DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica"
L´affare Lusi torna a farsi terremoto. Nei numeri da tombola del furto. Nei modi da «predone» in cui si è consumato. Nelle crepe politiche che torna ad aprire e che spalancano un abisso - parole del senatore indagato - «che può far saltare il centrosinistra». Le notizie sono tre.
NUOVI SEQUESTRI
La prima: le cifre della «stangata» al tesoro della Margherita raddoppiano. Non più i 13 milioni e 600 mila euro contestati in dicembre, ma 24 milioni 960 mila 200 euro. Un´enormità di cui - documenta la Procura - non si intravede ancora il fondo. E che, ieri pomeriggio, ha convinto il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Stefano Pesci a incaricare il Nucleo di polizia tributaria della Finanza a procedere con un nuovo sequestro preventivo di beni intestati, o comunque nella disponibilità , di Luigi Lusi e della moglie Giovanna Petricone per un valore di circa sette milioni di euro: una residenza da sogno ai Castelli romani ("Villa Elena"), cinque appartamenti in quel di Capistrello (l´Aquila), due conti presso la "Allianz Bank" con giacenze di 1 milione 800 mila euro e 294 mila 583 euro (a Lusi, nelle scorse settimane, era già stato congelato un conto Unicredit con depositi per 500 mila euro).
UNA FAMIGLIA INDAGATA
La seconda notizia: gli indagati di questa storia, almeno quelli da ieri in chiaro, salgono a quattro e i reati contestati dalla Procura diventano da "cattura". Lusi, ora, è accusato non solo di «appropriazione indebita», ma anche di «trasferimento fraudolento di beni provento di reato» (fino a 12 anni di reclusione). E con lui, finiscono sotto inchiesta la moglie Giovanna Petricone («ricettazione, riciclaggio e trasferimento fraudolento»), il fratello di lei, Francesco Giuseppe Petricone («riciclaggio e trasferimento fraudolento»), Micol D´Andrea, la moglie del nipote di Lusi, scelta dallo "zio" senatore per fare da testa di legno in una delle sue ultime capriole finanziarie («reimpiego di beni proventi di reato e trasferimento fraudolento»). Degli altri indagati, si conosce la professione - «i commercialisti che curavano la contabilità delle società di Lusi» e l´accusa: concorso nei reati contestati all´ex tesoriere.
"RUTELLI SAPEVA"
La terza: Lusi ha deciso di farsi assai minaccioso. Intervistato da "Servizio pubblico" di Michele Santoro, dice: «Tutti sapevano tutto». Quindi, chiede sarcastico: «Dove sono finiti 180 dei 214 milioni di euro che ho amministrato?». Infine, "consiglia" Rutelli: «La cosa incredibile è che se hai raccolto 100 lire per strada e te le tieni in tasca, poi ti metti pure a dire che è giusto restituire i soldi che trovi per terra e non sono tuoi? Stai zitto, no? E invece lui parla».
IL "PREDONE"
Forse dovrebbe scegliere le parole anche Lusi. Perché sin qui ha mentito. Nelle 14 pagine del decreto di sequestro dei suoi beni, i pm lo gratificano del titolo di «predone». Sapevamo già dei 13 milioni e mezzo di euro succhiati dalla cassa del partito con i bonifici alla "Ttt". Ora, è possibile documentare dell´altro: «In un quinquennio di attività predatorie (2007-2011), Lusi preleva dal conto 7975 Bnl intestato alla "Margherita", contanti per oltre un milione di euro. Ricorre ad assegni di importo artificiosamente omogeneo e sempre a cifra tonda, emessi "serialmente" (vale a dire, serie di 3,4,5 o anche 10 assegni di importo omogeneo da 10, 11, 12 mila euro) con medesima data di negoziazione e valuta e con "beneficiario in bianco"».
Sono gli "assegni liberi" di cui "Repubblica" ha dato conto nelle scorse settimane. Servono a dissimulare, con i beneficiari reali, l´impiego del denaro sottratto alla cassa del partito. Perché, come spiega a verbale Maria Di Silvio, impiegata della "Margherita", la giustificazione «è sempre generica e di comodo: "spese e trasferte elettorali"». Ebbene, «da una ricognizione sommaria e conservativa - si legge nel decreto - l´importo delle somme negoziate con tali assegni ammonta a oltre 11 milioni di euro».
