DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Caterina Soffici per il “Fatto quotidiano”
Guidi, lobby, petrolio. Erano tante le domande interessanti da fare alla ministra Maria Elena Boschi, in visita lampo ieri a Londra. Se solo fosse stato possibile fargliele. Le si sarebbe potuto chiedere qualcosa anche a proposito dei correntisti truffati di Banca Etruria e della bancarotta fraudolenta di cui è accusato il suo genitore.
Curiosa analogia, tra l' altro, con i pasticci finanziari paterni del premier britannico David Cameron, il quale però ieri si è presentato a Westminster per rispondere di fronte al paese sull' affare dei Panama Papers.
Invece niente. Vooosh, la ministra va veloce come nelle vignette di Stefano Disegni. La visita era "lampo e densissima", quindi non è stato possibile per la Boschi fermarsi per chiarire tante questioni che interesserebbero gli italiani più delle belle favole che è venuta a raccontare all' ombra del Big Ben.
"Le polemiche passano" ha detto, per chiarire che l' ipotesi di una verifica di governo non avrebbe impatto sul percorso delle riforme istituzionali. Tradotto: non c' è mozione di sfiducia che tenga, si va avanti come da programma.
Il mantra renziano è sempre il solito, e il ministro in visita lampo, è perfettamente in linea. "Credo che i risultati di questi due anni di lavoro e in particolare gli 864 mila posti di lavoro a tempo indeterminato in un anno, dimostrino che siamo sulla strada giusta". Non c' è neppure l' occasione di chiedere conto di questi 864 mila fantomatici posti di lavoro, quando i numeri dell' Istat sono un po' diversi. "Le polemiche passano", quindi smettiamola di alimentarle.
E poi non è bello che i cittadini elettori vengano a sapere che un faccendiere tratta la propria compagna ministra come una sguattera del Guatemala. Sono solo pettegolezzi irrilevanti. E quindi da Londra la Boschi manda un messaggio importante, perché sulle intercettazioni serve "un equilibrio migliore", avvisando che al Senato la riforma potrebbe anche subire ulteriori modifiche.
"L' obiettivo non è ridurre i poteri di investigazione e di indagine della magistratura, ma ovviamente dobbiamo tenere insieme il diritto di fare indagini con quello di difendersi e al diritto alla riservatezza di alcune informazioni se non strettamente necessarie al quadro probatorio".
BOSCHI COL MINISTRO DELLE RIFORME INGLESE
La visita "lampo e densissima" era stata fissata in una data non a caso: doveva sottolineare il giorno in cui ha preso il via in Parlamento l' ultimo passaggio della riforma costituzionale. Questo era il programma. Ma è tornato comodo non essere a Roma proprio nel giorno in cui Renzi faceva da scudo umano al ddl Boschi e così almeno la ministra non è incappata in palesi contestazioni, come poteva accadere a Montecitorio.
A Londra la giornata è iniziata alla Borsa, dove la ministra ha aperto di buona mattina le contrattazioni, seduta accanto al Ceo del London Stock Exchange, Nikhil Rathi. Vooosh. Poi un incontro "lampo e densissimo" con un gruppo di imprenditori e investitori britannici.
Vooosh. Poi una visita, ovviamente "lampo e densissima" alla mostra di Giorgione alla Royal Academy, dove 20 delle 50 tele esposte provengono dai Musei italiani, il che più che motivo di vanto dovrebbe essere motivo di riflessione su come vengono gestiti i prestiti e su perché le grandi mostre non le facciamo noi invece che venire a vederle a Londra.
Poi vooosh a Whitehall per l' incontro con John Penrose, suo omologo britannico. E poi ancora vooosh a Westminster, dove ha letto il discorso per presentare le riforme del governo italiano. Nel mezzo ci ha infilato anche un incontro con la direttrice dell' Economist Zanny Minton-Beddoes e poi è filata a Oxford, dove ha di nuovo presentato le riforme istituzionale a un gruppo di studenti della Blavatnik School of Government.
Il paese meraviglioso che la Boschi ha descritto agli inglesi è quello in cui le riforme cambiano il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione e la scuola, dove il processo legislativo è più snello e le tasse sono più basse, dove i governi sono stabili e fioriscono investimenti, sviluppo economico e opportunità di occupazione. Ci avranno creduto?
"La nostra costituzione non è scritta, il che rende più difficile riformarla" ha chiosato alla fine dell' intervento della Boschi sir Edward Lee, vecchia volpe conservatrice di Westminster, dicendosi impressionato dalla mole delle riforme elencate dalla ministra. Una sottile ironia inglese, che solo pochi presenti hanno colto.
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