DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Giovanna Casadio per “la Repubblica”
«Sarà una situazione incandescente, l’elezione per il presidente della Repubblica più caotica che ci sia mai stata». Emanuele Macaluso, l’amico di una vita e consigliere di Napolitano, fa una previsione fondata sui tanti anni di esperienza politica a parlamentare.
Macaluso, perché Napolitano ha voluto rimarcare l’addio «imminente» al Colle?
«Credo per evitare il balletto delle conferme-non conferme, per scongiurare altre discussioni ».
Lascerà subito il capo dello Stato o a fine gennaio-inizio di febbraio?
«Si è impegnato a portare a compimento il semestre Ue, che significa arrivare al 13 gennaio. Fino a lì ci sarà, terrà fede all’impegno. Sul giorno e sul come sono certo che guarderà gli interessi delle istituzioni e deciderà. Da tempo dice: “Badate che io dopo la copertura di questo semestre lascio».
Sarà un Vietnam o questa volta le acque saranno più calme, senza i 101 “franchi tiratori” dem?
«E’ vero che oggi abbiamo un Parlamento in cui c’è una maggioranza, abbiamo un presidente del Consiglio, anche una prospettiva di lavoro del governo».
Quindi sarà più semplice scegliere il successore di Napolitano?
«No. Ho partecipato a tante di queste sedute. Anche quando c’erano i partiti veri e propri nella Prima Repubblica, chi entrava Papa usciva diavolo, il nome era Sforza e fu Einaudi. Nel 1955 fu candidato Merzagora da Fanfani e uscì Gronchi. Anche successivamente Fanfani si propose due volte, e una volta ebbe la meglio Saragat l’altra Leone.
Gli unici momenti certi si ebbero quando ci fu l’accordo Dc-Pci-Psi cioè con Pertini e Cossiga. Oggi la parola passerà ai gruppi parlamentari che mi sembrano piuttosto spappolati, sia i 5Stelle che Forza Italia. Berlusconi comanda una piccola squadretta. Macché Patto del Nazareno, lì ogni testa è un tribunale ».
renzi grasso napolitano boldrini
Napolitano sta pensando al suo possibile successore?
«Vuole restare fuori, è del tutto rigoroso e fa bene. Sarà appunto l’elezione più caotica che ci sia mai stata. Il capo del Pd, che è anche premier, ha maggiori atout, perché è il partito che ha la maggioranza alla Camera e al Senato. Ma non potrà esprimersi lui solo perché il candidato al Quirinale deve cercare un largo consenso».
Napolitano è stato spesso criticato.
«Ha gestito una delle presidenze della Repubblica tra le più difficili, è davvero molto stanco e ha 89 anni. È stato un capo dello Stato di tutti gli italiani e da sinistra lo hanno accusato di avere tutelato Berlusconi e da destra di essere di sinistra. Ma ha voluto garantire la stabilità politica dell’Italia ».
E Grillo?
«È un miserabile».
Lei chi vedrebbe bene al Quirinale?
«Il toto nomi è un divertissement giornalistico. Il problema è vedere chi avrà la maggioranza più uno dei membri. Oggi non vedo nessuno, domani spero ci sia e anche in fretta. L’Italia non può dare spettacoli degradanti».
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