Che ne fa Lusi?
"VILLA ELENA"
Il "tesoriere", che ai Castelli Romani ha già acquistato con denaro della "Margherita" una residenza seicentesca a Genzano (sequestrata un mese fa), si invaghisce di "Villa Elena", in quel di Ariccia, il paradiso della porchetta. Una residenza su due piani da 19 stanze, con due box auto, legnaia, forno, grotta e "corte esclusiva" di 6 mila 550 metri quadri. Il proprietario della residenza è tale Paolo Melegari. Con lui, Lusi negozia la nuda proprietà e l´usufrutto per 2 milioni e mezzo di euro e - racconta Melegari a verbale - ancora prima del preliminare, «anticipa in assegni un milione di euro».
Bene, da dove vengono quegli assegni? Melegari (che ne ha conservato fotocopie) li mostra alla Finanza. Sono gli "assegni liberi", con "beneficiario in bianco" del conto Bnl della "Margherita". L´uomo aggiunge: «Lusi si raccomandò di non negoziarli all´estero e di riempirli facendo in modo che il beneficiario non risultasse mai lo stesso».
L´acquisto di "Villa Elena" non va in porto, perché l´inchiesta della Procura ne impedisce il perfezionamento. Ma Lusi non si perde d´animo. Decide di imputare quel milione già versato, cui aggiunge altri 214 mila euro in contanti, all´acquisto del solo "usufrutto" della villa, che decide di intestare a Micol D´Andrea, la giovane moglie di suo nipote. Docile nel farsi "testa di legno", perché a viverci ad Ariccia ci va lo "zio" con la famiglia.
"RICICLAGGIO IN CANADA"
Neanche fossero soldi del "Monopoli", Lusi muove gli "assegni liberi" e con beneficiario in bianco della "Margherita" anche altrove. Sempre a rimpinguare la sua "roba". Tre milioni e 281 mila euro li versa sul conto "Unicredit" intestato alla moglie Giovanna Petricone, che provvede a smistarli ulteriormente: 1 milione e 600 mila euro prendono la strada del Canada sui conti della società di famiglia "Luigia ltd.", la cassaforte estera amministrata dal fratello Francesco Giuseppe. Altri 700 mila euro vengono investiti dalla stessa Petricone in titoli presso un conto "Allianz Bank" di una filiale di Roma.
LE RISTRUTTURAZIONI
«E´ difficile pensare - scrivono i pm - che alla famiglia Lusi potessero sfuggire le ragioni per cui un uomo che in quinquennio aveva dichiarato redditi per 4 milioni di euro, ne avesse spesi 40». Ma del resto, in questa storia pare che nessuno si sia mai fatto troppe domande. Anche quando, con gli assegni Bnl della "Margherita" Lusi salda 3 milioni e 600 mila euro di ristrutturazioni della villa di Genzano e degli appartamenti di Capistrello per farne dei "bed&breakfast".
KPMG E I 3,5 MILIONI
Scrivono i pm che degli 11 milioni di "assegni liberi", restano da tracciarne ancora 3 e mezzo, per i quali è stata chiesta una perizia a Bankitalia, ma di cui «è tuttavia facile ipotizzare già oggi un utilizzo a favore di Lusi». E´ un fatto che, oggi, in Procura, l´avvocato della "Margherita", Titta Madia, consegnerà ai pm la "pre-relazione" della società Kpmg, incaricata dal partito di ripassare al setaccio un quinquennio di bilanci. Per Lusi si annunciano nuovi guai.
Per l´inchiesta, si tratta di altro carburante. Nella certezza, a questo punto, che la domanda (giudiziaria e anche politica) non è più se l´indagine verrà o meno a capo di come è stata impiegata la montagna di denaro amministrata da Lusi. Ma soltanto quanto tempo ci vorrà . «Sicuramente non settimane - suggerisce una fonte investigativa - Ma non più di qualche mese».
LUIGI LUSI luigi lusiluigi lusiFRANCESCO RUTELLIPIER LUIGI BERSANI RENZImichele santoro ANTONINO LUSI
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