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da www.bbc.com e www.iviolinidellasperanza.it
Amnon Weinstein è il liutaio di Tel Aviv che da venti anni colleziona e restaura i violini della Shoah. Racconta: «l tedeschi usavano i violini per ingannare gli ebrei. Quando gli ebrei scendevano dai vagoni, all’entrata del campo vedevano un violinista che suonava e pensavano “Non è un luogo di morte. Non ci succederà niente”, perché per questo popolo la morte e la musica non sono associabili. Pochi metri più avanti c’erano le camere a gas.
Ho recuperato un violino appartenuto a un ragazzo che suonava nell’orchestra di Auschwitz. Dopo la Liberazione, fermò un soldato israeliano e glielo vendette, così arrivò a me. Se questo violino potesse suonare tutto quello che ha visto li, sarebbe orrendo».
Weinstein ha cercato questi strumenti dappertutto. Bussando alle porte, nei mercati, nei depositi dell’esercito americano, nelle cantine. La sua missione è di farne un museo: «Voglio creare una foresta di strumenti che suonino per le tutte persone. I violini sanno parlare migliaia di lingue».
Stasera dodici violini e un violoncello sopravvissuti alla Shoah, ciascuno con la sua storia drammatica, ritrovati e restaurati dal liutaio, suoneranno nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, alle ore 20.00, in diretta su Rai 5. C’è il violino che faceva parte di una delle orchestrine di Auschwitz che accompagnavano i deportati nelle camere a gas, quello che fu gettato da un treno in viaggio verso i lager, e venne raccolto e conservato da un operaio francese;
ci sono i violini dei musicisti ebrei che nel ’36 lasciarono la Germania per andare a formare l’Orchestra Filarmonica della Palestina (poi di Israele), voluta fortemente da Toscanini e Huberman per salvarli dalla deportazione; i violini decorati con la Magen David (la Stella di David) che accompagnavano i suonatori ambulanti di musica klezmer; quelli che viaggiarono con i rifugiati alla volta degli Stati Uniti e furono nascosti nelle soffitte per dimenticare l’orrore.
il violino con dentro la svastica
Non ci sarà il violino ritrovato a Washington, importato da un venditore ebreo ortodosso. Quando il liutaio lo aprì, dentro trovò la firma, la data 1936 e una svastica: «Non parlerà mai. Deve rimanere nel silenzio della vergogna per tutta la vita».
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