DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Alla guerra del commercio in allegria. Tutti intorno a lui,compresi i repubblicani, sono in grande agitazione anche per le ripercussioni negative su Wall street dei dati annunciati su acciaio e alluminio importati, ma Trump insiste che la guerra del commercio, necessaria quando una nazione ci rimette troppi soldi, e’ cosa buona e giusta, facile e di sicuro successo. Ecco il tweet.
“Quando un Paese perde molti miliardi di dollari nel commercio praticamente con ogni Paese con cui fa affari, le guerre commerciali sono giuste e facili da vincere". "Per esempio, quando siamo sotto di 100 miliardi di dollari con un certo Paese e loro fanno i furbi, non facciamo più affari con loro - e vinceremo alla grande. E' facile!".
E l'ultimo, fresco fresco:”When a country Taxes our products coming in at, say, 50%, and we Tax the same product coming into our country at ZERO, not fair or smart. We will soon be starting RECIPROCAL TAXES so that we will charge the same thing as they charge us. $800 Billion Trade Deficit-have no choice!”. Se un Paese tassa i nostri prodotti all'importazione al 50% e noi gli stessi prodotti che arrivano da noi li tassiamo a 0, non è una bella cosa, presto introdurremo tasse reciproche e imporremo a loro lo stesso balzello che loro impongono a noi. Con 800 miliardi di deficit commerciale non c'è altra scelta”.
donald trump impianto di riconversione dell'alluminio
Se stanno cercando di convincerlo a tornare indietro, facendo pressione in tutti i modi, e lo stanno facendo, si capirà nei prossimi giorni. Al momento sembra difficile.
Per ora il dado è tratto e anche se gli obiettivi principali dei dazi su acciaio e alluminio importati, del 10 e del 25% rispettivamente, previsti per la prossima settimana, sono in Estremo Oriente, tra Cina, Giappone e Corea del sud, un po' come accade qualche tempo fa per le lavatrici e gli impianti fotovoltaici, il nemico giurato si appresta ad essere l'Europa. Protesta pure il Canada, ma il premier Trudeau, appena dismessi i vestitini indiani della recente visita, sembra più un personaggio folcloristico, che piace molto alle sinistre europee, ma quanto a far preoccupare gli Stati Uniti ce ne corre.
Bisognerà pur dire e rendersi conto che un gigantesco scontro commerciale, e non solo, tra Stati Uniti ed Europa, per come si sono messi i rapporti, e per le risposte alle iniziative della nuova politica americana da parte dei vertici di Bruxelles, è inevitabile e probabilmente anche imminente. Con quali risultati è tutto da vedere.
gli operai dell acciaio americano con trump
Su questo pericolo si diffonde in un articolo allarmato il New York Times che spiega che il problema non sono le tariffe di alluminio e acciaio, ma l'avvio inevitabile di una guerra del commercio mondiale i cui esiti non siamo in grado di prevedere.
Trump ha sempre un approccio estemporaneo alle questioni e utilizza un linguaggio irrituale rivoluzionario per il mondo della politica anche negli Stati Uniti d'America, dove i politici non parlano il linguaggio bizantino e incomprensibile che si usa in Italia, e usa termini colloquiali di straordinaria efficacia, come ”get cute", fare i carini, fare i furbi; ma non si tratta di una decisione improvvisa e presa senza documentarsi o rifletterci su, fuori dall'alveo costituzionale .
Un anno fa il presidente aveva ordinato una indagine approfondita per capire se le importazioni di alluminio e acciaio costituissero una minaccia alla difesa nazionale.
Il segretario al Commercio, Wilbur Ross, il mese scorso ha detto esplicitamente che le importazioni “minacciano di mettere in difficoltà la nostra sicurezza nazionale”, notando che solo una compagnia americana produce attualmente alluminio di alta qualità che serve per gli aerei militari.
C'è una legge, il Trade expansion Act del 1962, che da’ al Presidente nella sezione 232 diritto di restringere le importazioni e imporre dazi illimitati sulle tariffe qualora un'inchiesta del dipartimento del Commercio certifichi la minaccia alla sicurezza nazionale. Ecco.
Sollecitata da tanti anni dai produttori americani di acciaio e alluminio, la decisione annunciata da Trump ha incontrato naturalmente reazioni opposte a seconda degli interessi rappresentati. Ci sono democratici eletti in Stati cosiddetti dell'acciaio pesante che hanno dovuto approvare e plaudire alla mossa, repubblicani furiosi perché rappresentano distretti nei quali si producono manufatti utilizzando acciaio e alluminio importanti e che quindi costeranno di più anche ai consumatori in futuro.
Addirittura il senatore del Nebraska Ben Sasse - critico abituale del presidente - l'ha definito “una tassa massiccia per le famiglie americane che ti aspetteresti da un'Amministrazione di sinistra, non certo da una repubblicana”.
La verità è che la settimana che sta finendo è stata una vera tortura nel rapporto fra repubblicani e presidenza. Prima la polemica sulle armi, poi questa sull'acciaio,sono la dimostrazione che Donald Trump fa come gli pare, e se ha imparato alcune forme e approcci ai metodi tipici del partito Repubblicano del quale è formalmente il capo, non ha rinunciato al suo modo da Outsider di fare le scelte politiche .
oprah winfrey ai golden globes 2018
Cosi’ quella che fino a giovedì era soltanto una decisione sulle tariffe di carattere minore, come veniva annunciata da ambienti della Casa Bianca, è diventata, all'improvviso e per iniziativa di Trump da solo, una bomba sulle tariffe di acciaio e alluminio.
Ventiquattro ore prima, alla fine di una tempestosa riunione con repubblicani e democratici del Congresso, Trump ha preso le parti di chi vuole a tutti i costi,anche quello di infastidire la National Rifle Association, controlli accuratissimi sulle credenziali, sul passato,sulla salute fisica e mentale di chi acquista armi, richiede perlomeno per alcuni tipi di armi l'età minima a 21 anni, e impone il bando definitivo sulla vendita di certi meccanismi che fanno diventare d'assalto anche armi che non dovrebbero esserlo, e che consentono in pochissimo tempo di ammazzare un sacco di gente.
Con lui ogni giorno è una nuova avventura, scrive nella corrispondenza della Casa Bianca il Washington Post, citando fonti interne, e riferendo che il presidente è sembrato addirittura vicino ai punti di vista liberal sul controllo sul sequestro delle armi.
Quel che è incredibile e’ che il quotidiano illustre, nemico acerrimo del presidente attuale, racconti la storia come se fosse la prova della mancanza di metodo e di serietà che il presidente ha imposto alla Casa Bianca, e che tutti devono subire obtorto collo.
Ma sono gli stessi che qualche giorno prima lo accusavano di essere un difensore tetragono del Secondo emendamento, e di non avere alcuna intenzione di ascoltare le istanze che vengono dalla società in protesta contro le armi.
Insomma, per questi media qualunque cosa faccia Trump si deve trovare il modo di criticarlo, e anche proposte e decisioni moderate vengono stigmatizzate.
È un po' come la storia della chiamata di Dio. Se lo dice il vicepresidente Mike Pence che ascolta la voce di Dio, parte una campagna di denigrazione e irrisione, se lo dichiara in copertina di People Oprah Winfrey, spiegando che sarà pronta e disponibile a candidarsi per la presidenza solo se Dio glielo dirà, allora è una bella e nobile frase.
E’ il doppiopesismo, bellezza, lo hanno importato dall'italia, senza dazi.
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