DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
macron alle antille con maschioni 3
Cercasi disperatamente ministro dell' Interno per la Francia. Ieri le emittenti francesi all-news hanno vissuto una giornata da incubo, appese all' annuncio di un rimpasto di governo che è sembrato imminente per 24 ore senza mai arrivare. A nove mesi da cruciali elezioni europee, mentre la piazza comincia a risvegliarsi e la popolarità continua a restare in grave affanno, Emmanuel Macron cerca di rinnovare la sua squadra di governo, fiaccata dalla partenza di due pezzi grossi: prima il ministro dell' Ecologia Nicolas Hulot e poi, una settimana fa, il ministro dell' Interno Gerard Collomb, non ancora sostituito.
IL DREAM TEAM
Ma il presidente fatica ad assumere. Secondo voci non confermate, alcune personalità contattate per il posto avrebbero declinato l' offerta. Il dream team del giovane Macron fa sognare un po' meno. Ieri nulla è trapelato dell' incontro all' Eliseo con il premier Edouard Philippe che per ora assume l' interim degli Interni, e che non sarebbe in piena sintonia col presidente. Si aspettava l' annuncio di un rimpasto profondo è arrivata in serata solo la notizia che Philippe non si dimetterà: non ci sarà un governo Philippe 2, con un discorso di politica generale davanti all' Assemblée Nationale e un nuovo voto di fiducia, ma soltanto un governo Philippe rinnovato.
All' Assemblée Nationale l' opposizione di destra dei Républicains ha puntato il dito contro una vera crisi politica diventata molto grave. La campagna acquisti non si limita d' altra parte agli interni. Macron e Philippe sono in cerca di sostituti anche per altri posti chiave, tra cui la Cultura. Anche per questo ministero, in genere molto richiesto, presidente e premier avrebbero incassato qualche rifiuto. Senza contare che Philippe starebbe spingendo per far pendere la bilancia della sua squadra un po' più a destra. Di sicuro dovrebbero entrare nell' esecutivo personalità del centro, in particolare del partito Modem di François Bayrou.
L' annuncio della nuova squadra è ormai atteso per stamattina, prima del Consiglio dei Ministri. Mentre si cercano ministri da assumere, fuori la piazza ricomincia a muoversi. Sono stati circa 22 mila a Parigi (stima di un organismo indipendente assoldato da un collettivo di media) e 300mila in tutta la Francia (secondo i sindacati) a scendere per le strade per protestare contro la politica sociale e economica di Macron.
Le cifre hanno sorpreso per primi gli organizzatori (sei sindacati) che non si aspettavano una mobilitazione più importante di quella del 28 giugno scorso. Statali, pensionati, studenti, infermieri, insegnanti hanno sfilato contro una politica «che prende ai poveri per dare ai ricchi».
Alcuni scontri con lanci di lacrimogeni hanno scandito i cortei a Parigi e a Rennes. Il bilancio è tuttavia poco grave: quattro fermi, un poliziotto e uno studente feriti.
Unica consolazione per Macron: per la prima volta da mesi, la sua popolarità non ha registrato il solito calo: secondo l' ultimo barometro politico di Odoxa il 33 per cento dei francesi pensa che Macron stia facendo bene: è sempre un record negativo, ma di quattro punti meno grave rispetto a un mese fa.
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