uno dei contractor americani che si occupa di antiterrorismo in Africa riassume la situazione in Libia con il termine "la Woodstock degli stronzi" (o canaglie, pezzi di merda, carogne, qualsivoglia) visto che il posto attrae le star del terrorismo e fanatici ansiosi di distruggere l'Occidente. I gruppi non sono riuniti sotto un'unica bandiera, cooperano a intermittenza, ma preoccupa il fatto che siano uniti dal progetto di attaccare al di fuori dei confini libici.
Già l'estate prima degli attacchi a Bengasi, avvenuti l'11 settembre 2012, si era notata questa tendenza degli affiliati di Al-Qaida a fare rotta verso la Libia, ma la paura più imminente è in Siria, che richiama estremisti da tutto il globo, li indottrina, li addestra e li rispedisce a casa per colpire.
Secondo il capo dell'FBI James Comey è una minaccia simile a quando gli jihadisti si unirono alla lotta in Afghanistan negli anni Ottanta e Novanta, per preparare l'attacco culminato nell'11 settembre 2001. La Libia rifornisce anche la Siria. E' diventata il santuario di Al-Qaida e di diversi gruppi salafiti jihadisti. Qui si esercitano, cooperano, fanno propaganda, raccolgono fondi. Dernaa, ad esempio, è territorio loro. Se le forze statunitensi volessero entrarci, dovrebbero lottare.
Perché la Libia è diventata la destinazione preferita dei terroristi? C'è un governo centrale debole, che controlla solo una parte del vasto territorio. Armi e munizioni sono incontrollabili, i confini risultano inaccessibili. Città , regioni e tribù sono totalmente divise. C'è una paralisi politica, gli uomini giovani sono disoccupati e si arruolano nelle milizie, la polizia nazionale non funziona. La situazione della sicurezza è peggiorata da quando i paesi limitrofi hanno inasprito la lotta ai terroristi, costringendoli a trovare nuovi rifugi.
Paradossalmente la Libia oggi attrae più terroristi di quanti ne attraesse all'epoca di Gheddafi. Il dittatore fondò e sostenne gruppi terroristici contro gli Stati Uniti negli anni Ottanta, ma dopo il 9/11 si dimostrò un alleato contro il terrorismo. Ora che non c'è lui, il campo è libero.
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