luigi di maio

LOBBISMO STELLARE - DOPPIA BUFERA SU LUIGI DI MAIO, CHE INCONTRA UN GRUPPO DI LOBBISTI E SCRIVE: “ESISTONO LE LOBBY DEGLI INCENERITORI E DEI MALATI DI CANCRO, DEI PETROLIERI E DEGLI AMBIENTALISTI” - POLEMICHE ANCHE SULLA RIUNIONE SEGRETA PER L’EMERGENZA RIFIUTI A ROMA

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Andrea Carugati per “la Repubblica

 

LUIGI DI MAIO IN ISRAELELUIGI DI MAIO IN ISRAELE

Nel giorno in cui il direttorio M5s si riunisce a Genova per festeggiare i 68 anni di Beppe Grillo, e decide di trasferire la proprietà del simbolo per evitare che ricorsi e richieste di risarcimento degli espulsi ricadano su «Beppe», Luigi Di Maio finisce al centro di una doppia bufera. La scelta di Grillo di donare il simbolo - di proprietà di una associazione di cui fa parte con il nipote - era già stata anticipata nello scorso autunno alla festa di Imola.

 

Ora Grillo con i suoi legali ha messo a punto i dettagli del passaggio. Per decidere sulle espulsioni sarà creato un comitato ad hoc. Di Maio mercoledì ha incontrato riservatamente un gruppo di lobbisti nel centro di Roma. Il giorno dopo ha scritto un post su Facebook per spiegare e giustificare la scelta. E ha elencato: «Esistono le lobby degli inceneritori e dei malati di cancro, dei petrolieri e degli ambientalisti...».

RAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIARAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIA

 

Subito è partita una raffica di critiche dal Pd e da Forza Italia. «Tocca il punto più basso, incredibile che sia vicepresidente della Camera», attacca il renziano Andrea Marcucci. Protestano anche alcune associazioni di malati. Più tardi Di Maio verga un altro post di scuse. «Sono dispiaciuto, ma il Pd sta facendo una becera polemica politica». Di Maio prova a chiarire l’«infelice» accostamento tra i malati e le lobbies.

 

«In Parlamento ci sono portatori di interessi negativi e positivi, come quelli delle associazioni dei malati di cancro, che devono poter dialogare con le istituzioni...».

Gaffe a parte, resta il nodo politico del summit con i lobbisti, da sempre nel mirino del movimento, che aveva esordito proponendo di impedire loro l’accesso al Parlamento.

 

L’incontro è stato organizzato dalla «Fb & Associati », e ha visto presenti, tra gli altri, rappresentanti di Enel, Vodafone, Confindustria, Fastweb. Di Maio ha spiegato ai nuovi interlocutori la proposta M5S per regolamentare l’accesso dei lobbisti in Parlamento («Va regolato per legge») e ha dedicato buona parte del suo intervento a smontare la riforma costituzionale.

LUIGI DI MAIO IN ISRAELELUIGI DI MAIO IN ISRAELE

 

Poi su Facebook ha ribadito: «Bisogna sapere chi entra nei palazzi della politica, quali proposte sponsorizza e quali partiti finanzia. Non ce l’ho con le lobbies. Il problema è la politica senza spina dorsale...».

 

Il Pd ironizza sul grillino «a braccetto con le lobbies». Nel M5S la notizia viene minimizzata. «Non ne so nulla e non commento», svicola l’ex capogruppo alla Camera Giorgio Sorial. Così anche Alessio Villarosa. L’ordine di scuderia dello Staff è quello del silenzio, l’imbarazzo tra i deputati è palpabile. Su Facebook non mancano critiche dagli attivisti. «Ha tempo per le lobbies e non per vedere me», punge il sindaco Pizzarotti. «Luigi ha fatto bene, noi non ci facciamo condizionare», lo difende il senatore Gianluca Castaldi.

 

Polemiche anche a Roma, per un incontro riservato di fine giugno - rivelato da Repubblica–tra il deputato Stefano Vignaroli (vicepresidente della commissione parlamentare sui rifiuti), la futura assessora Paola Muraro, i vertici di Ama e della società che gestisce la discarica di Malagrotta. Location: lo studio privato di un assistente del deputato.

luigi di maio e la delegazione m5s in palestinaluigi di maio e la delegazione m5s in palestina

 

Oggetto: come gestire l’emergenza spazzatura. Pd e Sinistra italiana insorgono contro la sindaca Raggi e chiedono lumi sui rapporti tra Vignaroli e il patron di Malagrotta Manlio Cerroni. Il dem Stefano Esposito annuncia: «Lo convocheremo in Antimafia». Vignaroli alza le spalle: «Il Pd abbia almeno il pudore di tacere». Sul tavolo della cena tra Grillo e il Direttorio anche l’espulsione di Pizzarotti, che appare sempre più vicina.