FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
DAGONEWS
LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO
Il bersaglio del giorno, in casa 5 Stelle, si chiama Davide Casaleggio. Il padrone del Movimento per diritto dinastico è ritenuto infatti responsabile della sconfitta in Abruzzo, e di quella imminente in Sardegna.
Il povero guru junior d'altronde si è trovato senza la guida del padre, con Grillo sempre più schivo (e schivato dai leader) e un movimento catapultato al governo dopo anni di (comoda) opposizione. Non era pronto, e ha puntato tutto sulla piattaforma, come se due clic su Rousseau potessero risolvere problemi decennali.
DAVIDE CASALEGGIO E ROBERTO FICO
Ma il sistemone può funzionare alle elezioni nazionali, dove basta il richiamo di 3-4 nomi per trainare centinaia di Carneade. A livello locale, invece, riconoscibilità e affidabilità sono fondamentali. Soprattutto dopo le esperienze disastrose di Roma e Torino.
L'attacco a Casaleggio viene dall'interno, anche sulla linea politica. La senatrice Elena Fattori ha menato su ''Repubblica'': ''Spostarsi a destra non paga. Abbiamo lasciato troppo spazio a Salvini, alle sue modalità comunicative. E gli elettori hanno scelto l'originale''.
roberto fico prima dell auto blu
Se la Sardegna è sotto tutti gli aspetti periferica, è quando Di Maio ha visto i sondaggi in Piemonte che è sbiancato. Il M5S è dato intorno al 13/15%. A quel punto ha chiamato Grillo e Casaleggio per decidere una strategia. Ma Beppe non ha voglia di rimettersi in gioco, sia perché è stanco sia perché vuole evitare una figuraccia colossale. In fondo, a lui è legato ancora il buon ricordo delle campagne elettorali trionfali in cui il Movimento triplicava i consensi.
Beppemao dà ragione a Di Maio sulla prepotenza di Casaleggio nella gestione organizzativa dei 5 Stelle, ma non ci pensa per niente a essere coinvolto. Ha anche un altro problema: non vede qualcuno che possa prendere il posto di Luigino alla guida del Movimento. Di Battista è un perfetto leader da opposizione, non è un perfetto indossatore del completo blu che tanto piace alle nonne d'Italia.
Fico? È da sempre il più vicino a Grillo, ma non ha il carisma per trascinare un partito. Gli manca la voce, sia metaforicamente che tecnicamente: ha un tono poco da leader.
In tutto questo Grillo ha pure bisticciato con Freccero. Al quale ha detto chiaramente di non aver gradito il programma con le clip dei vecchi spettacoli: tornare in Rai dopo 25 anni per fare un flop d'ascolti (4%) non faceva parte del piano di Beppone, che preferiva non tornare proprio. Vuoi mettere morire da martire della censura di Viale Mazzini? A proposito, dalla Spagna sarebbe arrivato il ''no'' perentorio di Luttazzi, che non intende tornare su Rai2.
E un sempre più nervoso Freccero avrebbe chiamato la vecchia amica Gruber, chiedendo di non invitare più un suo nuovo nemico: Roberto D'Agostino…
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