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IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...
DAGOREPORT
C’è un grande punto interrogativo sul futuro della Lega e della politica italiana: cosa farà Luca Zaia?
Il “Doge” non si può ricandidare come Presidente del Veneto, e negli ultimi mesi gli è stato affibbiato qualsiasi tipo di incarico: dal Coni alle partecipate di Stato, dalle consulenze private alla ribalta nazionale.
Sarebbe l’approdo naturale per uno che mastica politica da ormai quasi trent’anni. Tanto più che dal partito di Zaia, la Lega, si levano da anni voci di un riequilibrio, un ritorno alle origini rispetto alla svolta nazionale e destrorsa impressa da Matteo Salvini, prima, e dal generale Roberto Vannacci poi.
Ed ecco che Giacomo Salvini oggi scodella, sul “Fatto quotidiano”, il piano B di Fratelli d’Italia e Lega per Zaia: candidarlo alla Camera dei Deputati per le elezioni suppletive. Sarebbe una staffetta con il suo successore: Zaia, vincitore certo della tornata, prenderebbe il posto del 33enne Alberto Stefani, che lo andrebbe a sostituire come Presidente della Regione Veneto.
Tutto perfetto: Zaia farebbe finalmente ritorno nei palazzi della politica romana, quella che conta davvero, dopo i due anni da ministro dell’Agricoltura del governo Berlusconi, tra 2008 e 2010.
Come nota Salvini, in realtà, “sarebbe una sorta di esordio per Zaia perché sarebbe il primo mandato da parlamentare della Repubblica, seppur per poco più di un anno visto che la legislatura scadrà in autunno 2027”.
Senonché, un ostacolo si pone davanti alla candidatura: Luca Zaia stesso. “Il presidente di Regione avrebbe più che qualche dubbio: chi lo conosce bene spiega che […] al momento non avrebbe tanta intenzione di allontanarsi dal suo Veneto e vuole dimostrare di essere ancora lui a dare le carte in Regione, piazzando i suoi fedelissimi negli assessorati ed evitare che Fratelli d’Italia la faccia da padrone”.
Aggiunge uno dei suoi fedelissimi: “Luca ha un’idiosincrasia verso Roma e la burocrazia della Capitale”, spiega uno dei suoi fedelissimi in Veneto.
Dall’altra parte, però, la candidatura a Roma potrebbe riportare Zaia sul palcoscenico nazionale, magari in opposizione al vicesegretario della Lega Roberto Vannacci che alle prossime elezioni politiche proverà a prendersi il Carroccio riempiendo le liste di persone a lui vicine, come ha fatto per le elezioni regionali […].
Il solito wishful thinking, spin buono per i creduloni: da anni i giornali sono infarciti di retroscena, voci, sussurri sull’assalto alla segreteria dei governatori “moderati”, dalle urla disperate della base che invocano il ritorno alla Lega padana, e dei mugugni dei vari Zaia, Fedriga, Fontana, Giorgetti, indignati per le sparate scorrette del loro segretario, che sopporterebbero a malapena, salvo poi farsela sotto nel momento decisivo. E così, Salvini è stato rieletto segretario sei mesi fa, senza che nessuno osasse sfidare la sua leadership.
Ricordiamo le dimissioni minacciate un giorno sì e l’altro pure da Giancarlo Giorgetti, ai tempi del governo Draghi, della sua stizza e degli scazzi quasi quotidiani con il fu “Truce del Papeete”.
Com’è finita? Che il semolino di Cazzago Brabbia si è adeguato, non avendo il pelo sullo stomaco di fare il grande salto.
E così Zaia: ora che avrebbe finalmente l’opportunità di costruire la sua alternativa, preferisce rimanere a battibeccare con Brignano sui Veneti ubriaconi, nella sua comfort zone fatta di sagre e baccalà, tagli del nastro e tappi di prosecco. Lunga vita a Vannacci e Salvini: con questa alternativa, possono magnare tranquilli...
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